ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Archivi per il mese di “febbraio, 2022”

Tutti uniti per la pace in Ucraina

Roma con il popolo ucraino

Milano: presidio per la pace in Ucraina

Anpc Parma con gli amici della Comunità di Sant’Egidio

Ferrara per la pace

Targa dedicata ad Elena Bono

Segnaliamo questa iniziativa di Anpc Tigullio e locale Fiap. Elena Bono è stata una grande testimone che merita di essere ricordata.

Borzonasca ricorda Elena Bono. Sabato 26 febbraio 2022 cerimonia commemorativa a Bertigaro.

Gli articoli sulla stampa: https://www.teleradiopace.tv/2022/02/24/borzonasca-ricorda-elena-bono-sabato-cerimonia-commemorativa-a-bertigaro/;

https://www.teleradiopace.tv/2022/02/24/borzonasca-ricorda-elena-bono-sabato-cerimonia-commemorativa-a-bertigaro/  .

NO ALLA GUERRA! COMUNICATO ANPC

La promozione e la tutela della pace, il ripudio della guerra, sono parte dell’impegno costante dell’ANPC per la difesa dei valori costituzionali che sono alla base del nostro vivere civile.

Ma la scelta per la pace deve collocarsi in un orizzonte di limpidità intellettuale e morale e cis spiace che alcuni stiano dimenticando che esistono aggressori ed aggrediti, ed in questo momento la Federazione Russa svolge il ruolo dell’aggressore, attentando all’integrità territoriale e alla libertà di un Paese confinante.

Ci uniremo a tutte le preghiere, le manifestazioni, i cortei che chiederanno la pace, ma riteniamo che la pace esista solo nella giustizia, e che non siano ammesse ambiguità nel distinguere torti e ragioni, oppressi ed oppressori, aggrediti ed aggressori.

Siamo vicini con tutto il cuore al popolo ucraino che sta soffrendo per questa ingiustificata aggressione, e ai numerosi figli e figlie dell’Ucraina che vivono fra di noi svolgendo spesso umili ma essenziali lavori di cura e che tremano al pensiero della sorte che potrebbe toccare ai loro paranti ed amici rimasti in patria.

Sin da subito, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà ci uniamo alla giornata di digiuno per la pace promossa da papa Francesco per il 2 marzo ed esortiamo tutti gli interlocutori, per primo il Governo russo, ad abbandonare immediatamente il piano del confronto armato e a tornare a quello delle trattative diplomatiche, avendo come unico bene da tutelare la libertà e il benessere dei popoli.

Sabato 26 febbraio sul canale youtube di Azione Cattolica

Segnaliamo questa bella iniziativa.

Sabato 26 Febbraio 2022 Ore 10-13 Roma Domus Mariae. In rete su canale Youtube di Azione Cattolica Italiana. Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari. Dialogo aperto con le associazioni, reti e movimenti cattolici firmatari il 2 giugno 2021 dell’appello a favore dell’adesione dell’Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari. Promotori: Azione Cattolica Italiana, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, Movimento dei Focolari, Associazione Comunità Papa Giovanni XIII, Pax Christi. Intervengono Giuseppe Notarstefano, Maurizio Simoncelli, Mons. Giovanni Ricchiuti, Maria Bianco e i rappresentanti  delle realtà firmatarie dell’Appello.

I funerali di Carlo Costantini

Oggi Mons. Lorenzo Loppa, Vescovo di Alatri, ha celebrato il funerale del nostro amatissimo Carlo Costantini alla presenza dei familiari, degli amici e delle più alte cariche locali. Per l’Anpc erano presenti Cristina Olini e Aladino Lombardi. Sul Sagrato della Basilica il sindaco ed altre autorità hanno espresso l’ultimo saluto a Carlo. Aladino Lombardi ha espresso le condoglianze a nome della Presidente Nazionale Mariapia Garavaglia e di tutta l’Associazione, ricordando anche episodi di vita sociale insieme.

