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Eccidio sul Tancia: un nuovo libro di Antonio Cipolloni

Venerdì 9 maggio ore 16,30 presso l’Archivio di Stato di Rieti sarà presentato il libro di Antonio Cipolloni ECCIDIO SUL TANCIA.7 APRILE 1944, Interverranno il generale Enzo Climinti e il direttore dell’Archivio di Stato Roberto Lorenzetti. Sarà presente l’autore.
Eccidio del Tancia
2 eccidio del tancia

Il programma del 70° della Liberazione della Sezione di Rieti

brochure programma Rieti 70°Resistenza

Il 25 Aprile in Quirinale a Roma

Intervento del Presidente Napolitano all’incontro con le Associazioni Partigiane, Combattentistiche e d’Arma nel 69° Anniversario della Liberazione

 

Palazzo del Quirinale, 25/04/2014

Anche quest’anno, l’incontro con le rappresentanze delle associazioni partigiane, combattentistiche e d’Arma, e insieme della Confederazione italiana tra le associazioni combattentistiche e partigiane, costituisce la cornice più degna e significativa per la celebrazione del 25 aprile, festa della Liberazione. Per una celebrazione che veda uniti, nella persona del Capo dello Stato le massime istituzioni della Repubblica, e in tutti voi quel mondo associativo che racchiude in sé l’universo dei valori storici del patriottismo, della lealtà verso la nazione e della combattiva difesa dei suoi interessi, della sua dignità, della sua sicurezza.

Nel celebrare, nel 2010 e 2011, il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, abbiamo potuto verificare, con profonda soddisfazione, come sia rimasta viva e operante quella riscoperta del senso della patria che, dopo la rovina del nazionalismo fascista, fu un frutto prezioso della Resistenza, in un rinnovato legame con la tradizione del Risorgimento. Un senso della patria che venne riscoperto in uno col valore della libertà, divenendo sostrato essenziale della costruzione – a partire dal 25 aprile 1945 – della nuova Italia democratica, repubblicana, costituzionale.

I valori e i meriti della Resistenza, del movimento partigiano, dei militari schieratisi nelle file della lotta di Liberazione e delle risorte forze Armate italiane, restano incancellabili, al di fuori di ogni retorica mitizzazione e nel rifiuto di ogni faziosa denigrazione : e a voi, alle vostre associazioni, tocca portare avanti una meritoria opera di trasmissione di quei valori e di quella complessa e drammatica esperienza in un rapporto che va sempre ristabilito con le generazioni più giovani.

La Resistenza, l’impegno per riconquistare all’Italia libertà e indipendenza, fu nel suo insieme un grande moto civile e ideale, cui parteciparono in vario modo le popolazioni delle regioni occupate dalle forze della Germania nazista. Ma fu innanzitutto – non sembri superfluo sottolinearlo – popolo in armi, mobilitazione coraggiosa di cittadini, giovani e giovanissimi, che si ribellavano all’oppressione straniera, di italiani che uscivano dalle dure vicende della guerra fascista e riprendevano le armi per la causa della liberazione dell’Italia e dell’Europa dal totalitarismo e dal dominio tedesco. E non mancò l’apporto delle donne che nel ’44 si costituirono nelle regioni del Nord in “Gruppi di difesa delle donne”.

Lo stesso fondamentale obbiettivo di un futuro di pace esigeva una mobilitazione armata, che si avvalesse delle nostre migliori tradizioni militari. Non c’era spazio per un’aspirazione inerme alla pace ; l’alternativa era tra un’equivoca passività e una scelta combattente. Fu quest’ultima che risultò decisiva per restituire dignità nazionale all’Italia. Esitazioni e ambiguità furono spazzate via con la dichiarazione di guerra alla Germania, il 13 ottobre 1943, da parte del nuovo governo italiano ; e il conseguente riconoscimento del pur anomalo status di paese cobelligerante, di fatto partecipe dell’alleanza antifascista, consentì all’Italia di prendere il suo posto nel futuro dell’Europa e dell’intero mondo democratico.

