ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

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Auguri Natale 2025

“Difficili gli auguri di Pace e Bene, eppure esistono donne e uomini di buona volontà, operatori di pace.
La nostra incrollabile fede nella democrazia come unica difesa della dignità e libertà di ogni persona alimenta la speranza.
Non dimentichiamo tutte persone che soffrono per malattie, indigenza e guerre. Perciò questo il nostro augurio,  che possiamo e vogliamo essere costruttori di speranza”.

CONVEGNO DEDICATO AL RICORDO DI EZIO VANONI ED ENRICO MATTEI

Presso la Sala del Gonfalone di Palazzo Pirelli a Milano il giorno 11 febbraio 2026, si terrà un Convegno dedicato al ricordo di Ezio Vanoni ed Enrico Mattei. Di seguito la locandina

La Resistenza senz’armi delle suore: una storia ancora da scrivere

Segnaliamo un articolo pubblicato su L’Avvenire di Lucia Capuzzi e Grazia Loparco: nell’80esimo anniversario della liberazione dal nazi-fascismo, un appello per raccogliere testimonianze delle religiose impegnate per la libertà.

La beata suor Enrichetta Alfieri è uno degli esempi più conosciuti di impegno religioso
durante la Resistenza

Il 2025 è stato segnato da molti eventi che hanno ricordato l’80mo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e, per l’Italia, la liberazione dall’occupazione nazifascista. In quel periodo soprattutto le regioni centro-settentrionali liberate progressivamente dalle truppe alleate si scontrarono con un’opposizione più dura del previsto. Se i Repubblichini italiani appoggiavano l’esercito tedesco, i partigiani cercavano di ostacolarli per accelerare la liberazione. Fu il tempo della Resistenza. Essa è stata narrata a lungo in chiave politica e armata, trascurando l’apporto delle donne, che invece fu fondamentale, sia nella Resistenza armata che in quella civile, disarmata, la quale operava nel tessuto di una società sfibrata, affamata, e  poi anche divisa. Di fatto dopo l’armistizio del ’43 molte persone si trovarono nella condizione di ricercati, per cui dovettero cercare rapidamente soccorsi in clandestinità: ebrei, renitenti alla leva, antifascisti, carabinieri, giovani e uomini rastrellati per i lavori forzati, politici. Molte famiglie e sacerdoti li aiutarono. Molte donne agirono con coraggio. Alcune studiose hanno messo in luce il loro supporto sia per nascondere, sia per curare, nutrire, procurare abiti civili e favorire la fuga, ma non hanno considerato le religiose, quasi non fossero donne anch’esse. Solo più recentemente è emerso un gran numero di comunità religiose femminili che si prestarono in molti modi per difendere la vita, in nome dell’umanità e della fede cristiana. Attraverso le testimonianze dei protagonisti ora conosciamo i nomi di molte religiose di vita attiva e anche di monache di clausura che, andando oltre l’osservanza delle Regole, si adoperarono in diversi modi. Nascosero in casa persone, a volte anche armi e beni di famiglia, inoltre appoggiarono partigiani e feriti nei numerosi ospedali e carceri. Il coraggio fu a volte pagato con l’arresto, estenuanti interrogatori, la detenzione e la condanna a morte, mutata in domicilio coatto in ospedali psichiatrici. Ma  le storie più inaspettate riguardano diverse religiose che agirono direttamente sul campo, come staffette partigiane, portando informazioni, ma anche cibo e cure ai feriti, e persino entrando nei servizi segreti. Non poche volte presero la parola, tremando e confidando, per mediare tra le parti ed evitare rastrellamenti di massa, fucilazioni ed eccidi.

Le scelte di comunità che parteciparono alle paure e alle strettezze della guerra assistendo malati, orfani, profughi; raccogliendo morti per le strade, preparando minestre per i molti affamati e vestiti da  ogni pezzo di stoffa disponibile, ma non si esposero fino a quel punto di rischio, mette in luce la determinazione insospettata di tante altre. Interrogate in seguito, diverse dichiararono di aver agito mosse dalla carità, dal Vangelo, come «partigiane di Cristo». La difesa della persona umana, al di là di ogni discriminazione, vissuta per lo più in modo prepolitico, preparava l’affermazione della democrazia e la partecipazione delle donne ai diritti civili, attuata con il voto del 1946. Le religiose dichiarate Giuste tra le Nazioni dallo Yad Vashem, per aver nascosto ebrei in Italia, assumendo il rischio della vita, sono 29; e 20 quelle che hanno ricevuto un riconoscimento civile ufficiale. Dietro ciascuna, quasi sempre, rischiava un’intera comunità. Diversi convegni di studio, tenuti a Camaldoli, Lucca, Modena si sono interessati alle religiose che presero parte attiva nell’emergenza della società. La ricerca è ancora in progress, pertanto chi avesse documentazione e informazioni è pregato di farle pervenire a Grazia Loparco: grazialoparco@gmail.com ai fini di una ricostruzione più articolata e completa della Resistenza. Una pagina di storia che merita di essere trasmessa ai giovani.

