ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Archivio per la categoria “Documentazione Storica”

13 Luglio 1944 – Fabriano nella guerra 1943-1945 – La Brigata Maiella

Il reparto Banda Maiella ha operato nel settore maceratese-anconetano-pesarese come avanguardia con le stesse funzioni del gruppo Popski. Erano costituiti da reparti mobili con jeep che perlustravano il territorio prima dell’arrivo del fronte e se necessario facevano azioni di conquista dei capisaldi. La Maiella ha operato fortemente in questo senso sulla valle del Cesano.Per quanto riguarda il nostro territorio ho due appunti interessanti che ti allego ricavati da rapporti originali del PPA di Poposki e dai Rapporti Polacchi del settore Marche riferiti alla B. Maiella. C’è un pò di confusione sulla mobilità di Poposki(PPA) ma se metti insieme le date ricostruite dalle due relazioni si può capire la mobilità del Reparto PPA. Poposki in base ai diari e i rapporti ufficiali polacchi ha aiutato la Maiella nel settore di S.Severino spostandosi poi verso l’Appennino in direzione di Esanatoglia-Gualdo T. poi Fabriano. La Miella è proseguita in direzione di Cingoli-Apiro-Cupramontana con il compito di perlustrare la  SS76 da Montecarotto a S.S.Quirico.La liberazione di Cerreto come Matelica è avvenuta dal 12° Lanceri,in base i rapporti inglesi, poi avanzati verso Collamato dove si sono fermati.Popski rassicuratosi la situazione stabile del fronte a Gualdo T.,prende la via del Serrasanta-Belvedere –Serradica,si fa accompagnare dal parroco d. Ermete Scattoloni e procede su Cancelli,Vetralla ed entra a Fabriano la mattina del 13 Luglio 1944 dalla porta Cervara.La città era deserta e già occupata da gruppi partigiani.Gli alleati sono passati per Cancelli in modo da non essere colpiti dall’artiglieria tedesca posizionata con gli 88 ad Almatano,Nebbiano,Marischio,S.Donato. Successivamente gli alleati inglesi si posizionano alle Serre di Cerreto per cannoneggiare la periferia ovest di Fabriano dove i tedeschi della 5GBJ (retrovia) erano posizionati a Melano-Marischio  e S.Donato.

Federico Uncini

Leggete questa interessante documentazione:

Cliccate su: estratto arrivano gli alleati

Leggete ancora: I rapporti di Popski con La Maiella

Risposta e ringraziamenti di Bartolo Ciccardini

Caro Federico,

Abbiamo trovato un filone incredibile. Io avevo intuito che nella storia del San Vicino ci fosse un significato particolare, ma mi sono reso conto solo dopo che questa intuizione era giusta.

Tutta la zona montana dell’Italia e quindi di conseguenza tutta la zona centrale del fronte non era un fronte vero e proprio, ma era una situazione liquida, dove non c’era un dominio tedesco del territorio e non c’era neppure un dominio assoluto dei Partigiani. Ed era una zona di autogoverno.

In questa zona c’erano diverse forme di guerra partigiana in cui i militari facevano in un modo, i politicizzati, specialmente comunisti, facevano in un altro modo, e gli slavi facevano in un terzo modo.

E c’era una Resistenza civile, vale a dire una non-collaborazione del notabilato e della classe dirigente  con l’autorità repubblichina, che si assumeva la responsabilità dei rifugiati, del mantenimento dell’ordine, della vita amministrativa locale, sotto diverse forme, molto possibiliste e pur tuttavia, coraggiose e responsabili.

Per questo quando i tedeschi andavano a colpire “il prete” sapevano che avevano a che fare con un capo naturale della società civile, certamente implicato se non altro nel nascondere i clandestini, gli ebrei, i partigiani stranieri, e comunque le forme di disobbedienza. E’ in questa atmosfera che si muove una formazione unica nel suo genere, che è la brigata Maiella, formazione specializzata autoctona, legata ad un territorio preciso, ma organizzata in maniera mobile, per poter ispezionare e ripulire un territorio sia affrontando piccole postazioni autonome dei tedeschi, sia disarmando partigiani non utilizzabili, sia collaborando con le formazioni partigiane, che erano utili al mantenimento del fronte.

