ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Archivio per la categoria “DIARIO DELLA RESISTENZA”

27 Maggio 1944 – Il dramma delle donne in Ciociaria

“Poi arrivò la terribile ondata scatenata ed incontrollata dei soldati nord-africani di Juin, ai quali capi – come poi hanno esplicitamente ammesso – avevano concesso carta bianca. E fu una indimenticabile tragedia umana”. (Robert Katz, Roma città aperta, Il Saggiatore Tascabili).

 

“Sembravano indemoniati, avevano carta bianca al fronte e fecero tutte quelle sporcizie agli uomini ed alle donne … Una montagna piena, sbucavano da tutte le parti, prendevano tutte le donne che incontravano e se le portavano nella boscaglia e noi in mezzo. Che vuoi scappare? Gli uomini anziani che stavano con noi, non ci potevano difendere perché loro erano assai e ammazzavano quelli che difendevano le donne… C’erano i graduati che erano bianchi, francesi e non dicevano niente. Ci dissero che per andare avanti i marocchi li avevano dovuti lasciare fare. Solo alla fine, dopo tre giorni, gli tolsero a quelli, la carta bianca”. (Intervista di C. Venditti, Università degli studi di Roma, in Memorie e coscienza delle marocchinate. Testimonianza di Giovannina M.).

 

Il parroco di Castro di Volsci, trent’anni dopo, ha ricordato con parole sue quei giorni di inferno in Ciociaria sulla strada di Roma: “La loro malvagità raggiunse il punto culminante a partire dal 27 Maggio quando entrati in paese iniziarono la caccia alle signorine per lo sfogo delle loro ignobili passioni. Nonostante le proteste, il pianto, le urla di queste, diverse furono violentate. Arrivarono a violentare una bambina di 12 anni. Non si accontentavano delle ragazze, ma presero a forza delle spose, che subirono l’onta ingiuriosa nell’onore, mentre piangevano, strepitavano, mordevano, per allontanare dal loro corpo quegli essere disumani”. (G. Gianmaria, Dati sulla Resistenza in Ciociaria, in “Quaderni della Resistenza razziale” n. 8, 1989).

 

Dalle vicende dei gravissimi fatti di Ciociaria fu tratto un film di Vittorio De Sica interpretato da Sofia Lauren che ottenne l'Oscar.

Dalle vicende dei gravissimi fatti di Ciociaria fu tratto un film di Vittorio De Sica interpretato da Sofia Lauren che ottenne l’Oscar.

27 Maggio 1944, Roma

Combattimenti sulla via Appia e sulla Casilina.

Viene arrestato e deportato Mario Orsini che si era opposto al trasferimento dei macchinari della FATME in Germania.

A Palestrina i partigiani attaccano gli accampamenti e i depositi tedeschi.

Il generale Alexander, con un messaggio convenzionale “Anna Maria è promossa”, chiede ai partigiani di sabotare le linee di comunicazione tedesche e di segnalare i movimenti delle loro divisioni.

Liberata Fontana Liri.

26 Maggio 1944, Roma

Un fascista della banda Koch, in via XXI Aprile, assassina Eugenio Colorni[1], della Brigata Matteotti, mentre sta lavorando all’edizione clandestina dell’ “Avanti”.

Al Sanatorio Ramazzini, al Quadraro, vengono portate molte armi da Bandiera Rossa.

A Valmontone le truppe Alleate, provenienti da Cassino, si uniscono a quelle provenienti da Anzio.

Attacco ai fascisti del battaglione M che stavano mettendo in atto un rastrellamento in via Maria Adelaide.

Sono sospese le linee degli autobus 103 e 205.

A Gallicano i partigiani uccidono 5 soldati tedeschi.

Ad Ara del Sorbo, nel reatino, vengono fucilati 15 civili abitanti nei comuni limitrofi.

 

[1] Eugenio Colorni (1909-1944). Intellettuale e studioso di filosofia della scienza. Di origine ebraica, inizialmente orientato al sionismo. Poi si avvicina al pensiero dei fratelli Rosselli e al Centro interno del Partito Socialista. Arrestato a Trieste, dove insegnava, nel 1938. Confinato a Ventotene ove collabora con Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi all’elaborazione del “Manifesto di Ventotene” “Per una Europa libera e unita”. Confinato poi a Melfi, da dove fugge nella primavera del 1943. A Roma, dopo il 25 luglio 1943, è tra i fondatori del Movimento Federalista Europeo. Dopo l’8 settembre entra nella Resistenza romana nelle file del PSI. Buona parte della sua attività è dedicata alla stampa clandestina socialista, come redattore dell’ Avanti. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

26 maggio1944, Madonna della Pace-Roma

Eccidio dei 15 Martiri. 15 contadini, rallestrati tra i territori diSubiaco, Agosta, Cervara di Roma, Canterano, Rocca Canteranovengono trucidati allaMadonna della Pacedall’esercito tedesco per rappresaglia per l’uccisione di un soldato tedesco.La mattina del 26 maggio 1944, le truppe naziste in ritirata dalla Valle dell’Aniene, a seguito dell’uccisione di uno dei loro, certamente avvenuta in conflitto con gruppi di partigiani, operanti nella zona dei Comuni di Canterano, Rocca Canterano Subiaco, Cervara di Roma e Agosta effettuavano un vasto e rapido rastrellamento nei campi e nei casolari.15 persone, fra le quali un uomo di 78 anni, furono raggruppate a 500 metri dalla frazione “Madonna della Pace” del Comune di Agosta, mitragliati e poi abbandonati, morti e agonizzanti, in un lago di sangue.