Vogliamo qui riportare una parte dell’orazione tenuta da Fabio di Fabio: “Carlo Costantini non è stato solo il Sindaco di Alatri, apprezzato e mai dimenticato. E’ stato davvero molto altro. Al di là dei suoi diversi incarichi politici ed amministrativi, dei suoi ruoli all’interno di varie associazioni, dei suoi innumerevoli interessi, è stato, soprattutto, un maestro di vita e di impegno civile. Un maestro appassionato fino all’ultimo: di quelli che suscitano ammirazione, spirito di emulazione, desiderio di azione. E’ stato un cristiano convinto, testimone coerente della sua fede, anche dentro la temperie della lotta politica. E’ stato un democratico autentico, difensore della libertà e della partecipazione matura alla vita sociale e politica, un interprete fedele dei valori della Costituzione italiana. Gli anni della sua giovanile militanza antifascista, caratterizzata anche dalla redazione del giornale clandestino “Libertà”, ne hanno segnato indelebilmente la visione ideale ed anche la ragione profonda di tutta la sua successiva esperienza umana e politica. E spesso, ancora recentissimamente, tornava con la mente e con viva passione al coraggio e all’entusiasmo di quegli albori. Prova ne sono l’impegno e la dedizione con cui ha partecipato alla fondazione dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani e, poi, all’attività di formazione e monito per le giovani generazioni, promossa da quest’ultima, finanche con incontri con gli studenti della nostra città. Ma anche le bandiere tricolori che, il 25 aprile ed il 4 novembre di ogni anno, faceva scendere dalle finestre di casa sua, in Corso della Repubblica, e che riempivano di commozione chi vi passava sotto con il corteo istituzionale e guardava su. Ed, ancora, la collaborazione illuminante con la commissione consiliare speciale che ha inteso intitolare luoghi pubblici a concittadini che soffrirono e perirono per la follia nazifascista. Ha accompagnato con saggezza, e mai con invadenza, l’avvicinarsi alla politica ed il “muovere i primi passi” di tanti giovani di tante generazioni, seminando in tutti, credo, quella fiducia nella buona politica e quella speranza di potersi impegnare per gli altri, senza necessariamente sporcarsi. Anche quando ebbe qualche delusione. Spesso andavamo da lui a chiedere consigli ed egli, talvolta anche con ironia, dispensava risposte che non erano, in realtà, soluzioni bensì indicazioni di un percorso di comprensione, di discernimento: perché le soluzioni spettano alla responsabilità di ciascuno, ci spiegava. Negli ultimi tempi, quando avevamo assunto responsabilità politiche ed amministrative, era lui che ci chiamava e ci chiedeva di interessarci di questa o quell’altra questione che interrogava la sua ancora vivace coscienza civile. E qui vorrei soltanto ricordare il fascino di quegli incontri, il senso di una responsabilità antica e condivisa ma anche la leggerezza che respiravamo nel suo studio, al primo piano della sua casa: la sua scrivania dietro la quale ci cominciava a parlare, poi offrendoci le sue cartelle intitolate, con dentro quello che egli chiamava il “materiale” di studio che aveva raccolto e preparato: normativa, rassegna stampa, appunti da lui scritti a mano sull’argomento. Una delle passioni che hanno animato gli ultimi anni della sua esistenza terrena e del suo impegno è stata la riqualificazione del Campo delle Fraschette per farne un monumento alla memoria della sofferenza e della vita di chi vi aveva trascorso mesi o anni di restrizioni e solitudine. Spesso ci ricordava, con il suo umorismo, che prima o poi sarebbero scadute le “proroghe” concessegli dal Signore e che avrebbe desiderato vedere realizzato questo suo sogno. Purtroppo, non abbiamo fatto in tempo, malgrado l’impegno e la presenza di un progetto finanziato. E questo è un cruccio che ci portiamo dentro in parecchi. Ma se un giorno tale monumento vedrà la luce non potremo che esser grati a Carlo e ricordarlo in modo adeguato. (…) Il suo impegno ecclesiale lo ha portato a svolgere un ruolo di promotore delle confraternite sul territorio (quali realtà di crescita comune nella fede e nella tradizione) e, soprattutto, di un coordinamento diocesano delle stesse.  Ma Carlo è stato anche un marito, un padre, un nonno esemplare, amato, prima ancora che rispettato, dai suoi familiari; ai quali ha insegnato la fede cristiana, la responsabilità nell’impegno in favore dell’altro, la passione civile. Da oggi, Carlo, continua a pregare, da Lassù, per la tua amata famiglia, per la tua amata città, per tutti noi”.