Il fronte, essendo “liquido”,  si prestava a colpi di mano ed il compito di questa formazione era più quello di garantire l’attenzione ai movimenti di sorpresa dei tedeschi che non quello di garantire l’occupazione del territorio.

Nell’esperienza tipicamente italiana, si era attrezzata una formazione che aveva il carattere dei commandos, la cosiddetta armata Popski, che collaborava con gli inglesi e poi con i polacchi e che svolgeva un’azione di “polizia preventiva” proprio nelle zone di fronte liquido.

E’ importante avere appurato come tu hai fatto l’incontro fra l’armata Popski e la Maiella, che avevano compiti molto simili, più esplorativa e ricognitiva la Popski, più difensiva e controllatrice anche politica del territorio la Maiella, ma ambedue straordinarie ed in necessario contrasto con le regole talvolta burocratiche molto dure delle formazioni inglesi, più semplici delle formazioni polacche, necessariamente poco amichevoli del corpo militare italiano, che si vedeva sottratto un suo compito specifico.

Fabriano, Cupramontana, Sassoferrato ed Arcevia, diventano un teatro molto interessante per l’azione della Maiella e dell’Armata Popski. Quest’azione è di grandissima importanza per garantire alle spalle le battaglie di Osimo, di Ancona e di Pesaro. Qualcosa di analogo deve essere avvenuto anche nella zona che va da Leonessa Cascia all’Appennino romagnolo, dove guarda caso, rispuntano sia la Maiella sia l’Armata Popski. È un pezzo di storia sconosciuta, perché la nostra storia della Resistenza è molto basata sulla memoria locale, ma non ha ancora avuto una sintesi che spiegasse i fatti generali coordinati con le azioni strategiche dei corpi militari.

Forse scoprendo questa realtà lavoriamo più con la intuizione che con i documenti. Ma i documenti parziali che tu hai scoperto confermano in pieno questa nostra intuizione.

Rallegramenti, Bartolo

Mons. Lucarelli su Enrico Mattei

MOns. LucarelliIntervento Mons. Delio Lucarelli, sabato 20 Aprile 2013 durante l’iniziativa di ANPC di Rieti “Mattei per sempre”

Per leggere clicca qui: Intervento Mons. Lucarelli a Mattei per sempre

Le donne nella Resistenza


Questo bellissimo documentario e di grande commozione è stato commissionato alla regista in occasione del ventesimo anniversario della Liberazione. È composto da una serie di interviste a donne che hanno partecipato alla Resistenza. Bisogna ricordare che in quegli anni la presenza femminile nel movimento di liberazione era ancora ritenuta dagli storici marginale benché molto importante. È con la Resistenza taciuta di Rachele Farina e di Anna Maria Bruzzone che questa presenza acquista tutta la sua evidenza. Il documentario quindi precede questa scoperta della storiografia. Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Modena, Vicenza, Belluno, Bergamo, Brescia, Milano, Novara, Cuneo, Torino: l’inchiesta si propone di puntualizzare, attraverso una serie di interviste, il significato e la portata dell’adesione delle donne italiane alla lotta contro i nazisti e i fascisti, dall’estate 1943 all’aprile 1945. Queste donne sono state staffette, responsabili anche di alto livello, oltre che sorelle, mogli, amiche di caduti e prigionieri. Nel documentario si scopre che la liberazione di Pertini da Regina Coeli è stata organizzata da Marcella Monaco, moglie del medico del carcere. È altrettanto interessante il modo di raccontare atti che si definirebbero di estremo coraggio, con la semplicità dovuta alla consapevolezza che essi non sono essenziali per la definizione di sé, perchè l’eroismo è la capacità responsabili di agire giorno per giorno per il bene di coloro a cui riconosciamo la nostra stessa umanità . Non è l’atto riconosciuto come eroico che rende eroi, ma l’eroismo quotidiano. Testimonianze di Germana Boldrini ( Bologna), Norma Barbolini (Modena), Adriana Locatelli (Bergamo), Gilda Larocca(Firenze), Tosca Bucarelli (Firenze), Marcella Monaco (Roma), Maria Giraudo, Anna Maria Enriques Agnoletti e sua madre, Suor Gaetana del carcere di Santa Verdiana (Firenze), Maria Montuoro ( Milano).

