31 marzo 1944 – Poggio Bustone
Il comando della Gramsci, il 30 marzo, venne informato da una telefonata che alle porte di Antrodoco s’era formata una colonna di carri armati tedeschi. Il 31 marzo, un reparto esplorativo del maggiore Wilke spazzò via la guardia partigiana al Passo del Fuscello e aprì la strada alle forze della Wehrmacht. Nella notte del giorno seguente, una compagnia della Flak e un gruppo di miliziani repubblichini si presentò a Poggio Bustone. I nazifascisti catturarono gli uomini e li rinchiusero in un garage di via Roma. Due degli imprigionati venivano da Cantalice e non riuscirono a giustificare la loro presenza a Poggio; furono pertanto ritenuti partigiani e giustiziati immediatamente. Centosettanta poggiani vennero deportati nei campi di concentramento di Cinecittà e di Aprilia. A coloro che rimasero venne ordinato di abbandonare le case, perché l’abitato sarebbe stato bruciato per pareggiare i conti del 10 marzo. Le donne portarono via a spalle le cose più preziose e scesero a Borgo San Pietro, mentre le fiamme consumavano il paese.