Il 6 giugno prossimo avrò l’onore di rappresentare l’Italia – su invito del Presidente della Repubblica francese – alle solenni celebrazioni in Normandia del settantesimo anniversario del grandioso e decisivo sbarco alleato. E vi parteciperò in nome di un popolo che aveva rotto nel 1943 con il fascismo e con l’asservimento alla Germania hitleriana, e in nome delle nostre nuove forze armate nazionali che allora già combattevano in Italia insieme con le forze anglo-americane. Due giorni prima dello sbarco in Normandia, il 4 giugno del 1944, le forze alleate entrarono in Roma come liberatrici anche grazie all’eroico contributo della Resistenza romana.

Sono, questi, dei decisivi momenti che vanno sempre ricordati insieme a tanti altri che segnarono il cruciale periodo tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945. Momenti di umiliazione dapprima e quindi di riscossa ; momenti di lotta vittoriosa e di terribile sacrificio. Il sacrificio, sopra ogni altro, di quanti pagarono il prezzo di feroci e vili ritorsioni : saluto i molti nostri ospiti che rappresentano oggi qui tante tappe di quel duro e doloroso cammino. Saluto in primo luogo – perché meritano una riparazione per l’aver lasciato, tutti noi, troppo a lungo in ombra quella dolorosissima esperienza – i famigliari dei 103 ufficiali del decimo Reggimento “Regina”, che nell’isola greca di Kos nell’ottobre del 1943 furono sommariamente processati e barbaramente trucidati per non essersi piegati alle pretese germaniche di sopraffazione e alle minacce di brutale ritorsione. La grande maggioranza di essi aveva meno di 30 anni. Al loro consapevole e coraggioso comportamento deve andare oggi il nostro omaggio, additandolo come esempio di fedeltà a valori essenziali di coerenza, fierezza e amor di patria. E insieme auspico che le spoglie dei trentasette ufficiali che ancora giacciono in luogo ignoto dell’isola possano presto trovare una degna e onorevole sepoltura, confortata dalla riconoscenza e dalla pietà di noi tutti.

Saluto nello stesso spirito tutti i Sindaci e rappresentanti delle città-martiri delle orrende indiscriminate reazioni di rabbia sanguinaria da parte delle forze di occupazione contro gli italiani che davano prova di fierezza e di amore per la libertà. Parlo delle stragi naziste, dalle più note a tutte le altre, di cui voi, cari invitati, portate testimonianza. D’altronde ho io stesso ripercorso nelle scorse settimane alcuni di quei luoghi e rivissuto alcune di quelle vicende di violenza e di distruzione: da Cassino e Montecassino alle Fosse Ardeatine, vero e proprio sacrario delle vittime di un bestiale antisemitismo.

In questo giorno il mio pensiero va anche alle prove dolorose che seppero affrontare con grande coraggio e spirito di fedeltà alla Nazione i numerosissimi militari italiani che vennero internati in Germania e che non cedettero ad alcuna lusinga, ma scrissero le loro pagine nella storia della Resistenza.

Ma è giusto, a proposito di stragi e massacri nazisti, citare le alte espressioni di omaggio, in chiave non solo di riflessione autocritica ma di nobile manifestazione di un senso di colpa collettivo che sono venute anni fa e ancora di recente da rappresentanti di grande autorità istituzionale e morale della Repubblica federale tedesca : da ultimo, la visita ispirata e commovente a Sant’Anna di Stazzema e l’incontro con la gente del Presidente Gauck, l’abbraccio con cui noi Capi di Stato di due paesi che poi hanno dato molto alla costruzione di un’Europa unita, ci riconoscemmo in valori comuni di libertà e solidarietà.

