È cosa nota che la storia serva soprattutto ai moderni: ogni generazione riscrive la storia secondo i suoi bisogni e le sue necessità.
Il 70° anniversario della Resistenza Italiana è una grandissima occasione per riscrivere la storia della Resistenza. L’Italia attraversa una crisi che non è solo economica, ma è anche crisi di identità. La comunità italiana che ha perduto la fiducia nelle istituzioni democratiche, è assediata da egoismi bizzarri e fanatici che mettono a rischio la sua vocazione e le sue scelte di civiltà.
Quindi è una occasione straordinaria questa di rivivere con passione e con curiosità un periodo di grandissima crisi dell’identità italiana: un paese distrutto dalla guerra, percorso da tutti gli eserciti del mondo, aveva perduto la coscienza di essere un popolo unito ed uno Stato indipendente. Come fecero gli italiani di allora a ritrovare la loro identità, la loro vocazione, la loro coscienza civile e religiosa, al punto di saper affrontar egli oppressori, di riconquistare con sacrificio la fiducia degli alleati, di ricomporre una unità necessaria delle forze politiche, di darsi una Costituzione ed di iniziare un cammino democratico che nel giro di venti anni l’avrebbero portati ad essere la quinta potenza mondiale e a fondare l’Europa?
La storia della Resistenza è stata già scritta ed abbiamo una immensa storiografia. Giustamente è stata data una precedenza necessaria alla reazione armata contro l’invasore, perché questo era allora il punto di partenza di un nuovo Risorgimento e questo serviva alla prima generazione democratica.
Nelle generazioni successive si sono fatte vive altre esigenze. Dando la priorità alla risposta armata si è fatta una polemica forse inutile contro l’attendismo, ossia l’atteggiamento prudente dei dirigenti della Resistenza civile, mettendo in ombra sia il valore della Resistenza dei corpi militari, sia il valore della Resistenza nei campi di concentramento, sia l’eroismo quotidiano nel non lasciarsi imbarbarire dalla violenza. Nelle generazioni successive si è cercato di superare l’abisso della guerra fra italiani su opposte sponde cercando una necessaria pacificazione ed in questo tentativo si è cercato di capire la “scelta sbagliata” e di ridurre i fatti della Resistenza ad una guerra civile fra due minoranze il cui destino era comunque nelle mani delle potenze vincitrici. Questa interpretazione che pretendeva di essere pacificatrice
non ha certo risolto il problema dell’unità nazionale, ma ha solo riportato in circolo gli errori profondi dei totalitarismi che hanno distrutto l’Europa.
Oggi nel momento in cui affrontiamo il vero problema dell’identità nazionale, credo che vada riscritta la storia della Resistenza tenendo presente quel valore civile diffuso, che indicava una direzione morale non attendista, non indifferente, ma basata su una scelta di civiltà: l’appartenere ad una nazione che aveva dignità, che voleva riparare ai suoi errori, che voleva darsi un avvenire pacifico. E a questo eroismo civile, per cui i Partigiani cristiani si chiamarono “ribelli per amore”, bisogna ispirarsi per dare una motivazione ideale alla nostra ultima generazione.
Ricostruire storiograficamente questi valori significa anche ricordare che la Resistenza non finì il 25 aprile del 1945, ma continuò nelle conquiste democratiche della Costituente e del 18 aprile. In momenti difficili della nostra storia, negli anni di piombo si tentò di mostrare che la Resistenza non era finita, ma che anzi essa andava ripresa contro la Democrazia Cristiana e contro le istituzioni democratiche. Il terrorismo insanguinò il nostro paese ed il sacrificio di Aldo Moro non fu un atto conseguente alla Resistenza ma piuttosto in una nuovo e terribile ritorno del fascismo. Ritornare al sentimento civile e popolare della Resistenza è il modo giusto per intravedere uno sviluppo ed una crescita della società italiana e delle istituzioni della nuova Europa. Questo si può fare solo richiamandosi ai valori e agli ideali dei Partigiani Cristiani, non per riaprire polemiche, per separare le memorie della Resistenza, ma per dare contenuti alle motivazioni della giovane generazione, per farla partecipe ad un progetto di identità nazionale.
La fondazione di un’Europa federale che contribuisca alla pace del mondo sarà il tema vero dei due anni di studio e di ricerche del progetto “La Resistenza, fondamento della nostra identità”, presentato dai Partigiani Cristiani alla Presidenza del Consiglio per le celebrazioni del 70° Anniversario.