25 Maggio 1944, Roma

In una trattoria di via Attilio Regolo, arrestati il generale Filippo Caruso[1], comandante una formazione di autonomi, il generale Caratti e il capitano dei carabinieri Geniola.

In piazza della Libertà, dopo uno scontro a fuoco con i nazifascisti, vengono catturati il generale Odone e il colonnello Scalera. Perdono la vita i carabinieri partigiani Meloni e Enrico Zuddas[2].

Liberata Terracina.

Dal 25 fino al 29 maggio Roma verrà più volte bombardata.

 

[1] Generale di divisione dei Carabinieri. Medaglia d’Oro al Valor militare.

[2] Brigadiere dei Carabinieri. Partigiano combattente. Morto per le ferite all’ospedale Santo Spirito. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

24 maggio 1944, Roma

Fabrizio Vassalli, capitano di artiglieria e comandante di un gruppo partigiano del Fronte Clandestino Militare, viene fucilato a Forte Bravetta. Con lui Giordano Bruno Ferrari[1], Salvatore Grasso, Pietro Bergamini e Corrado Vinci.[2] Esegue la fucilazione un plotone della Guardia di Finanza.

 

[1] Giordano Bruno Ferrari, giovane pittore, figlio dello scultore Ettore. Aveva realizzato pregevoli affreschi all’Esposizione Universale di San Francisco.

[2] Appartenevano tutti al FMCR – Brigata Matteotti – “Gruppo Vassalli”.

19 Maggio 1944

19 Maggio 1944, Roma

Violenti scontri a fuoco tra partigiani e tedeschi a Palestrina. 30 tedeschi catturati e 15 uccisi.

19 Maggio 1944,Passo del Turchino

Si tratta di un colle attraversato dall’omonimo passo dell’Appennino Ligure, che mette in comunicazione tra loro le valli del torrente Leiro (Riviera di Ponente) e quella della Stura, in provincia di Alessandria. È stato un luogo spesso usato dai tedeschi e dai fascisti per fucilare i prigionieri del carcere di Marassi (Genova) o cittadini catturati nelle vicinanze. Il 19 maggio 1944 sono qui portati 59 detenuti politici provenienti dai rastrellamenti della “Benedicta”. Su di una grande fossa vengono messe delle tavole e i prigionieri fatti passare su di esse a due a due. In quel momento vengono mitragliati e precipitano tutti nella Fossa Comune.

19 Maggio 1944,Fontanafredda (GE),

nei pressi del passo del Turchino tedeschi e Gnr fucilano per rappresaglia 59 detenuti prelevati dal carcere genovese di Marassi.

19 Maggio 1944, Scalocchio

la brigata San Faustino ed il battaglione Stalingrado uccidono venti tedeschi durante gli scontri. Un partigiano è fucilato sul posto.

18 Maggio 1944, Roma

Grazie all’assalto dei polacchi del generale Anders, Montecassino viene conquistata.

17 Maggio 1944, Roma

Partigiani travestiti da poliziotti tedeschi bloccano il camion sul quale si trovano venti militi della PAI, plotone di esecuzione predisposto per la fucilazione di sette partigiani della banda “Tommaso Moro” di Bandiera Rossa. Catturati e legati in un fossato i militi, i partigiani indossano le loro divise e si indirizzano a Forte Bravetta. Correndo grandi rischi, entrati nel forte fingono di schierarsi come plotone d’esecuzione, ma dopo che il prete ha dato l’ultima benedizione ai condannati, quando ricevono l’ordine di procedere all’esecuzione sparano sui tedeschi e sui fascisti. Liberati i 7 condannati, fuggono sul camion, a tutto gas sull’Aurelia, per raggiungere nascondigli sicuri a Cerveteri. A condurre l’azione Vincenzo Guarniera, nome di battaglia “Tommaso Moro”. Il generale Alexander lo decora con la “Bronze Star Medal”e lo definisce: “uno dei primi uomini della Va Armata”.
La Gestapo cattura il tenente colonnello Luigi Cano e il maggiore Bianconi del FCMR. Incappati in un rastrellamento, i partigiani Paolo Rugliani e Aldo Romeo della formazione “Quarticciolo-Gordiani”, vengono catturati dai tedeschi e fucilati ad Ardea.

16 Maggio 1944, Roma

A Porta Furba viene arrestato dai repubblichini Giovanni Mantioni, capo settore “Matteotti” del Quadraro. L’intervento dei partigiani lo libera.
Ferito, viene arrestato Riccardo Antonelli, esponente socialista della Resistenza. Viene portato a via Tasso.

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