Breve storia dell’internamento militare italiano

Dati, fatti e considerazioni di Marco Palmieri e Mario Avagliano

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Un esempio di collaborazione internazionale per salvare la memoria

le fraschette libroSiamo orgogliosi di aver potuto rispondere alla esigenza di un cittadino australiano di ritrovare la memoria dei suoi nonni durante la guerra. La Sezione ANPC di Frosinone è stata in grado di trovare i documenti necessari.

Il Signor Michael Meilak, che vive in Australia, di origini maltesi, ricostruendo il suo albero genealogico aveva saputo che i suoi nonni maltesi e quindi cittadini britannici residenti a Tripoli erano stati internati in Italia durante la guerra. Visitando il nostro sito ha trovato notizie del Campo di internamento Le Fraschette, di cui conosceva il nome ci ha chiesto notizie sulla possibilità di avere la storia dei suoi nonni e grazie all’aiuto del Presidente ANPC di Frosinone, Carlo Costantini, abbiamo mobilitato la Signora Marilinda Figliozzi, promotrice di un blog che si occupa proprio del Campo Le Fraschette: http://campolefraschettealatri.blogspot.it/ .

Riproduciamo la corrispondenza come esempio e documento di come si può costruire una memoria condivisa.

La lettera della Signora Figliozzi

Signor Meilak buonasera,

ho ricevuto copia della mail che ha inviato all’ANPC.

Mi è stata girata perchè da anni -in collaborazione con l’Associazione e con l’amico Costantini – mi interesso di conservare la memoria del campo Le Fraschette di Alatri e di ricercarne la storia.

Cercherò quindi, per quanto possibile ,di aiutarla a ricostruire la storia della sua famiglia che è passata dal Campo Fraschette di Alatri.

La storia del campo (che ha vissuto varie fasi) la può vedere ed ascoltare dal seguente filmato in inglese  girato dagli alunni delle nostre scuole, purtroppo potrà anche rendersi conto delle condizioni di degrado in cui versa

http://campolefraschettealatri.blogspot.it/2013_01_01_archive.html

Nei siti seguenti troverà la storia della comunità maltese e la politica attuata nei suoi confronti nel periodo precedente la guerra e  anche   l’internamento in Italia. I siti contengono molti dettagli e nomi che potrebbero esserle utili e una interessante bibliografia

http://www.intratext.com/ixt/ITA2413/

http://www.maltamigration.com/history/?s=ADF5351D-5775C5A8-7DE210221622-3F39

Ancor più interessante è la pagina dei ricordi  del prof. Cini : racconta l’incredibile odissea vissuta con parenti amici e conoscenti, dalla partenza per l’Italia , la permanenza al campo Fraschette, il trasferimento a Fossoli e il ritorno a Tripoli.
http://www.maltamigration.com/history/romeo-cini’s-tripoli

Leggo che Romeo Cini vive in Australia, io non sono riuscita a contattarlo, forse per lei sarà più facile.

Ho anche contatti con altri internati che si sono trasferiti in Australia, se vuole potrei passarle gli indirizzi-facebook.

Purtroppo ad Alatri non  esistono elenchi e documenti del campo, posso solo inviarle qualche pagina con i nominativi  Melilak dei 900 anglo-maltesi che lasciarono il Campo Fraschette per Fossoli dopo il mitragliamento e il bombardamento. Sono gruppi di famiglie, purtroppo non ci sono altri riferimenti anagrafici. Mi riprometto di andare in comune a consultare i registri di nascita e morte, le farò sapere se ci sono persone con il suo cognome .

Come ultimo allegato  troverà una foto di giovani davanti ad una baracca: sappiamo solo il nome di uno,Carmelo Mascina, forse lei potrebbe riconoscere qualcuno.

Ulteriori notizie sul campo, testimonianze e ricordi di internati  le troverà , se legge l’italiano, sul mio blog http://campolefraschettealatri.blogspot.it/

ad esempio qui può trovare una relazione relativa ad un’ ispezione effettuata a Fraschette nel luglio del 1943 e che le fa comprendere quali siano state le condizioni di vita al campo http://campolefraschettealatri.blogspot.it/2012/12/relazione-relativa-ad-unispezione.html

 

mi faccia sapere se le sono stata d’aiuto

Cordiali saluti

Marilinda Figliozzi

 

 

RISPOSTA del signor Meilak

Gentilissima Marilinda Figliozzi,

Anzitutto vorrei ringraziarla per aver risposto alla mia e-mail e per le fotografie e web indirizzi da lei generosamente provveduti.