Omaggio a Carlo Costantini

Martedì sera, 8 febbraio 2022, abbiamo perso la straordinaria figura di Carlo Costantini che, per la nostra Associazione, è stato un’autentica e inesauribile fonte di notizie. Scompare con lui un protagonista e un testimone prezioso del Novecento alatrense, che con sobrietà, garbo e umiltà si è messo a nostra disposizione per raccontarci tanta parte della storia cittadina e non solo. Il suo lavoro, la sua laboriosità, la sua semplicità non muoiono con lui, ma restano “tesori” che custodiremo. Lo piange la sua famiglia, ma Carlo era “patrimonio” di tutti noi. Ci uniamo nell’abbraccio ai suoi familiari con questo video realizzato dalla nostra Maria Novella De Luca: immagini e parole in ricordo del grande Carlo Costantini

In memoria di Elda Filiberti

Oggi, 10 febbraio 2022, Luisa Ghidini, Consigliere Nazionale e Presidente della Sezione Anpc di Milano, ha partecipato al funerale della staffetta partigiana Elda Filiberti. Luisa Ghidini ha letto “La Preghiera del ribelle”, che Elda Filiberti amava recitare ad ogni manifestazione pubblica. L’orazione funebre fatta dall’amico Gianni Maiorano e dal Sindaco Rino Pruiti, ha dipinto così perfettamente la figura di questa partigiana eccezionale che ha commosso tutti i presenti (ne pubblichiamo qui di seguito il testo).

IN MEMORIA DI ELDA FILIBERTI

Ciao, Elda. Non dimentico il nostro primo incontro nel lontano 1976. Eri fiera di condurmi nei comuni della zona durante una difficile campagna elettorale quando Buccinasco era ancora ben lontana dall’essere quella che poi è diventata.

Ancora più fierezza manifestavi in quegli indimenticabili 25 aprile dove agile e passionale rinverdivi i tuoi anni rimettendo al collo quel fazzolettone azzurro dei partigiani cristiani.

Rivendicavi con orgoglio il tuo essere partecipe della resistenza e della tua caratterizzazione politico-culturale dentro il filone del cattolicesimo democratico. Lo facevi certa di essere accolta da quanti, pur di altre esperienze politiche, riconoscevano in te la giovane staffetta con la schiena diritta. D’altra parte tu non hai mai sofferto nello sfilare insieme con la tua azzurra bandiera dell’ANPC tra le tante rosse e questo ti ha dato il passaporto per un confronto franco e un dialogo proficuo e rispettoso. Un germe che, col passare del tempo, ha ricomposto dissidi e ridata quell’identità plurale e corale propria della resistenza contro l’oppressione nazifascista. E’ all’interno di questa dinamica che hai realizzato il tuo profilo mai venuto meno neppure negli anni che ti hanno vista impegnata dall’altra parte della barricata nel tuo impegno al servizio della comunità di Buccinasco.

Ne è passato, Elda, di tempo da allora. Ma sono ancora parecchi quelli che ricordano le tue battaglie da consigliere comunale ed insieme la profonda lealtà costituzionale che confermava quel legame all’epopea resistenziale quale battaglia comune per la liberta di tutti. Non era nella tua indole considerare l’avversario un nemico. E’ così che hai coltivato stima ed amicizia nei confronti di personaggi quali  Fulvio Formenti, Corrado Miscio, Novello Manzini che hanno costruito la storia della nostra comunità E tu insieme a loro.

E’ bello proprio qui ricordare il tuo senso anticipatorio del significato di sussidiarietà prima ancora che trovasse collocazione nella nostra carta costituzionale. Hai significativamente applicata a te stessa quella orizzontale contribuendo ed esponendoti anche finanziariamente per realizzare la scuola materna parrocchiale desiderata e voluta da don Stefano Bianchi. Su questo non sempre, come avresti meritato, hai trovato adeguato riconoscimento.