Purtroppo l’Europa e le sue istituzioni hanno dovuto negli ultimi anni affrontare una crisi finanziaria, economica e sociale da cui ancora faticano a uscire, e una conseguente crisi di fiducia che mette a rischio il lungimirante processo di integrazione avviato all’indomani della seconda guerra mondiale. E invece di un ulteriore sviluppo del processo d’integrazione, anche in senso politico, abbiamo più che mai bisogno per parlare da Europei con una voce sola, per far pesare nei nuovi equilibri globali quelle tradizioni e quelle potenzialità che possiamo ormai esprimere solo unendo i nostri sforzi.

Unendo le nostre forze anche nel campo della difesa e della sicurezza, dinanzi ai molteplici focolai di tensione e di conflitto che si sono venuti accendendo non lontano dai confini dell’Unione Europea. L’Italia e l’Europa sono chiamate a concorrere al superamento di qualsiasi contrapposizione – specialmente, oggi, nell’area del partenariato orientale coltivato dalle istituzioni dell’Unione – ricorrendo a tutte le risorse della diplomazia, attraverso negoziati da condurre con realismo e moderazione. Ma certo non possiamo sottovalutare la necessità di essere in grado di dare un concreto apporto, dove sia necessario – come già lo è stato in varii teatri di crisi – sul piano militare.

Nessuna delle missioni europee e internazionali che sono risultate efficaci – dal Kossovo al Libano – per produrre effetti di stabilizzazione e di salvaguardia della pace, sarebbe stata possibile senza il supporto delle Forze Armate dei nostri paesi.

Dobbiamo dunque procedere nella piena, consapevole valorizzazione delle Forze Armate che continuano a fare onore all’Italia. E desidero non far mancare una parola per come fanno onore all’Italia i nostri due Marò a lungo ingiustamente trattenuti lontano dalle loro famiglie e dalla loro Patria. Dobbiamo procedere in un serio impegno di rinnovamento e di riforma dello strumento militare, razionalizzando le nostre strutture e i nostri mezzi, come si è iniziato a fare con la legge in corso di attuazione, e sollecitando il massimo avanzamento di processi di integrazione al livello europeo. Potremo così soddisfare esigenze di rigore e di crescente produttività nella spesa per la Difesa, senza indulgere a decisioni sommarie che possono riflettere incomprensioni di fondo e perfino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni demagogiche antimilitariste.

In questo impegno, e nella riflessione che lo sostiene, attingiamo certamente alla lezione e all’esempio della Resistenza, dando anche questo senso profondamente attuale all’odierna celebrazione del 25 aprile.

Per vedere il video clicca su: http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Video&key=3215&vKey=3717&fVideo=4

 

 

Il 25 Aprile a Terni

La celebrazione del 25 aprile ha avuto una novità a Terni: l’ANPC, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, della città ha partecipato, a fianco delle altre associazioni resistenziali ternane, al ricordo dei caduti di 70 anni fa nella lotta contro i nazifascisti. Abbiamo insieme ribadito il giuramento di fedeltà alla Resistenza; ci siamo riconosciuti uniti nella Repubblica e nella Costituzione. Abbiamo deciso di collaborare. In particolare, noi abbiamo ricordato i nostri combattenti per la libertà: sul piano politico, il nostro riferimento è stato ai nomi di Enrico Mattei e Don Giuseppe Dossetti, partigiani veri. Per la storia locale, abbiamo rievocato le figure di Poliuto Chiappini e di Filippo Micheli, democristiani, membri del CLN fin dal 1943. E inoltre i preti che non abbandonarono Terni devastata dai bombardamenti che diedero l’avvio alla ricostruzione della città. L’impegno comune che abbiamo preso è stato di approfondire le storie della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione repubblicana divulgandole nella cittadinanza post bellica. Pompeo De Angelis.

Il 25 Aprile a Cerreto d’Esi

Non posso mancare alla celebrazione del 25 Aprile a Cerreto d’Esi.

Ho scritto un libro sugli episodi straordinari della Resistenza sui monti del mio paese, che ha dato occasione a Pietro Scoppola di scrivere una splendida prefazione con un suo interessante giudizio storiografico sulla Resistenza civile.