Essendo nato dopo la guerra purtroppo non ho riconosciuto nessun individuo nella fotografia. Faro’ vedere il gruppo ai miei anziani parenti e forse loro potranno riconoscerli.

Non ero a conoscenza del web “intratex.com”  e ne sono grato per l’informazione perche’ contiene soggetti molto interessanti.

La mia ricerca su i miei antenati  include tutti i parenti paterni e materni. Il mio interesse verso la lista dei dettagli personali dei quasi mille internati e’ perche’ una grande  parte di loro sono imparentati a i miei genitori.

Due giorni fa’ ho trovato questo  sito http://www.campifascisti.it/elenco_documenti.php che contiene la corrispondenza ufficiale ne riguardo degli internati nei vari campi di concentramento in Italia.

Ci sono oltre un centinaio di lettere riguardanti gli internati Anglomaltesi. Sino ad oggi ho trovato  nomi e data di nascita di circa 250 individui e la cosa molto importante per la mia ricerca sono i nomi dei genitori di ogni persona annotata.

Un esempio e’ l’ incluso elenco. I Spiteri, Gusman, Darmanin e Mifsud nella lista  sono zii o cugini  dei miei genitori.

Tutti i documenti pubblicati  nel web “campifascisti.it provengono da l‘ Archivio Centrale dello Stato e cio’ indica che e’ il luogo dove la desiderata completa lista degli internati Anglomaltesi sia stata probabilmente archiviata.

La sua offerta riguardante la ricerca su i defunti e’ stata apprezzata  ma la prego di non perdera altro tempo nei miei riguardi. Mi basta la rivelazione che i cimiteri in Italia ancora appartengono al Comune.

Perdoni il mio povero e arcaico Italiano che ho imparato nella mia infanzia ma non praticato da oltre 47 anni perche’ qui a Melbourne si parla e si scrive solo l’ Inglese.

Lei e’ stata un grande aiuto nel proseguimento del mio progetto geneologico perche’ mi ha dato degli importanti indizzi che intendo seguire. Mille grazie e cordiali saluti.

Ps. Ringrazio pure la ANPC per la loro cortesia nel riferire a lei la mia E-mail.

Don Giovanni Barbareschi: “Non vi sono liberatori, ma solo uomini che si liberano”.

Intervento Don Giovanni Barbareschi all’incontro del 21 febbraio 2009 tra le Aquile Randagie e gli scout bolognesi ed italiani.

 

Il Popolo, 70 anni dopo (Numero 3 del 28 Novembre 1943)

Ecco il terzo numero de Il Popolo. Clicca qui per leggerlo: popolo-clandestino-19431128numero3

Il Popolo, 70 anni dopo (Numero 2 del 14 Novembre 1943)

Ecco il secondo numero de Il Popolo: popolo-clandestino-19431114numero 2

Buona lettura a tutti!

Il Popolo settant’anni dopo

Il 23 ottobre 1943 esce a Roma il primo numero del giornale clandestino. Quattro pagine, con idee e un deciso orientamento sulla Resistenza  e sul governo Badoglio, sulle prospettive di libertà del Paese, una volta terminata la tragica guerra in corso. A settant’anni di distanza, ripercorriamo le otto uscite del giornale, dall’ottobre 1943 al maggio 1944, in edizione clandestina, pubblicando la versione integrale del quotidiano, la cui intera raccolta è conservata dalla Biblioteca dell’Istituto Sturzo ed è in corso di digitalizzazione.

IL POPOLO, 23 OTTOBRE 1943 [N.1, ANNO 1]. Clicca qui per leggerlo: popolo-clandestino-19431023

29 settembre 1943 – Il film su: “Le Quattro Giornate di Napoli”

Napoli, sventrata dai bombardamenti, s’era come svuotata, abbandonata da intere famiglie in fuga nelle campagne. Erano rimasti i rassegnati, gli indifferenti,i fascisti, e i disperati. Furono questi ultimi a ribellarsi, a passare dalla disperazione all’esasperazione per i soprusi nazisti, dopo l’occupazione della città.
Un capolavoro di Nanni Loy.

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