Ci siamo persi di vista per qualche anno, eppure non eravamo distanti. Io in fondo alla Ludovico il Moro a Milano e tu in via I° Maggio a Buccinasco, poco più che una manciata di chilometri. Erano i campi a separare le nostre abitazioni che sembravano più lontane per effetto delle marcite e dei fossi ancora numerosi e a cielo aperto ed una strada che necessitava sempre di manutenzione per evitare le buche e i tratti ancora non asfaltati. Ci siamo ritrovati a Buccinasco nel 1981 quando ho dovuto scegliere dove risiedere avendo perso il mio appartamento in affitto. Ho scoperto ed amato questa realtà a cui tu avevi già dato tanto. Sei stata per me e per tanti una consigliera ed una guida. Hai gioito alla mia prima esperienza da consigliere comunale analogamente a quando sono stato nominato assessore. Eri raggiante quando poi sono stato eletto Sindaco: un obiettivo da te desiderato e perseguito a coronamento di un percorso di condivisione e di armonizzazione con la società civile e di tutte le forze che ne hanno permesso la realizzazione.

Ti sono grato, Elda. Pubblicamente ti chiedo scusa se, consapevole delle tue difficoltà di salute e della precarietà nel riconoscere i tuoi interlocutori, ti ho mancato di attenzione una volta uscito dal palazzo. Non posso che salutarti ricordando a me ed a tutti un brano di quella stupenda preghiera di Teresio Olivelli che amavi declamare nella liturgia di saluto in memoria del 25 aprile: Tu che dicesti “Io sono la resurrezione e la vita” rendi nel dolore dell’Italia una vita generosa e severa. Liberaci dalla tentazione degli affetti, veglia tu sulle nostre famiglie. Sui monti ventosi e nelle nostre catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare!

Quella stessa pace, Elda, che tu, RIBELLE PER AMORE, hai oggi raggiunto godendo della serenità dei figli di Dio accompagnata dall’affetto e dalla attestazione di quanti si stringono intorno a te grati della tua linearità e della tua generosità.

Buccinasco, giovedì 10 febbraio 2022

Cinisello Balsamo: Giorno del Ricordo 2022

Cinisello Balsamo ha celebrato questa mattina il Giorno del Ricordo con una cerimonia all’interno del giardino intitolato ai Martiri delle Foibe e dedicato due anni fa a Norma Cossetto, la giovane studentessa universitaria istriana imprigionata da partigiani jugoslavi nel 1943 e poi barbaramente gettata in una foiba.

Presenti il sindaco Giacomo Ghilardi, la giunta, le autorità cittadine, alcune associazioni e una rappresentanza di studenti della scuola Morandi accompagnati dalla loro insegnante. La Sezione Anpc di Cinisello Balsamo era presente.

Don Ampelio Crema, superiore della Comunità dei Paolini ha letto alcune poesie e recitato una preghiera, mentre Lorenzo Galli, coordinatore regionale dell’Unione degli Istriani, ha portato un messaggio dell’associazione per realizzare insieme all’Amministrazione iniziative di carattere culturale, didattico e formativo finalizzate alla diffusione della conoscenza delle vicende dell’esodo e delle foibe, in particolare tra le giovani generazioni.

Pubblichiamo alcune foto della Cerimonia e la preghiera recitata da Don Ampelio Crema “ Non c’è notte buia e senza stelle o abisso profondo e tetro che non permetta all’uomo di innalzare il suo pianto, il suo grido di aiuto”.

Giorno del Ricordo 2022 a Ferrara: inaugurato monumento ai Martiri delle Foibe

Giovedì 10 febbraio 2022 alle 10, in piazzale Poledrelli a Ferrara, si è tenuta la cerimonia pubblica inaugurale del “Monumento ai Martiri delle Foibe” posizionato nel parco adiacente alle scuole Poledrelli. Lo scoprimento del nuovo monumento è il momento centrale del calendario di iniziative cittadine promosse all’insegna del ‘Giorno del Ricordo 2022. Istria, Fiume e Dalmazia – ricordo di un esodo‘. 

Presente il Direttivo della Sezione Anpc di Ferrara,
in particolare Flavio Rabar, animatore della sezione, ed esule fiumano (nelle foto qui sotto).

Ci ha lasciati Carlo Costantini

All’età di 96 anni il nostro Consigliere Carlo Costantini è tornato alla casa del Padre ieri sera nella propria abitazione in Alatri.

