ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Archivi per il mese di “febbraio, 2024”

Il 19 marzo 2024: “Partigiani cristiani nella Resistenza”

Appuntamento presso la Casa della Memoria e della Storia martedì 19 marzo alle ore 17,00 per la presentazione del libro “Partigiani cristiani nella Resistenza. La storia ritrovata (1943-1945)” di Alberto Leoni e Stefano R. Contini.

Presiede e dialoga con gli autori Mariapia Garavaglia. Introduce Gianfranco Noferi e interviene Luisa Ghidini.

Scarica qui la locandina in formato pdf:

L’8 marzo alla Casa della Memoria

Le Associazioni della Casa della Memoria e della Storia invitano alla presentazione del libro di Patrizia Gabrielli: “Il Comune alle donne. Le dodici sindache del 1946”. Di seguito la locandina dell’evento.

Presentazione libro “Don Libero Raglianti, un prete tra guerra e Resistenza”

Segnaliamo la presentazione del libro “Don Libero Raglianti, un prete tra guerra e Resistenza” di Gianluca Fulvetti. La presentazione del libro si terrà lunedì 26 febbraio alle ore 17.30 presso la Sala del Trono di Palazzo Ducale – Lucca. Dopo i saluti istituzionali di Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, e di Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca, l’autore dialogherà con Sante Lesti, Università di Pisa. Gianluca Fulvetti insegna storia contemporanea all’Università di Pisa. Si occupa di storia della Resistenza e della Seconda guerra mondiale, e più in generale della storia d’Italia nel Novecento. È vicepresidente dell’Istituto storico della Resistenza di Lucca e membro del comitato scientifico del Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema. Ha coordinato le ricerche dell’Atlante nazionale delle stragi naziste. Da anni si occupa di chiesa, guerra e Resistenza.

Il libro segue la vita di don Libero Raglianti dalla nascita a Cenaia nel 1914 sino alla morte, avvenuta a Laiano di Filettole alla fine di agosto del 1944. Intreccia fonti di archivio, memorialistica, alcune lettere e appunti del sacerdote e le testimonianze orali di chi lo ha conosciuto. Ne viene fuori un racconto corale: della sua vocazione e della formazione nel seminario di Santa Caterina a Pisa; della comunità di Valdicastello durante il conflitto mondiale; del suo attivismo di fronte alla fame, agli sfollamenti, alle violenze fasciste e tedesche; della strage di Sant’Anna di Stazzema e della mancata giustizia; e soprattutto di una generazione di sacerdoti e uomini di chiesa che, nella Diocesi di Pisa e in quella di Lucca, pagarono con la vita nel 1944 il loro impegno a favore degli ultimi, in nome del Vangelo, e anche la scelta della Resistenza.

CALL FOR PAPER – IL 1944 E LA LOTTA IN ARMI NELL’ITALIA CENTRALE: FRA GUERRA TOTALE E SCELTE RESISTENZIALI

Segnaliamo questa iniziativa dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea di Firenze.

In occasione dell’80° anniversario della Resistenza, l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, in collaborazione con la Rete toscana degli Istituti provinciali della Resistenza promuove l’invio di contributi per una giornata di studi – da tenersi a Firenze nell’autunno 2024 – dedicata ad approfondire le dinamiche, le fasi e le figure protagoniste della lotta armata condotta fra Italia centrale e linea Gotica, con una particolare attenzione alla Toscana.

La lotta armata nell’Italia di mezzo ebbe delle caratteristiche differenti da quella realizzata nel Nord, a cui generalmente si fa riferimento quando si pensa alla Resistenza. Una differenza che si può ricondurre in primo luogo a due elementi. Il primo relativo allo spazio: un territorio attraversato da una dorsale montuosa ma dominato dal paesaggio collinare e dall’appoderamento contadino, con un rapporto molto intenso con le linee costiere, pone dei problemi peculiari a ogni progetto di organizzazione militare partigiana. Il secondo relativo al tempo: la possibilità di sviluppo di un’esperienza resistenziale, avviata per tutti nel settembre 1943, vide insieme un’accelerazione frenetica e un termine cronologico con il passaggio del fronte, occorso nell’Italia centrale tra la primavera e l’autunno del 1944, con solo alcune limitate aree rimaste a nord della Linea Gotica fino all’aprile 1945.