Ma è un’altra la ragione per la quale non ho potuto rifiutare l’invito del Sindaco, del Vescovo di Fabriano e dell’ANPI: perché ritengo di essere ormai l’ultimo testimone della morte di Giuseppe Chillemi, il Partigiano caduto nella notte che seguì la Liberazione, a cui oggi verrà dedicata una lapide.

Il giorno prima i Partigiani avevano liberato Cerreto d’Esi, quando ancora non erano giunte le truppe alleate. Nella notte i tedeschi tornarono con una spedizione punitiva: sorpresero tre Partigiani che presidiavano il Comune e li fecero prigionieri. Li impiccheranno alcuni giorni dopo durante la loro ritirata. Presero anche prigionieri due membri del Comitato di Liberazione Nazionale.

Mentre si ritiravano con i prigionieri furono sorpresi da Chillemi che presidiava la stazione, che era dalla parte opposta del Palazzo Comunale. Chillemi ordinò il “chi va là” ed aprì il fuoco sulla pattuglia dei tedeschi. Lo scontro fu duro e reiterato finchè Chillemi fu ferito a morte.

I tedeschi fuggirono portando via i tre Partigiani catturati mentre i membri del CLN si salvarono fingendosi morti. Era l’alba: io ero un ragazzo curioso di 15 anni, scappai da casa e mi affacciai alle mura che circondano il Paese e vidi dall’alto questo ragazzo che giaceva nel punto in cui aveva combattuto ed era stato colpito. E quindi sono venuto a dare la mia testimonianza.

È stata una bella cerimonia: una giornata di sole inaspettata, la banda musicale, come si usa nei paesi di antica cultura, il Sindaco, il Vescovo, le bandiere, i cittadini, i giovani e le scolaresche. Un ricordo commosso ed affettuoso, un saluto dei rappresentanti della famiglia venuti dalla Sicilia.

La guerra aveva sorpreso Giuseppe a Mondovì. Era un aviere, probabilmente era giunto sui nostri monti perché cercava di passare il fronte per raggiungere la sua famiglia in Sicilia, ma il giorno in cui aveva raggiunto il suo scopo, perché si trovava a presidiare un paese che era stato liberato ed aveva ormai la strada aperta per tornare a casa, era caduto.

Bartolo Ciccardini

Per le foto ringraziamo Michela Bellomaria che le ha pubblicate su: http://allombradellatorre.blogspot.it/2014/04/25-aprile-le-foto-della-cerimonia.html

Auguri 25 Aprile 2014

25aprile_sempreAlle fronde dei salici da “Giorno dopo  giorno” di SALVATORE QUASIMODO

E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio,

al lamento d’agnello dei fanciulli,

all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento.
Con questa poesia facciamo a tutti gli auguri di Buon 25 Aprile!

Il Presidente Bianchi sarà alla grande Manifestazione di Parma; la Vicepresidente Nazionale Carla Roncati con la Vicesegretaria Annamaria Olini saranno al Quirinale dal Presidente della Repubblica; il Segretario Nazionale Ciccardini sarà a Cerreto d’Esi, il suo paese natale. Ogni Sezione partecipi attivamente alla Festa del 25 Aprile.

Invitiamo tutti a mandarcene notizia, foto, video e memorie.

La Segreteria

Il programma del 70° della Resistenza a Rieti

brochure programma Rieti 70°Resistenza

Verbale della riunione della Sezione ANPC Milano

 Verbale della riunione dei Partigiani Cristiani del 2/4/14

In data 2 aprile 2014 presso la sede del circolo Acli S. Clemente in via Giovanna D’arco 114 a Sesto S. Giovanni, si è riunito il coordinamento dei Partigiani Cristiani di Milano e provincia con il presidente nazionale Giovanni Bianchi.

Obiettivo della riunione:

1) illustrare la proposta dei gruppi Resistenza e Costituzione per il rilancio dell’associazione in collaborazione con le Acli.