Ha lasciato questa terra serenamente come aveva vissuto, memoria storica dell’ANPC, oltre ad essere Consigliere Nazionale era Presidente provinciale di Frosinone, dove per anni aveva lavorato per portare alla conoscenza dei giovani il contributo dei cattolici alla resistenza. Ci ha lasciato molti scritti che narrano le vicende di guerra nel territorio ciociaro. Grande il suo impegno e la tenacia per ridare vita all’ex campo di concentramento “Le Fraschette” ad Alatri luogo per troppo tempo abbandonato ma che ancora potrebbe testimoniare le sofferenze e i dolori patiti da quanti in quel luogo sono stati costretti a soggiornare. Non è riuscito, a vedere il progetto realizzato.

Ricoprì la carica di sindaco di Alatri dal 1965 al 1974 e Segretario diocesano emerito delle 43 Confraternite presenti nei 14 comuni della diocesi della diocesi Anagni Alatri, dal 2000 al 2010.

Le esequie si terranno domani 10 febbraio alle ore 11,00 presso la Collegiata Santa Maria di Alatri.

Per la cronaca Carlo Costantini aveva festeggiato 90 anni il 26 marzo 2015 presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale su iniziativa proposta dagli Amici dell’ANPC.

“L’amico Carlo – ci dice lo storico e giornalista Giorgio Alessandro Pacetti – si è distinto nel tessuto della vita sociale, per quanto di bello e importante è riuscito a fare sia per la sua città natia Alatri e sia per le Associazioni che lo hanno visto sempre protagonista, divenendo punto di riferimento per intere generazioni. Il fervore profuso nel difendere e rappresentare i valori di lealtà, di operosità, di associazionismo volto al bene collettivo, ora siano per te Carlo, nel Regno del Padre, perle di eternità.

 “La scomparsa di Carlo Costantini rappresenta una grave perdita per la nostra Alatri – ha affermato Maurizio Cianfrocca – Carlo, oltre che Sindaco, ha rappresentato un pezzo di storia per le sue molteplici attività rivolte sempre alla salvaguardia dei principi basilari della nostra Costituzione. Adesso, tornato alla casa del Padre, vigilerà sulla sua città e sul mondo dell’associazionismo che è stato parte fondante della sua attività sociale. Un grazie a lui per tutto quello che ha fatto per la nostra comunità e sentite condoglianze alla sua famiglia “gloria”.

Riportiamo di seguito il ricordo del Prof. Pietro Alviti pubblicato su Alessio Porcu.it che ci riporta una testimonianza di Costantini.

Democrazia in lutto, si è spento, ad Alatri, Carlo Costantini

Lo ricordo quando, io ragazzo neppure diciottenne, in mezzo a tanti adulti, veniva nella sezione della Dc a via Magenta, dove oggi c’è la trattoria di Ester, a cercare di riordinare le cose, chiarire, dibattere. Era, in quegli anni, segretario provinciale della Dc, ma non sapevo che alcuni anni prima, da dirigente dell’Azione Cattolica, aveva guidato la resistenza dei giovani alatrensi contro i nazifascisti. Fu poi più volte sindaco di Alatri. La sua scomparsa priva la democrazia di un grande testimone che negli ultimi anni aveva guidato l’Associazione Partigiani Cristiani. Per ricordarlo, ripropongo il suo racconto del 2 giugno 1946 agli studenti della consulta provinciale. Aveva 21 anni.

UNA SCELTA DIFFICILE

Quasi all’inizio dell’anno scolastico 1943-1944 a noi studenti di seconda liceale, nati negli anni 1923 -24 e 25 – si presentò in classe il preside avvisando che eravamo obbligati a recarci al Distretto militare (che poi era a due passi dalla nostra scuola essendo stato trasferito da Frosinone ad Alatri a causa dei continui bombardamenti del capoluogo) per “regolarizzare” la nostra posizione militare.

“Regolarizzare” era un eufemismo, una parola normale per un evento fuori dall’ ordinario: significava essere arruolati nell’ esercito e partecipare alla guerra in corso.

Una scelta obbligata dalle ordinanze della “R.S.I.” Repubblica sociale italiana, governo fantoccio, strumento dei tedeschi.

Una scelta che però tanti di noi si rifiutarono di fare, tanto è vero che su 8000 obbligati nella nostra provincia, solo 200 accettarono l’ordine di presentarsi alle armi …

Non solo rifiutammo di arruolarci ma, con un gruppo di coetanei del locale circolo cattolico, con la tacita approvazione dei nostri assistenti e del Vescovo di Alatri, mons. Edoardo Facchini, ci adoperammo con ogni mezzo per convincere tanti altri giovani a seguire il nostro esempio.