Nel contesto della guerra totale e delle scelte resistenziali nel 1944, alla luce di una rinnovata stagione di studi e ricerche spesso sostenute dagli Istituti della Resistenza, si invitano le persone interessate a inviare delle proposte che riescano ad approfondire il tema delle peculiarità della lotta in armi nell’Italia centrale, prestando attenzione al metodo utilizzato e alla critica delle fonti, nonché al rapporto tra la Resistenza in armi e le resistenze civili. In particolare, si sollecitano relazioni per approfondire gli argomenti corrispondenti alle sessioni di lavoro della giornata di studio:

1. Scegliere la lotta armata: biografie, generazioni e generi, spazi e tempi, motivazioni, opzioni e progetti politici.

2. “Avviare la lotta armata“: la gestazione dal 25 luglio all’8 settembre, il rapporto fra Comitati militari, CLN e bande, la riorganizzazione territoriale e il coordinamento regionale, le diverse anime della Resistenza toscana, il rapporto con gli alleati.

3. Praticare la lotta armata: l’uso delle armi, la vita alla macchia, il confronto con il nemico e con la morte; personalismi e disciplina; il rapporto con la violenza subita e praticata; il rapporto con il mondo contadino e la popolazione civile; i rapporti di genere; le bande come “microcosmi di democrazia diretta”.

4. Rappresentare la lotta armata: propagande a confronto (RSI, CLN, partiti, formazioni), memorie, liturgie, rappresentazioni, monumenti e luoghi di memoria.

Le proposte di intervento (massimo 500 parole) dovranno essere accompagnate da un breve CV. È particolarmente incoraggiata la partecipazione di giovani ricercatori e ricercatrici.
Le proposte devono essere inviate al seguente indirizzo: direzione@istoresistenzatoscana.itentro il 24 aprile 2024.
Le decisioni del Comitato scientifico verranno comunicate entro il 31 maggio 2024.
Il Comitato scientifico è composto da Enrico Acciai, Ilaria Cansella, Stefano Gallo, Laura Mattei, Matteo Mazzoni.

La mostra sugli Internati Militari Italiani ad Acqui Terme

Sabato 24 febbraio, alle 12, presso la biblioteca civica di Acqui, verrà inaugurata la mostra fotografica intitolata: “Resistere, non piegarci”. La resistenza senz’armi dei militari italiani nei lager nazisti (1943-1945), organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (ANPC) in collaborazione con l’Associazione Italiana Combattenti Interalleati (AICI), Centro XXV Aprile, le ACLI Milanesi e in particolare il Circolo ACLI “Giovanni Bianchi” di Milano-Lambrate, per ricordare quanto successo ai nostri militari in seguito alla resa italiana dell’8 settembre 1943.

Durante l’inaugurazione della mostra, interverranno la consigliera nazionale ANPC Luisa Ghidini Comotti e il curatore della mostra Stefano R. Contini, delegato AICI per la zona di Acqui Terme. La mostra resterà aperta fino a mercoledì 27 marzo, con i seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30 e venerdì dalle 8.30 alle 13.30.

(pubblicato su: https://www.settimanalelancora.it/2024/02/22/in-biblioteca-la-mostra-sugli-internati-militari-italiani/ )

Nel nome di Aleksej Navalny

Oggi alle 18,30 in Campidoglio nel nome di Aleksej Navalny, in rappresentanza dell’Anpc la Vicepresidente Nazionale Silvia Costa ed il Consigliere Nazionale Gianfranco Noferi.

“SE MI UCCIDONO, NON AVETE IL DIRITTO DI ARRENDERVI”. “Il mio messaggio se dovessi essere ucciso, è semplice: non arrendetevi. E’ una cosa molto ovvia da dire: non avete il permesso di arrendervi. Se dovessero decidere di uccidermi vuol dire che siamo incredibilmente forti. Dobbiamo utilizzare questo potere per non rassegnarci, per ricordarci che siamo un grande potere per non rassegnarci, per ricordarci che siamo un grande potere che è stato oppresso da questi ceffi. Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti. L’unica cosa che serve al male per trionfare è che il bene non faccia nulla. Quindi non siate inerti”. Alexei Navalny (dal documentario “Navalny” premiato con l’Oscar nel 2022).

Iole Mancini compie 104 anni

Tutta la Anpc fa gli auguri con gratitudine a Iole Mancini che oggi, 19 febbraio 2024, compie 104 anni. Iole Mancini, staffetta partigiana, ultima sopravvissuta della prigione di via Tasso e preziosa memoria storica della Resistenza.

