22 Giugno 1944
22 giugno 1944,La Bettola Vezzano(RE)
In seguito al tentativo fatto dai Partigiani di sabotare un ponte a qualche chilometro dal paese, le SS compiono un rastrellamento generale degli abitanti e massacrano 32 di essi, tra cui molte donne e bambini, prima mitragliandoli e quindi bruciandoli nella trattoria che da il nome alla località. Per ultimo viene gettato nel rogo un bambino di 18 mesi, ancora vivo.
22 giugno 1944,villa Armanni, Montecappone di Jesi(AN)
Il 20 giugno i tedeschi, nel corso di un rastrellamento, catturarono una trentina di giovani e li condussero verso villa Armanni, in contrada Montecappone; giunti alla villa vennero interrogati e bastonati, poi furono rimessi tutti in libertà tranne sette giovani che furono considerati partigiani e vennero condannati a morte. Cinque erano jesini: Mario Saveri, Armando e Luigi Angeloni, Alfredo Santinelli, Luigi Cecchi; due erano militari sbandati fuggiti dalla caserma Villarey di Ancona: Vincenzo Carbone, calabrese e Calogero Grasceffo, siciliano. Vennero fucilati nel vallone a poche centinaia di metri dalla villa.
22giugno.1944,Gubbio (Perugia) Qui, il 22 giugno 1944, vennero fucilati da un plotone di esecuzione della 114 JägerDivision 40 cittadini per rappresaglia, dopo l’uccisione, nel pomeriggio del 20 giugno, di un ufficiale medico tedesco ed il ferimento di un altro in un bar cittadino da parte di componenti una pattuglia dei Gap. Di ostaggi ne erano stati rastrellati 160, ma l’ intervento del vescovo Ubaldi riuscì a limitare l’eccidio. A quei 40 fu ordinato di scavarsi la fossa e poi avvenne l’esecuzione a raffiche di mitragliatrice. La comunità cittadina, già prostrata dalla guerra e dal gran numero di morti, rimane sconvolta e subito si divide nell’attribuzione delle responsabilità della strage. Sono accusati sia il movimento partigiano eugubino, sia qualche fascista ritenuto responsabile di delazione.
22 Giugno 1944,Morro di Camerino(MC)
La popolazione di Morro era rimasta terrorizzata dagli scontri tra alleati e Tedeschi e aveva paura di rientrare nelle proprie abitazioni. Verso sera, alcuni giovani provarono ad addentrarsi e si imbatterono nei corpi dei quattro soldati tedeschi morti nello scontro. Decisero di impossessarsi di una mitragliatrice rimasta sul terreno, per poi dirigersi verso la vicina località di Palentuccio. Pare che la scena fosse stata spiata dai tedeschi, i quali scatenarono una rappresaglia per cercare la mitragliatrice. Di notte circondarono Palentuccio e non appena arrivò l’alba iniziarono il rastrellamento: frugarono nelle case e radunarono nella piazza uomini, donne e ragazzi, in tutto una trentina di personeche incolonnate furono condotte verso la chiesa parrocchiale di Morro. Alla fine un ragazzo fornì le indicazioni per ritrovare la mitragliatrice e per questo gli fu salva la vita. Gli altri giovani invece, divisi in due gruppi, furono gettati sull’orlo del fosso che scende da Morro a Palente. Alle 7:30 una raffica di mitragliatrice diede avvio alla strage. Dei dieci si salvò solo Franco Vergari, di 23 anni, che raccontò: ≪Mi sentii cadere, a capofitto nel fosso, ebbi l’impressione di essere rimasto quasi illeso e rimasi immobile fino a quando non sentii più armi né voci. Allora mi rialzai, e non badando al dolore al braccio e allo stinco, me la detti a gambe≫. Dell’altro gruppo, composto da quattro vecchietti, si salvarono in due. Nella serata, venne ucciso anche l’anziano Domenico Fazzini mentre si trovava tranquillamente sulla porta di casa. I tedeschi giustificarono il fatto sostenendo di averlo scambiato per un partigiano.
22 giugno del 1944, di Moscano e Rocchetta di Fabriano(AN)
Il 22 giugno del 1944 nelle frazione di Moscano e Rocchetta accadde dei fatti orribili. Dei soldati tedeschi furono attaccati da due partigiani perché avevano compiuto razzie e infastidito delle giovani donne. Un soldato tedesco morì, un’altro riuscì a dare l’allarme presso gli accampamenti della 85a Gebirgsjäger–Regimentstanziati a S.Maria, con il quartier generale presso la Villa Quarantotti. In quello stesso giorno,la sera dalle ore 20 alle 21 i tedeschi scatenarono su Moscano un bombardamento, con mortai e altri pezzi di artiglieria, causando distruzione e morte; ai primi colpi la popolazione fuggì sulle vicine colline, ci furono 5 vittime civili e dei feriti.Morirono: Anita Carbonari, Augusto Ferretti,Costantina Ferretti, Ida Grifoni, Domenico Pellegrini. Furono arrestati Romolo Gregori, il parroco don Aldo Radicioni a Moscano, i fratelli Erminio e Enrico Filipponi verso la frazione di Rocchetta. I tre mezzadri furono fucilati nei pressi del Maglio e il parroco liberato dopo due giorni.
22 Giugno 1944.Collegiglioni di Fabriano(AN)
Il giorno 22 Giugno 1944 due consistenti pattuglie tedesche dell’ 85° Gebirgsjäger-Regimentsi diressero verso Nebbiano compiendo atroci azioni sulla popolazione rurale. Nella contrada Ferenzola, nei pressi della villa Moscatelli (oggi villa Merloni o villa Maria) fucilarono due innocenti: Angelo e Luigi Bellerba. Poi furono uccisi Giuseppe e Antonio Cipriani. Più avanti incendiarono la casa della famiglia Arcangeli, dove morì il capofamiglia Pietro Arcangeli nel tentare di spegnere il fuoco;furono fucilati Enrico Arcangeli e Aldo Ballelli sfollato in quella famiglia. Dopo aver compiuto quest’assassinio, si diressero verso il podere Baldini, dove compirono l’ennesimo eccidio mitragliando membri della famiglia e altri per un totale di sette persone.
22 Giugno 1944, Vallunga di Nebbiano di Fabriano(AN)
Il 22 giugno soldati dell’85° Battaglione della 5a Divisione di Montagna dopo aver massacrato dei civili a Collegiglioni si diressero verso la vicina Vallunga.Erano circa le 9 del mattino. I nazisti usarono la solita tecnica.Fecero irruzione nella casa della famiglia Baldini,e obbligati ad uscire. Furono disposti in fila sulla facciata esterna dell’abitazione. Separarono le donne e bambini e rinchiusi in casa .Gli uomini furono portati a forza nella vicina loggia .Tolsero dal gruppo l’anziano Carlo Baldini e il giovane Antonio Tozzi.A quel punto Giuseppe Baldini si ribellò e fu tramortito con il calcio del fucile e fu la sua salvezza. Furono trucidati : Achille Baldini e i figli Fiore,Guerrino e Luigi,il genero Nello Cirilli e Alaimo Angelelli. Si salvarono Giuseppe Baldini e il fratello Mario riparati durante l’esecuzione dai corpi degli altri sventurati. Alaimo Angelelli ancora ferito fu finito con un colpo di pistola. I due fratelli Giuseppe e Mario Baldini riuscirono a fuggire e a salvarsi. Alla fine i tedeschi gettarono all’interno della loggia quattro bombe a mano.