ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Spettacolo Aquile Randagie a Milano

“Io, ex capo scout, porto in scena le Aquile Randagie”

Una antica leggenda narra che nella notte più lunga dell’anno il santo cavaliere sconfisse il drago, ed è in una notte come questa che è ambientata la storia scritta e interpretata in un magistrale monologo dall’attore Alex Cendron. 

Mercoledì 19 aprile 2023, nell’Auditorium “Stefano Cerri” di Milano l’Anpc (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani), Municipio 3 e Comune di Milano hanno promosso lo spettacolo Aquile Randagie, Credere disobbedire resistere, monologo di e con Alex Cendron, musiche di Paolo Coletta, regia di Massimiliano Cicidati. Tra le cento persone in platea anche giovani scout in divisa. Una presenza che conferma l’interesse e il vasto successo popolare dello spettacolo registrato nei teatri e negli oratori d’Italia.

La storia Il 9 aprile 1928 Mussolini firma un decreto che dichiara la soppressione totale dello Scautismo in Italia. A Milano, una manciata di giovani scout decide di disobbedire ad una legge che sente ingiusta e inizia un lungo periodo di attività clandestina, una vera e propria resistenza giovanile. L’avventura, non priva di rischi e lunga 17 anni, porterà il gruppo a mantenere accesa la fiamma dello scautismo in Italia fino alla Liberazione e li farà diventare giovani uomini di pace: dopo l’8 settembre 1943 diventeranno promotori di un gruppo di soccorso per i ricercati ebrei, prigionieri politici e renitenti alla leva, che sotto il nome di OSCAR, salverà migliaia di persone dal drago del Nazifascismo. Una storia vera, una storia semplice e coinvolgente, una storia di ragazzi che quando tutto sembrava perduto hanno deciso di non abbassare la testa di fronte al drago e ai suoi artigli.

Le Aquile Randagie L’autore e interprete Alex Cendron è un ex capo scout: la sua passione giovanile per il teatro si è trasformata in professione. “Mi piace farlo senza confini di mezzo, dal teatro al cinema, passando per la televisione. Ho una vita un po’ bohemienne, monacale, un po’ da illuso, ma sono tendenzialmente felice”. Raggiunta l’autonomia ha iniziato a collaborare con diversi teatri stabili interpretando testi di Pasolini, Testori e Cechov e nel 2019 è stato candidato come miglior attore protagonista al Premio Maschera del Teatro italiano, per la sua interpretazione di don Lorenzo Milani nel cinquantenario della morte.  “Uno degli spettacoli più belli della mia vita – racconta -. Mi ha aiutato a entrare nell’ottica per portare in scena Aquile Randagie. Sono stato capo scout, da qui la connessione con questa storia. Da molti anni studio drammaturgia, così, prima della pandemia ho iniziato a scrivere Credere disobbedire resistere”.

Una storia vera ma poco conosciuta…  “Ho conosciuto questa storia attraverso un libro uscito in ambito scout sulle Aquile Randagie, mi affascinò moltissimo tanto che decisi di fare il secondo tempo di formazione – chi fa il capo scout deve fare due tappe formative – a Colico, località che sapevo essere collegata alla storia delle Aquile Randagie. In quella settimana formativa ho conosciuto la loro storia. Sono stato in val Codera, altro luogo importante per le Aquile Randagie. All’epoca ero ancora studente in accademia come attore. Una delle mie fascinazioni attoriali era il monologo Vajont di Paolini. Quando conobbi la storia delle Aquile Randagie pensai che quella storia potesse diventare il mio Vajont. Una storia da raccontare perché fa parte anche della mia storia scout”.

Uno spettacolo da proporre ai giovani…“Ho fatto anche delle scolastiche e penso di farne ancora. Personalmente mi fa piacere perché sono stato capo scout. Credo sia innegabile il gusto dell’educatore, cioè poter essere significativi per delle persone ancora in formazione è uno dei piaceri che da l’essere capo scout. Da la sensazione di fare un intervento efficace verso qualcuno. Anche se non è un intervento formativo, preciso, può diventare lo stimolo per sbocciare. Lo scoutismo durante lo spettacolo avrebbe questo come obiettivo, non quello di plasmare gli individui, bensì di aiutare le persone su ciò che potrebbero essere al meglio”.

27 aprile ’23                                                                    Silvio Mengotto

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