(pubblicato su: https://www.avvenire.it/chiesa/la-resistenza-senzarmi-delle-suore-una-storia-ancora-da-scrivere_101880?fbclid=IwdGRzaAOmsXZjbGNrA6axC2V4dG4DYWVtAjExAHNydGMGYXBwX2lkDDM1MDY4NTUzMTcyOAABHssv0qZUc4bIivz8xjdXn21c-aA2f8exnNI8tMXYyOeMQL377JkiSBwqxIXa_aem_8Cb6G3_WhX7JjRAWZcc75g&sfnsn=scwspwa)

Dichiarazione Anpc

Il Consiglio Nazionale della Associazione Nazionale Partigiani Cristiani guarda con profondo turbamento al clima che si sta creando intorno all’Unione europea, dall’esterno e dall’interno per indebolirla. L’Europa ricordiamolo, è stata e continua ad essere culla e baluardo dello stato di diritto, della democrazia, della solidarietà, della libertà. 

 Ma l’unica risposta alle attuali e gravi minacce rilanciare il progetto dei Padri fondatori, De Gasperi, Adenauer e Schumann, superando l’attuale situazione in cui ogni Stato membro singolarmente è sottoposto alle diverse intemperie che attraversano la storia. 

I sinceri Patrioti europei dovrebbero rilanciare gli Stati Uniti d’Europa che, unendo i popoli, non rinnegano la propria peculiarità ma costruiscono uno spazio di pace, garantito dalla forza dei suoi cittadini, delle proprie risorse economiche e sociali, seconde a nessun’altra grande Potenza.

Solo così ci troveremmo nella attuale situazione di grande incertezza e timore per il futuro.

L’ANPC è solidale col popolo ucraino che resiste ormai da 4 anni contro l’aggressione militare della Federazione russa anche a difesa di tutte le nazioni democratiche.

La Resistenza italiana ed europea contro l’invasore e il nazifascismo hanno garantito 80 anni di libertà, pace e sviluppo. Per questo siamo solidali con il popolo ucraino vittima di una ideologia imperialista sconfitta dalla storia   e non accettiamo su questo l’ambiguità di alcune forze politiche.

Desideriamo ardentemente la pace, sosteniamo l’impegno dei Governi europei nelle trattative perché sia garantita all’Ucraina una pace giusta e duratura.

Ma la diplomazia italiana e internazionale è indebolita da comportamenti di politici europei ammiccanti con Trump e Putin che sono interessati a dividere l’Europa, perché è un inciampo alla loro volontà di egemonia nello scacchiere mondiale.   

E ricordiamo che la diplomazia non può essere surrogata dalla ingerenza di uomini d’affari che non hanno certamente come priorità gli interessi dei cittadini.

ANPC invita quindi cittadini, associazioni, forze politiche ed istituzioni ad assumere una forte iniziativa civica e politica per rilanciare il progetto dell’integrazione politica europea e ad adoperarsi con tutti gli strumenti per costruire occasioni che diano forza ai costruttori di pace, sommo bene comune. 

S.Barbara 2025 a Bergamo

S.Barbara a Bergamo e’ stata ricordata al Tempio dei Caduti. Su invito del Presidente dell’associazione Marinai anche l’ANPC ha partecipato.  Anche in questa occasione si e’ fatta memoria del sacrificio di tanti combattenti che hanno lottato per la liberazione dell’Italia dai nazifascisti e come dobbiamo sempre impegnarci a mantenere questa liberta’ cosi’ dolorosamente conquistata e fondamentale per il nostro vivere.

L’Angelo di San Vittore

“L’Angelo di San Vittore” per 28 anni ha vissuto dentro le mura del carcere milanese durante uno dei periodi più bui della nostra storia recente, operando con discrezione ed efficacia per distribuire speranza e aiuto concreto. A suo tempo partigiana e membro della Resistenza, dal 2011 figura fra i Beati della Chiesa Cattolica.

Nata il 23 febbraio del 1891 a Borgo Vercelli in una famiglia di solida fede contadina, Enrichetta Alfieri sentì fin da giovanissima la chiamata alla vita religiosa, ma solo a 20 anni ottenne dai genitori il permesso di entrare nella Congregazione delle Suore di Santa Giovanna Antida Thouret.

Non immaginava che la vita l’avrebbe un giorno chiamata a una missione “difficile e dura”.

Nel 1923 fu sua zia Elena, suora in servizio presso la sezione femminile del carcere di San Vittore a Milano, a chiederle di aiutarla a portare il carico di un’umanità ferita e sofferente. Appena arrivata, per rendere più sopportabili le condizioni di vita delle “sue” carcerate, Suor Enrichetta riorganizzò alcune aree al fine di consentire alle detenute madri di ricongiungersi coi figli minorenni per i quali mise in piedi un asilo nido e una scuola.

