ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

16 marzo 1978: il rapimento di Aldo Moro

Ricordiamo che quarantacinque anni fa, il 16 marzo del 1978, avvenne il rapimento da parte delle Brigate rosse del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

La nostra Presidente Nazionale Mariapia Garavaglia ha dichiarato: “Aldo Moro fu un martire per la difesa dello Stato democratico. Gratitudine eterna. Obbligo di farlo conoscere alle generazioni attuali e future perché ignorare la storia è un peccato mortale”.

La storia. Un commando di terroristi intercettò la vettura dello statista democristiano in via Mario Fani, alla periferia nord di Roma, all’incrocio con via Stresa, bloccando, alle 9.02, la macchina che stava portando Moro a votare la fiducia al quarto governo Andreotti, uccidendo i cinque uomini della sua scorta: due carabinieri a bordo dell’auto di Moro (Oreste Leonardi e Domenico Ricci) e tre poliziotti che viaggiavano sull’auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi), per poi sequestrare il presidente della Dc.

Iniziarono così i 55 drammatici giorni del sequestro Moro, che si conclusero con il ritrovamento il successivo 9 maggio del corpo dello statista all’interno del bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata a Roma in via Caetani, distante circa 150 metri sia da via delle Botteghe Oscure, sede nazionale del Partito Comunista Italiano, sia da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana.

Aldo Moro  nato in Puglia a Maglie il 23 settembre 1916 dal 1936 nella Federazione degli universitari cattolici (Fuci), su indicazione di Giovanni Battista Montini, futuro pontefice con il nome di papa Paolo VI (a cui avrebbe scritto anche durante il sequestro), ne divenne molto presto presidente nazionale, ancora giovanissimo fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante nella Costituente, ne divenne dapprima Segretario dal 1959 al 1964 e in seguito Presidente nel 1976; all’interno del partito aderí inizialmente alla corrente dorotea, ma negli anni 1960 assunse una posizione più indipendente formando la corrente morotea. Fu Ministro della giustizia (1955-1957), della Pubblica istruzione (1957-1959) e per quattro volte Ministro degli esteri (1969-1972 e 1973-1974) nei governi presieduti da Mariano Rumor ed Emilio Colombo. Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guidò governi di centro-sinistra “organico” tra il 1963 e il 1968 e tra il 1974 e il 1976 promuovendo la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista Italiano attraverso il compromesso storico e determinò la nascita del Governo Andreotti III (definito il governo della non-sfiducia) in cui il PCI garantiva l’astensione.

Molti storici sono concordi nell’affermare che con la morte di Aldo Moro, seguita il 6 agosto 1978 da quella del suo caro amico Papa Paolo IV, ebbe termine la fase politica denominata Prima Repubblica.

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