Non saranno soltanto due anni di studio, ma anche due anni di animazione per ritrovare il cammino dell’Italia nello spirito civile della Resistenza degli italiani.
Parte descrittiva del programma
L’ANPC (in base Art. 1, comma 2, lettera A, punto 1 dell’Avviso per la selezione di progetti per il 70° Anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione) presenta un progetto volto alla conservazione, alla valorizzazione della memoria ed alla divulgazione della conoscenza degli eventi che portarono alla liberazione dal nazi‐fascismo e alla rinascita della democrazia in Italia e in Europa. (con una particolare attenzione al contributo della componente del movimento resistenziale che muoveva da una coscienza e da ideali cristianamente ispirati).
Caratteristica innovativa del progetto è la creazione di uno strumento operante grazie alla rete Web – aperto e aggiornabile nel tempo ‐ capace di assolvere alla funzione di archivio, di elaborazione di studi e di comunicazione, che raccolga, organizzi criticamente e proponga in rete fonti bibliografiche e testi, documenti d’archivio, dibattiti ed audiovisivi legati alle vicende della lotta di liberazione.
Sarà realizzata una Piattaforma open source, rispondendo a tutti i più avanzati standard descrittivi e tecnologici, con particolare riguardo alla integrazione e interoperabilità con il patrimonio culturale digitale nazionale ed internazionale.
Tale strumento offrirà anche la possibilità di promuovere e valorizzare nel tempo tutte le iniziative istituzionali e culturali organizzate in occasione del 70.mo anniversario della Resistenza, ospitandone e mettendone in consultazione i programmi e i contenuti, soprattutto quelli di carattere audiovisivo e multimediale.
Per la realizzazione dell’impianto multimediale, il progetto si avvarrà del contributo dell’Istituto Luigi Sturzo ‐fondazione culturale principale depositaria della memoria del movimento cattolico in Italia e fortemente vocata all’applicazione delle nuove tecnologie e dell’Archivio storico dell’ENI, oltre alla partnership scientifica di alcune istituzioni e associazioni fortemente radicate nella società civile e orientate alla formazione della cultura e della coscienza democratica del Paese, come le ACLI, la LUMSA, l’Istituto Alcide De Gasperi di Bologna.
L’accumulazione dei contenuti incomincerà con la organizzazione di Tre Eventi Mediaticodidattici che – ispirandosi alla ricorrenza del settantesimo anniversario – saranno realizzati nei luoghi e lungo il percorso della memoria storica della Resistenza e della liberazione che va dal Gennaio 1944 al 25 Aprile 1945. Il primo, a giugno 2014, si terrà a Roma (o località del centro Italia); il secondo nell’autunno del 2014, a Parma (o località a cavallo della linea gotica), a rievocare la lotta lungo la linea gotica; il terzo ad aprile 2015 a Milano (o località teatro di Repubbliche Partigiane), teatro dell’atto finale della liberazione.
I temi delle Lectio Multimedialis:
1‐ Il significato del sacrificio delle centinaia di sacerdoti uccisi, considerati non come episodi singoli, ma come complessiva repressione dei capi naturali di una Resistenza civile.
2‐ La nascita della coscienza europea durante la Resistenza. Un ideale di pace e di ricomposizione della civiltà europea. Sarà un’occasione per ricordare il contributo italiano al progetto europeo durante la Resistenza in concomitanza col semestre della Presidenza italiana della Comunità Europea (luglio‐dicembre 2014).
3‐ Il ruolo essenziale delle donne nella Resistenza. Recuperare il contributo di dignità civile e di pietà cristiana che creò le condizioni indispensabili per la resistenza armata, aspetto finora trascurato nel giudizio storiografico.
La piattaforma resterà a disposizione anche per tutti i contributi su supporto informatico e di carattere multimediale che verranno da parte delle associazioni, degli studiosi e delle memorie personali nel corso del 70° anniversario e nel futuro.
Il Comitato scientifico del progetto sarà composto da Giampaolo D’Andrea (docente di storia economica presso l’Università della Basilicata), Agostino Giovagnoli (docente di Storia contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore) Francesco Malgeri (professore emerito di Storia contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma) Prof. Andrea Ciampani (Docente di Storia contemporanea LUMSA), Domenico Cella (Direttore Istituto De Gasperi di Bologna), Roberto Rossini (Ufficio Studi ACLI) e Paolo Acanfora (Ricercatore Istituto Sturzo).