Iniziammo allora a collaborare alla pubblicazione di un giornalino clandestino intitolato “Libertà”, duplicato con il ciclostile dell’Azione Cattolica messoci a disposizione dal Vescovo.

Ricordo che toccò proprio a me scrivere un messaggio dal titolo “il grido dei giovani” con il quale contestavamo il governo repubblichino e invitavamo i giovani a non rispondere al richiamo alle armi. Tale messaggio, pubblicato sul giornalino, fu da noi affisso di notte in vari punti della città.

Iniziò così la nostra collaborazione alla Resistenza in Ciociaria affiancando quella di carattere militare curata dal Comitato Ciociaro di Liberazione, composto dai rappresentanti dei partiti antifascisti e da militari che si trasformò poi in Comitato di Liberazione Nazionale.

Intanto anche nella nostra provincia i tedeschi e i loro alleati repubblichini compivano fucilazioni ed eccidi della popolazione inerme che cercava di resistere alle vessazioni e ai rastrellamenti.

Ricordiamo i tragici episodi di Cardito di Vallerotonda, di Ripi, di Mole di Paliano, di S. Andrea, di Vallemaio, di Collecarino di Arpino. A Fiuggi i tedeschi impiccarono Angela Maria Rossi, una donna di Alatri sospettata ingiustamente di tentato avvelenamento di militari tedeschi che avevano requisito nella sua casa viveri e vettovaglie.

A Tecchiena di Alatri ci fu uno scontro tra partigiani e militari alla macchia e un reparto repubblichino in cui rimase ucciso il brigadiere dei carabinieri Felice Cataldi, cui verrà poi conferita la medaglia d’argento al valor militare. Azioni militari contro i tedeschi vennero compiute anche ad Anagni, Ceprano, Collepardo, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Giuliano di Roma, Guarcino, Paliano, Patrica e in molti altri centri.

CIOCIARI NELLA RESISTENZA FUORI PROVINCIA

Guido Alonzi, nativo di Veroli, fu animatore della Resistenza Lecchese, stretto collaboratore di Ferruccio Parri, arrestato e torturato dalla banda di Kock, ricoverato in una clinica riuscì ad evadere. Il contributo dei ciociari alla Resistenza viene anche in altre zone del Paese, a Roma e anche all’estero. Ne ricordo alcuni:

Dodici ciociari furono trucidati dai tedeschi alle Fosse Ardeatine: l’Amministrazione Provinciale li ha ricordati solennemente con un Convegno e una apposita pubblicazione, alla quale abbiamo collaborato anche noi dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Frosinone.

Il carabiniere Alberto La Rocca in Fiesole si consegna al comando germanico che minaccia di fucilare 10 ostaggi se non si presenta.

Il sottotenente Gino Sellari a Cuneo si lega alle formazioni di “Giustizia e Libertà” – tradito viene fucilato.

Don Giuseppe Morosini già cappellano militare partecipa attivamente alla Resistenza romana – venne fucilato a Forte Bravetta.

Ricordo in particolare, qui oggi, due giovanissimi: Ilario Canacci e Luigi Celani.

Canacci nato a Roma nel 1927 ma vissuto ad Alatri dove frequentò le elementari; tornato a 14 anni a Roma aderì al movimento comunista, arrestato fu trucidato alle Fosse Ardeatine.

Celani, giovane di origini ciociare, partecipa giovanissimo a Roma all’ attività dei gruppi di Azione Patriottica di ispirazione socialista.

Non possiamo passare sotto silenzio, a questo punto, le due pagine buie di questo periodo di guerra spietata e cinica: le foibe e le turpi violenze delle truppe marocchine. Su tali episodi, sui quali sono esplose tante polemiche, esprimiamo una condanna totale e la solidarietà alle vittime innocenti.

Quando ai primi di giugno del 1944 le truppe alleate giunsero in Ciociaria trovarono il movimento della Resistenza ciociara pronto ad assumere autonomamente responsabilità politiche ed amministrative.

Il C.L.N. costituito in Ciociaria designò così i primi amministratori locali che sostituirono i podestà fascisti. Anche per l’Amministrazione Provinciale e per la Consulta Nazionale vi furono apposite designazioni.