Il periodo più complesso fu quello bellico, specialmente dopo l’8 settembre del 1943, quando il carcere milanese passò sotto comando nazista diventando luogo d’interrogatori e tortura per tanti internati, fra cui numerosissimi cittadini di religione ebraica. In un simile contesto, Suor Enrichetta si prodigò per tutti senza distinzioni, riuscendo a fare breccia persino nel cuore indurito del caporalmaggiore Franz Staltmayer, detto “il porcaro”, che a San Vittore decideva chi dovesse prendere posto sui famigerati convogli piombati diretti ai campi di sterminio in Germania.

Solo l’audacia di questa religiosa che non temeva nessuno, se non Colui al quale aveva consacrato la propria esistenza, riuscì in rare occasioni a fargli cambiare idea, come nel caso di una detenuta ebrea prossima al parto e già madre di una bambino di 5 anni, protagonista di una “scarcerazione-miracolo” imputabile ai suoi buoni auspici.

Schieratasi senza esitazioni dalla parte giusta, Suor Enrichetta divenne anche staffetta partigiana, prestandosi ad operare come messaggera per i membri del CLNAI. Scoperta e condannata a morte, si salvò in extremis grazie all’interessamento del Cardinale Schuster, Arcivescovo di Milano, che riuscì ad ottenerne la scarcerazione.

A guerra finita furono invece i membri della Resistenza a riaccompagnarla a  “casa”, a San Vittore, dove Suor Enrichetta avrebbe continuato a lavorare e portare consolazione sino alla morte sopraggiunta il 23 novembre del 1951.

Fra le carte della causa canonica conclusasi con la beatificazione a 60 anni dal decesso, figura anche la testimonianza di Indro Montanelli, uno che da preti e suore si è sempre tenuto alla larga. Carcerato in quei mesi a San Vittore come dissidente politico, il noto giornalista attestò che: “Grazie alla sua regia, ricevevamo bigliettini e informazioni. Ancor oggi il ricordo di Suor Enrichetta e della sua veste frusciante suscita in me l’ammirazione che si deve ai santi”.

Anpc Tigullio alla Celebrazione per S. Barbara

Il 7 dicembre 2025 la Bandiera di Anpc Tigullio era presente a Sestri Levante alla Celebrazione organizzata dalla locale sezione dell’Associazione Marinai d’Italia in occasione della festivita’ della patrona Santa Barbara. Se la nostra riconoscenza va a tutti i Marinai di ogni epoca della nostra storia rivolgiamo un particolare pensiero a quelli che dopo il bivio dell’8 settembre servirono la Patria nella Resistenza come Partigiani, come Internati Militarii come Forze Armate cobelligeranti a fianco degli Alleati. Il nostro ringraziamento è la nostra riconoscenza a chi ha organizzato così  bene questo evento.

Premio Cultura per santa Barbara 2025 alla Mostra Fotografica ANPC: “Resistere, non piegarci”

Il Premio Cultura per santa Barbara 2025 alla Mostra Fotografica ANPC: “Resistere, non piegarci”. Sul palco del Teatro Flavio Vespasiano di Rieti sono salite Cristina Olini vice presidente nazionale ANPC e Luisa Ghidini Comotti consigliere nazionale ANPC Milano. Ha consegnato il Premio il presidente della Fondazione Varrone Mauro Trilli.

pubblicato su https://www.rietinvetrina.it/premio-cultura-per-santa-barbara-2025-alla-mostra-fotografica-anpc-resistere-non-piegarci/

12 dicembre 1969-2025: 56°anniversario della strage di Piazza Fontana

30 novembre 2025 – Chiesa di Santa Barbara a San Donato Milanese

Domenica 30 novembre si è svolta una celebrazione liturgica nel 70° anniversario della benedizione della Chiesa di Santa Barbara in Metanopoli.

La cerimonia, presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons Mario Delpini, Arcivescovo di Milano ha visto la partecipazione delle tante associazioni presenti sul territorio di San Donato Milanese; noi eravamo presenti con il medagliere dell’A.N.P.C.

Si è voluto ricordare il 3 dicembre 1955, quando il cardinale Giovanni Battista Montini benedisse la Chiesa di Santa Barbara, voluta da Enrico Mattei per creare il fulcro di una comunità che stava nascendo. Come dice don Umberto Bordoni, Prevosto di San Donato Milanese, questo intreccio tra dimensione ecclesiale e vita civile, resta un tratto prezioso dell’identità di questa comunità.

Al termine della funzione religiosa, c’è stata l’inaugurazione della mostra “Trame Sacre a Santa Barbara” con arazzi di sedici artisti contemporanei realizzati per l’ottavo centenario della Cattedrale di Cosenza.

Questa esposizione sarà visibile per tutto l’anno 2026.

Luisa Ghidini Comotti – Presidente ANPC Città Metropolitana di Milano

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