La storia di Iole Mancini

Il 5 marzo 1944, all’età di 24 anni, Iole Mancini sposa il suo grande amore, Ernesto Borghesi, membro dei Gap (Gruppi di azione patriottica), che ha 26 anni. Borghesi è tra gli autori dell’attacco alla colonna di militari dell’esercito tedesco in via Rasella e cade nelle mani della polizia il 7 aprile 1944, dopo un fallito attentato a Vittorio Mussolini, fuori dalla sua residenza di via Lima. In quella occasione vengono catturati, con Borghesi, Marisa Musu e Pasquale Balsamo. Borghese riesce a evadere dal carcere di “Regina Coeli” e, per rappresaglia, i tedeschi arrestano tutta la sua famiglia, tra cui sua moglie, Iole Mancini, che viene rinchiusa nelle carceri di via Tasso fino alla liberazione di Roma. Iole viene interrogata e torturata da un terribile aguzzino: Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine, ma non cede mai, non parla e protegge fino all’ultimo il marito. Poi, finalmente, il 4 giugno 1944 torna libera. Negli anni è sempre intervenuta per ricordare, anche ai più giovani, gli orrori del nazifascismo. “Grazie Iole per la tua forza di allora e per i tuoi racconti di oggi e per tutte le volte che ricordi il valore della Resistenza e della libertà” scrive l’Anpi.

Iole Mancini è medaglia d’argento al valore militare. Ha raccontato la sua storia anche nel volume «Un amore partigiano».

RINNOVO CONSIGLIO  DIRETTIVO ANPC CREMONA.

COMUNICATO STAMPA ANPC CREMONA

Nelle scorse settimane è stato nominato il nuovo Consiglio Direttivo della ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI CRISTIANI DI CREMONA. Dopo la scomparsa dell’indimenticabile storico presidente ANGELO RESCAGLIO, all’unanimità è stato eletto presidente FRANCO VERDI, figura assai nota a Cremona. Vicepresidente la signora AGOSTINA AGOSTI, mentre nell’incarico di coordinatore è stato riconfermato GIORGIO CARNEVALI. Le finalità e gli scopi dell’Associazione sono rappresentati dalla nobile idea di condividere intenti educativi, sociali e civili che dalle macerie morali della guerra hanno posto le premesse della storia repubblicana e della Carta costituzionale. Soprattutto nella volontà di proiettarsi nel futuro, immediato e lontano, con immutata posizione democratica, popolare e culturale, nella consapevolezza  che gli alti  valori di democrazia e di libertà espressi dalla nostra Costituzione verranno sempre considerati quali irrinunciabili principi etici, sociali e morali.

Auguri di pronta ripresa al Ministro della Difesa

L’ANPC formula cordiali auguri al Ministro Crosetto per pronta ripresa del Suo importante impegno
Mariapia Garavaglia

Sarà beatificato Don Giuseppe Rossi, giovane prete ucciso dai fascisti nel ’45

Verbania – Don Giuseppe Rossi, 33enne parroco di Castiglione Ossola, in provincia di Verbania, ucciso nel 1945 da una squadraccia fascista, sarà proclamato beato il prossimo 26 maggio. Lo ha comunicato la Segreteria di Stato del Vaticano alla diocesi di Novara. La funzione, nella cattedrale di Novara, sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle cause dei santi. Nato il 3 novembre 1912, e ordinato prete il 29 giugno 1937, don Giuseppe divenne parroco di Castiglione Ossola, un piccolo paese della valle Anzasca, ai piedi del Monte Rosa, il 30 ottobre 1938.

Il 26 febbraio 1945 i partigiani, saputo che la legione “Ettore Muti” di Ravenna stava salendo verso Macugnaga, si appostarono per fermarla. Nell’attacco morirono due camicie nere e altre 15 rimasero ferite. Subito, per sottrarsi alla rappresaglia, gli uomini di Castiglione lasciarono il paese, mentre il curato restò in canonica. I componenti della brigata bruciarono alcune case e rastrellarono 45 fra anziani, donne e bambini. Oltre a don Rossi accusato di aver suonato le campane per segnalare il passaggio della colonna. Tutti gli ostaggi dopo lunghissimi interrogatori furono liberati, ma nella notte l’arciprete venne prelevato da quattro militari: di lui non si seppe più nulla per otto giorni. Fu ritrovato nel vallone vicino all’abitato della frazione di Colombetti sepolto in una fossa che era stato costretto a scavare a mani nude: il cranio spaccato dal calcio di un fucile, una pugnalata alla schiena e un colpo d’arma da fuoco in viso. Giuseppe Rossi, “umile prete, esemplare per la vita di preghiera e per il generoso servizio alla sua gente” è stato l”Icona di un parroco martire’, che si è speso sino alla fine, testimonianza di fedeltà e dedizione sacerdotale al bene della propria comunità, con la quale ha saputo condividere tutto”. Così il vescovo di Novara monsignor Franco Giulio Brambilla ha salutato la decisione della beatificazione. Don Rossi – ha concluso il vescovo – è stato “un modello per tutto il popolo di Dio, e in particolare per noi sacerdoti e per i laici che svolgono un ministero a servizio della Chiesa”.

(pubblicato su La Repubblica del 9/02/2024 https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/02/09/news/sara_beatificato_don_giuseppe_rossi_giovane_prete_ucciso_dai_fascisti_nel_45-422101034/)

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