Ricordiamo che primo Presidente dell’Amministrazione Provinciale venne nominato l’avv. Domenico Marzi comunista, lo stesso fu nominato sindaco di Frosinone e rimase in carica da giugno a novembre quando venne sostituito dall’ avv. Giacomo Di Palma democristiano. Ad Alatri a capo dell’amministrazione venne nominato il preside Carlo Minnocci, già sindaco del Partito Popolare Italiano prima del fascismo, a Cassino primo sindaco fu Gaetano Di Biasio e a Sora Giuseppe Ferri.

Scusate, dimenticavo di dirvi che ai primi di giugno del 1944, passati gli alleati all’ inseguimento dei resti dell’esercito tedesco in rapida ritirata dal fronte di Cassino, si erano riaperte per noi le porte di quel Liceo dal quale eravamo stati allontanati in maniera così brusca e inaspettata.

Rientrammo nelle nostre aule per conseguire la sospirata maturità classica, ma avevamo già raggiunto, fuori dalla scuola, a contatto con il movimento della Resistenza Ciociara, ben altra maturità civica e morale.

Di questa giornata importante anche per l’incontro tra le nuove e le vecchie generazioni, voluto così opportunamente dalla Consulta provinciale degli studenti e dall’ Ufficio Scolastico Provinciale, vorrei che restassero nella mente e nel cuore di tutti tre parole, tre eventi che caratterizzarono gli anni dal 1944 al 1948, e che suscitarono tanto entusiasmo:  

RESISTENZA – REPUBBLICA – COSTITUZIONE

Due erre e una ci per la continuità della democrazia italiana.

Giornata del ricordo 2022 di Giovanni Ravelli (Anpc Bollate)

Una verità ancora oggi scomoda e difficile da accettare. L’esodo dei 300 mila Italiani costretti a lasciare la propria casa e la propria terra, in cerca di rifugio altrove. Gente che si è trovata a vivere, in quegli anni interminabili – dal 1943 al 1956 in una regione ai confini orientali contesa e sacrificata in nome di una Pace che ha dato tutte le ragioni ai vincitori della guerra e nessun riconoscimento alle vittime civili.

Come per la storia di Norma Cossetto, studentessa di Lettere prossima alla laurea, che viveva in un paese dell’Istria, Visinada; fu torturata e seviziata da partigiani jugoslavi e poi gettata in una foiba. Le foibe, queste cavità carsiche a forma d’imbuto rovesciato che tappezzano l’Istria; se ne contano, difatti, oltre mille. Appartenute anche alla tradizione e al folclore delle favole per bambini, le foibe divengono, a partire dal ’43, abissi infernali, nei quali risulta facile sbarazzarsi, senza alcuno scrupolo, di gente comune, colpevole solo d’essere italiana.

Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino n. 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.
Nel porto vecchio di Trieste, il Magazzino N.18 conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia, e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione dolorosa e complessa – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia.

Per ragioni di politica internazionale e divisione delle influenze tra est ed ovest si è taciuto troppo a lungo su questi fatti sino a quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Il  “giorno del Ricordo”, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo.

Il Presidente ANPI Smuraglia, fece notare che «sui confini orientali e relative vicende c’è stato un documento prodotto da un gruppo di storici non solo italiani, che merita attenzione per lo sforzo di obiettività che lo contraddistingue. Proprio per rispettare i sentimenti di molti che sono stati coinvolti in una vera tragedia con le loro famiglie, sarebbe opportuno che ognuno riponesse le “armi” e ricorresse alla dialettica civile ed al confronto, per appurare la verità e raggiungere risultati convincenti, al di là delle emozioni. Sta arrivando il momento della storia, in luogo di quello della cronaca e del dolore. Ed è solo questa, la riflessione storica che può aiutarci ad uscire da una impasse che si trascina da troppo tempo.

L’ANPC vuole celebrare il giorno del Ricordo con questo documento che vogliamo condividere per ricordare cioè riportare al cuore le vicende e le sofferenze di una parte del popolo italiano che ha dovuto lasciare la propria casa alla ricerca della Libertà promessa da liberatori che si erano rivelati uguali agli oppressori solo con “una divisa di un’altro colore

Giovanni Ravelli – ANPC Bollate

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