2) preparare la ricorrenza del 25 aprile.

Sono presenti: Giovanni Bianchi, Luigi Bossi, Emilio Fedi, Luisa Ghidini, Mario Bezzi, Ruggiero Delvecchio, Martina Cranich, Sergio Colomberotto, Fabrizio Tagliabue, Antonio Manicone e altra persona dell’ANPI.

Il presidente Bianchi fornisce ai presenti un quadro dello stato dell’associazione a livello italiano, i rapporti tra questa e le altre associazioni partigiane a cominciare dalle altre 2 d’ispirazione cristiana per arrivare a quelle più rappresentative come l’ANPI. Illustra quanto fatto a livello di contatti a Roma con il presidente della Repubblica Napolitano, l’ex presidente del Senato Marini e altre figure istituzionali e le iniziative realizzate a in diverse parti d’Italia, in particolare il convengo in ricordo di Giuseppe Dossetti.

Quindi evidenzia che in Lombardia l’ANPC è ben organizzata soprattutto a Milano, Brescia e Como e ha rapporti molto buoni e collaborativi con le altre associazioni partigiane.

L’obiettivo della presidenza ANPC nazionale è di aggregare nuove forze facendo lavorare insieme giovani e anziani per far sì che la memoria delle lotte partigiane sia patrimonio vivo per le nuove generazioni, spiegando quanto queste hanno ispirato la Costituzione. Occorre fare iniziative di sostanza più che di promozione e fare rete tra diverse organizzazioni. Per esempio si sta lavorando all’ipotesi di siti web comuni di tutte le organizzazioni partigiane.

Di qui l’alleanza con le Acli per la realizzazione di gruppi Resistenza e Costituzione definita tra i presidenti nazionali di ANPC e ACLI.

La ricorrenza del 70° dagli scioperi del ’44 e delle importanti lotte partigiane che verranno ricordate in quest’anno e nel prossimo sono occasione propizia per parlare di queste cose, così come la centralità data dalla politica alle riforme istituzionali può essere occasione per fare memoria dei valori e principi alla base della Costituzione.

Bossi osserva che per raggiunger ei giovani occorre utilizzare modalità diverse da quelle tradizionali della conferenza e degli incontri celebrativi. Per esempio i filmati e gli spettacoli teatrali. Altri concordano su questa esigenza di trovare modelli comunicativi più moderni. Così come è sempre molto efficace la testimonianza per rendere viva la memoria di eventi passati.

Colomberotto osserva che il tema delle modifiche alla Costituzione può rendere molto attuale l’iniziativa congiunta di ANPC e Acli.

Tagliabue sottolinea la necessità di inserire in un progetto complessivo l’azione dei diversi gruppi costituiti sul territorio per raggiungere gli obiettivi sperati sul lungo periodo. Definire bene a chi ci si rivolge, che cosa comunicare e con quali strumenti.

In particolare dare senso all’iniziativa valorizzando la specificità dei cristiani nella Resistenza. Bianchi in proposito evidenzia il tema della partecipazione non violenta di molti cristiani alla Resistenza.

Più in generale occorre rendere evidente alle giovani generazione l’importanza della memoria del passato per conoscere la propria identità e immaginare insieme un futuro collettivo.

Un’altra proposta è quella di collegarsi a Libera cioè ai temi della legalità, dell’onestà come portato storico dell’impegno partigiano e grande sfida del presente.

Per quanto riguarda il 25 Aprile di quest’anno le celebrazioni sono abbastanza definite e si muovono su schemi consolidati, tuttavia si potrebbero proporre iniziative aggiuntive. Per esempio film e spettacoli teatrali possono facilitare la presentazione di queste tematiche anche a persone che abitualmente non le seguono. In proposito Luigi Bossi segnala uno spettacolo teatrale chiamato Ribelli per amore realizzato da una compagnia di Busto A. e che costerebbe 600 €, più il costo della sala. Bianchi popone anche il DVD della Salmodia della Speranza, spettacolo realizzato qualche anno fa ispirato agli omonimi componimenti di Padre Maria Turoldo. In questo caso i costi sarebbero certamente minori.

