ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Il 25 aprile a Bollate

“La va a ore”, diceva Mario Rebosio che con poche decine Partigiani della Brigata Garibaldi e della Brigata del Popolo organizzava la rivolta in quei giorni difficili. Tutti uniti dal comune spirito antifascista, comunisti, cattolici, azionisti e monarchici volevano solamente liberare il proprio Paese dal Nazifascismo e vivere democraticamente in Pace. I lanci degli alleati li avevano ben riforniti di armi e munizioni e anche molti militari, ai quali va riconosciuto il loro prezioso contributo, si erano uniti ai combattenti per la libertà, quella che oggi vogliamo celebrare e festeggiare. Lo Sterminio degli Ebrei nei campi di concentramento non era ancora del tutto noto ai più ma si sapeva del trattamento riservato loro dopo le leggi razziali. A quasi 80 anni da allora oggi si assiste all’ammassamento di truppe NATO al confine orientale e le navi della Marina Militare stazionano nel Medio Oriente; l’invasione dell’Ucraina, le azioni terroriste di Hamas il 7 ottobre, con 150 rapiti ancora nelle mani dei terroristi a cui sono seguite altrettanto devastanti esagerate e pericolose reazioni del governo israeliano che hanno provocato la morte di migliaia di innocenti, ci fanno ripiombare nella paura di un ritorno alla guerra in Europa e nel Mondo. L’Associazione dei Partigiani Cristiani auspica condivisione sui valori europei che per decenni hanno dato libertà e prosperità alla nostra Nazione ed all’Europa; chiede di indicare, alle prossime elezioni a cui si deve partecipare in massa, una leadership europea capace di riaffermare lo spirito del 25 aprile del 1945 che ha permesso in Italia ed in Europa prosperità e Pace per decenni. Purtroppo, recenti notizie di cronaca in merito alla corruzione politica spingono ancora alla disaffezione al voto da parte dei cittadini; si ricordi che le libere elezioni restano l’unica possibilità di cambiamento e rinnovamento di una classe dirigente che purtroppo a volte dimentica quanto cita l’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.

REMO MERATI

Remo Merati nasce il 19 Luglio 1919 all’Isola san Domenico di Bollate nelle vicinanze di Madonna in Campagna e la Vignetta. Ha lavorato al Comune di Milano dove aveva contatti con Enrico Mattei che era spesso presente; lui stesso poi gli consegnò la storica bandiera dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani che viene portata alle manifestazioni della Festa della Liberazione ogni 25 Aprile. Alla fine del ’44 insieme al gruppo milanese delle Brigate del Popolo collaborò con Enrico Mattei evaso grazie alla collaborazione del clero milanese, dal carcere di Como dov’era stato recluso dai Fascisti. Una delle più famose attività svolta dal gruppo delle Brigate del Popolo di Bollate è stata quella di sorveglianza del tristemente famoso treno che tutte le mattine trasportava all’Hotel Touring di Milano, gli ufficiali tedeschi. Merati, per molte mattine seguì il convoglio che trasportava all’Hotel Touring di Milano, gli ufficiali tedeschi. Annotava orari e rilevava la presenza costante del personale di comando tedesco. Riportava tutte queste informazioni ad un ufficiale inglese che stava da mesi rifugiato a Bollate. Un ricognitore che sorvolava la zona riceveva le informazioni trasmesse via radio dall’ufficiale. Lo stesso sistema veniva utilizzato per le comunicazioni riguardanti i lanci di rifornimenti ed armi da parte degli alleati. Le zone di aviolancio erano individuate su una mappa che rappresentava un documento segreto e di massima importanza per le formazioni partigiane cattoliche a cui erano destinate. Il tragico epilogo di quella storia fu il tristemente noto bombardamento della Vignetta il 30 gennaio 1945 a causa di una delazione di una spiata. Le riunioni clandestine del gruppo di Merati si svolgevano in un locale situato nel vecchio campanile della chiesa prepositurale S. Martino V. I giovani oratoriani che facevano parte del coro si ritrovavano per le prove di canto. Al termine delle quali si appartavano, in pochi con il prete dell’Oratorio. Altre azioni venivano compiute nei pressi di Musocco da dove partiva l’autostrada verso Nord. Anche il comandante della locale caserma dei Carabinieri ha avuto un ruolo strategico nell’accumulo delle munizioni dalla fabbrica Leon Beaux. In collegamento con le Brigate del Popolo cattoliche, il direttore Giovanni Merler, trentino e amico di Alcide de Gasperi, sabotava la produzione per fornire munizioni da distribuire ai patrioti armati. Armi e munizioni venivano nascoste sotto il palco del Teatro dell’Oratorio maschile S. Filippo Neri di Bollate. Lo si ritrova, Remo Merati, ai posti di blocco il 25 Aprile con i fratelli Genovese e in seguito, nel dopoguerra, a raccontare fatti e azioni di Resistenza che in quei 20 mesi liberarono Bollate dai Nazifascisti. Come il racconto del famoso convoglio con il denaro e “l’oro del Duce” che stava per essere trafugato in Valtellina, ma del quale non si sa più la fine che abbia fatto in quei giorni di violenze e confusione, quando fu fermato da un gruppo di Partigiani che presero parte all’azione. Nel maggio del 1955 riceve la Croce al Merito di Guerra, in seguito ad attività partigiana, dal Comando territoriale di Milano. Associazione Nazionale Partigiani Cristiani ANPC Bollate

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