Auguri per i 100 anni di Giuseppina Marcora

Ieri a 93 anni è scomparso il nostro Presidente Onorario Provinciale di Parma, Comm. Renzo Novara. Giovanissimo comandante partigiano, fece parte della Seconda Brigata Julia . Ex poliziotto, fu congedato grande invalido per servizio.
Tutta la ANPC si unisce in preghiera per questo grande uomo, mite e giusto, porgendo le più sentite condoglianze alla sua famiglia.
“È accaduto di nuovo, a Torino. Sul citofono della sua casa, il figlio di un partigiano, ha ritrovato la scritta “Onore a Hitler”.
Dopo Mondovì, Milano, Bologna, Torino, Pomezia, questo è l’ennesimo episodio di rigurgito antisemita, di odio sdoganato, di intolleranza strisciante.
Si inneggia alla discriminazione nei confronti degli ebrei, di chi non ha la pelle bianca, degli omosessuali, dei “diversi”. E si celebra Hitler, il responsabile del massacro di quelle stesse persone che oggi si vogliono colpire.
Di fronte a tutto ciò, agli odiatori nostalgici e vigliacchi, che agiscono di notte e nell’anonimato, non si può restare indifferenti.
Noi vogliamo esserci. Per tutte le vittime di odio e violenza, ciechi e insensati di oggi,e per la Memoria di coloro che liberarono il nostro Paese dalla barbarie.
Indispensabile azione di promozione della conoscenza della storia. È una menomazione del Paese la incoscienza e l’ignoranza”.
Mariapia Garavaglia
Presidente Nazionale ANPC
19 febbraio 2020
La Presidente Mariapia Garavaglia alle Fosse Ardeatine
Segnaliamo un articolo pubblicato su: https://www.corriere.it/cronache/20_febbraio_09/figlio-vittorio-bachelet-papa-mori-lo-stato-killer-liberi-andrebbe-bene-pregammo-loro-4bb6ce06-4b6f-11ea-aff7-4a3600894a18.shtml?refresh_ce-cp
Il figlio di Vittorio Bachelet: «Papà morì per lo Stato. I killer liberi? Gli andrebbe bene. Pregammo per loro» di Giovanni Bianconi
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Il “giorno del Ricordo”, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo.
Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole.
La persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe – l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa.
Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità.
Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo è uscito dal cono d’ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria.
Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.
Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli.
In quelle stesse zone che furono, nella prima metà del Novecento, teatro di guerre e di fosche tragedie, oggi condividiamo, con i nostri vicini di Slovenia e Croazia, pace, amicizia e collaborazione, con il futuro in comune in Europa e nella comunità internazionale».
Roma, 09/02/2020
(Fonte: https://www.quirinale.it/elementi/44205).
Il 9 febbraio 2020 presso il TECA (Teatro Cassanese) di Cassano d’Adda, si è tenuto uno spettacolo per ricordare il dramma degli italiani che hanno dovuto lasciare l’Istria, Fiume e la Dalmazia per poter restare in Italia e che dagli italiani sono stati bistrattati, malmenati, come oggi avviene con i nuovi rifugiati.
E’ l’esodo a far pensare. Un esodo che fu dignitoso: profughi in Patria in una Patria che li rifiutava. Profughi non riconosciuti come tali da tutti. Episodi tristissimi: il treno a Bologna fermo senza viveri e manipoli di facinorosi che impedivano i più’ elementari soccorsi a gente stanca del viaggio, anche malata ed anziana.
Un filo rosso che ha unito le testimonianze degli italiani di allora (1947) con gli italiani figli di stranieri oggi.
Ha colpito molto le poesie dei bambini di allora con i bambini di oggi: uguali pur considerati diversi da chi vuole prevaricare ancora oggi.
Non avremmo voluto unire questo filo ma purtroppo oggi questo è.
Luisa Ghidini Comotti
ANPC Cassano d’Adda
Una pagina dolorosa della lotta partigiana. Un ricordo di Pier Paolo Pasolini: http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/itinerario-pasoliniano/versuta/guido-alberto/
Pubblichiamo le iniziative a Ferrara per la Giornata del Ricordo 2020, di cui la Sezione ANPC di Ferrara è stata parte attiva.
Scarica qui il programma: GIORNO DEL RICORDO 2020_LOCANDINA A3_LOW(1)
A Bergamo abbiamo partecipato a tanti momenti di celebrazione della “Giornata della Memoria “(con il nostro labaro ben in vista) apprezzando soprattutto gli interventi degli studenti che hanno preparato : letture, concerti e recite con grosso impegno.
Ci auguriamo che di questi momenti ne facciano tesoro. Non si può restare passivi di fronte a tante atrocità eppure anche a Bergamo abbiamo una recrudescenza di atteggiamenti xenofobi, presenza di giovani neonazisti che devastano lapidi di partigiani e ebrei.
Basterebbe sostare sotto la lapide della stazione che ricorda che dal binario 1 sono partiti i lavoratore del Nord Italia colpevoli di aver scioperato.
Basta vedere le 20 rose bianche portate sull’aiuola che ricorda 20 piccoli bambini ebrei usati come cavie per esperimenti medici e poi barbaramente uccisi nei campi a Neuengamme.
Basta sentire i sopravvissuti dei campi di concentramento che nonostante le sevizie patite non provano odio ma lottano perchè non avvengano più simili atrocità.
Basta pensare a cosa ci è costata la democrazia e la libertà per essere consapevoli che dobbiamo tenere alta l’attenzione e non farci abbagliare da falsi miti.
Da più parti è emerso l’appello di maggior impegno a celebrare il giorno della Memoria ma non solo il 27 Gennaio.
ANPC Sezione provinciale di Bergamo