Manicone dell’ANPI di Cologno segnala che il 23 aprile viene realizzata un’iniziativa cittadina a Cologno sugli scioperi del ’44.

Ghidini racconta che a Cassano d’Adda, dove ci sono 8 partigiani cristiani ancora attivi, viene fatto annualmente con le scuole il concorso Restelli sulla Resistenza. Iniziativa simile al Concorso Sesto e i suoi studenti annualmente realizzato a Sesto S. Giovanni.

Sempre a Cassano esiste una interessante ricerca storica sulla storia partigiana locale.

Del Vecchio di Settimo M. spiega che un gruppo di giovani legato al MCL è molto interessato a questi temi e che l’anno scorso hanno organizzato un’iniziativa sulle Foibe e quest’anno ne

 

Il 25 Aprile della Sezione ANPC di Piacenza

Pubblichiamo la presentazione delle iniziative legate al 25 aprile di quest’anno in cui l’ANPC di Piacenza sarà artefice:

– volantino, a cura del Comune di Piacenza, illustrante le maggiori iniziative del territorio (tra i loghi in intestazione figura anche quello dell’ANPC di Piacenza); clicca qui: 25 aprile 2014_FOLDERINO

– segnaliamo anche l’iniziativa del 26 aprile in memoria del prof. Berti (clicca qui: Volantino Berti) ( di cui si può leggere una veloce biografia nel link: http://www.santiebeati.it/dettaglio/95135 ed una mia ricostruzione della sua  vita da antifascista e resistente a cura di Mario Spezia. Clicca qui:  Prof Giuseppe Berti – Antifascista e resistente. Articolo di Mario Spezia) prima attraverso il convegno alle ore 15.00 e poi in Chiesa alle 16.30 per la chiusura del processo diocesano di beatificazione;Volantino conclusione celebrazioni diocesane

– il mattino del 26 aprile parteciperò ad una manifestazione a Caorso (comune della provincia Piacentina);clicca qui: invito 26 aprile 2014 Caorso

– il 25 aprile al mattino volantino di presentazione della manifestazione del 25 aprile in Comune di Travo (nell’appennino piacentino) dove, in rappresentanza dell’ANPC, pronuncerò l’orazione ufficiale.Ricorrenza Travo 25 4 2014

Pubblichiamo anche copia dell’articolo apparso sul giornale locale on-line, Piacenzasera, della conferenza stampa di presentazione delle manifestazioni tenutasi nella Sala Consiliare del Comune di Piacenza lo scorso 18 aprile: Presentazione appuntamenti 25 aprile 2014 – PiacenzaSera 18 4 2014; conferenza stampa dove era presente (come riportato nell’articolo), in rappresentanza della nostra associazione, il nostro associato (nonchè giovane Consigliere Comunale capogruppo del PD) Daniel Negri:

Inoltre, invio copia degli articoli apparsi oggi sul quotidiano locale, Libertà, a presentazione della chiusura del percorso diocesano del processo di Beatificazione del prof. Giuseppe Berti ed anche a ricordo di don Giuseppe Beotti (fucilato dai nazifascisti davanti alla sua Chiesa in diocesi di Piacenza nel Giugno del 1944); sacerdote per cui è in corso il processo di Beatificazione: Berti antifascista Libertà 22 4 2014; Il sacerdote amico Libertà 22 4 2014 ; Presentazione conclusione processo beatificazione Berti – Libertà 22 4 2014; Prof Giuseppe Berti – Antifascista e resistente. Articolo di Mario Spezia; Volantino Berti;  Volantino conclusione celebrazioni diocesanericerca studenti Gragnano Libertà 22 4 2014;

Ringraziamo l’efficientissima Sezione di Piacenza ed il suo Presidente Mario Spezia per l’ottimo lavoro ed invitiamo tutte le sezioni a mandarci il materiale delle loro iniziative.

13 Aprile 1944 – Commemorazione strage Calvi dell’Umbria

Ieri 13 aprile, il sindaco di Calvi dell’Umbria ha commemorato la strage dei 13 calvesi più 2 sconosciuti perpetrata dai nazifasciti nel 70° anniversario dei fatti. Erano presenti le associazioni partigiane.

COMMEMORAZIONE DELLA STRAGE DI CALVI DELL’UMBRIA DEL

13 APRILE 1944

 

 

Il 13 aprile scorso l’ANPC ha partecipato col medagliere alla cerimonia che si è svolta a Calvi dell’Umbria per ricordare la strage perpetrata dai nazifascisti che hanno ucciso 13 cittadini di Calvi e due sconosciuti.

Alla commemorazione erano presenti, oltre al Sindaco di Calvi, Autorità civili e militari, insegnanti e alunni delle scuole con le loro bandiere e rappresentanti di Associazioni Partigiane non solo locali, ma anche provenienti da Terni.

Per l’ANPC era presente la Vice Segretaria nazionale Carla Roncati che, dopo il discorso del Sindaco, ha preso la parola portando il saluto del Presidente On. Giovanni Bianchi e del Segretario nazionale on. Bartolo Ciccardini.

Il suo intervento ha messo in risalto il ruolo e l’impegno dell’ANPC: la difesa dei valori sui quali la Repubblica è sorta. “E’ un compito” – ha detto – che ci assumiamo nella consapevolezza e giusta fierezza di quello che siamo e che rappresentiamo, per coerenza con il nostro passato, per amore della nostra Patria, per omaggio agli amici che non sono più tra noi e per tener fede al messaggio che ci hanno lasciato.

Il ricordo di uomini come il nostro Mattei, come Olivelli, autore della Preghiera del ribelle, come Reti, martoriato nei forni crematori di Trieste, ci impone di continuare a svolgere un ruolo che è necessario precisare.

Ci è stato dato il riconoscimento di Associazione Combattentistica ed in questo senso siamo onorati di stare al fianco delle tante associazioni d’arma che ricordano momenti importanti della nostra storia e costituiscono elementi di forza del nostri Paese. Al pari delle altre associazioni, ricordiamo gli amici che si sono sacrificati, ricordiamo le battaglie, le vittorie ed anche le perdite dolorose subite e teniamo vivi nella memoria nostra e della nostra gente episodi e fatti che tanto peso hanno avuto nella vita e nel progresso della nostra Italia.

Non siamo però soltanto associazione combattentistica. Alla base del nostro operato di partigiani vi sono scelte e realtà ben qualificate. Come avevamo intimamente sofferto per una guerra non voluta, così dopo l’8 settembre ci siamo ribellati all’oppressione del nazismo ed alla negazione di basilari valori. Abbiamo fatto la nostra scelta con un atto di libera volontà, per nostra iniziativa, senza che arrivassero cartoline precetto, anzi respingendo quelle che ci erano state inviate da un governo fantoccio, e fummo presenti nei tanti posti di combattimento, sui “cento fronti della Resistenza”, come li aveva chiamati Taviani, a tenere alta la fiaccola della libertà e per ridare indipendenza al nostro Paese. Oggi siamo a trarne motivi di permanente ispirazione e di incoraggiamento per l’ulteriore opera da svolgere. Siamo a proclamare che la nostra azione, la nostra “resistenza” continua come impegno rinnovato a difendere i principi per i quali abbiamo lottato.

E’ questo il ruolo che intendiamo svolgere. E lo dobbiamo fare oltre che con grande fierezza per la parte che storicamente ci compete, anche con tanto senso di responsabilità, senza trionfalismi, senza arroganze personali o personali presunzioni. Vorrei aggiungere: con grande umiltà, ma con tanto orgoglio per quanto riguarda la nostra Associazione ed il compito che ancora ci attende”.

Carla e Wanda Roncati

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