Presentazione libro “La Rosa Bianca” di Maria Longobardi
Oggi, lunedì 17 aprile 2023, alla Casa della Memoria e della Storia si è svolta la presentazione del libro: “La Rosa bianca.
La resistenza al nazismo in nome della libertà.”
Ad aprire la presentazione, l’invito della presidente dell’ANPC Mariapia Garavaglia alla libertà di pensiero:
“Parlo per i giovani, gli unici liberi; fruite dello studio di cui in Germania i ragazzi non potevano godere”.
L’incoraggiamento a non incasellare la nostra mente, la cultura vista come l’opportunità per sviluppare un pensiero critico contro l’ignoranza-obbedienza.
Ha proseguito Garavaglia: “Quando c’è di mezzo il voler vivere come si vuol vivere e non come gli altri convengono, a qualsiasi età si è capaci di scegliere.”
Ed è qui che la resistenza si inserisce come mezzo per dar valore alla propria identità personale: “Se non si resiste ci si arrende”.
Il primo a ricordare l’esperienza della Rosa bianca è il consigliere dell’ANPC e membro del CNR Maurizio Gentilini.
Il libro in memoria del giovane gruppo di resistenti tedeschi localizzati a Monaco di Baviera, principalmente studenti dell’Università Ludwig Maximilian attivi tra il 1942 e il 1943.
Capitanati dalle loro coscienze contro quella che Gentilini definisce come “la terribile eclissi della ragione” ossia: l’opposizione al totalitarismo.
Uniti e animati dagli ideali di solidarismo Cristiano, tra i ragazzi: cattolici, evangelici e ortodossi.
Il loro metodo? Operare con la non-violenza in Baviera, attraverso opuscoli contro lo Stato totalitario.
Segue poi l’appello dell’autore, Paolo Ghezzi, ad immedesimarci nei panni dei ragazzi della Rosa bianca. Appena prima di tornare a sottolineare l’importanza della libertà:
“La vita non libera non è una vita dignitosa. I giovani si sono ribellati in nome della propria coscienza individuale, non per morire.”
Proprio per questo, è stata oggi più volte positivamente sottolineata la presenza dei giovani alla presentazione. Quasi a stabilire una maggiore empatia con i protagonisti della resistenza al regime. In nome di una libertà che oggi diamo per scontata, e che per gli studenti della Rosa bianca era un bene da riprendersi in mano.
A concludere la presentazione Tommaso Giuntella. Il ricordo del nonno, che essendosi rifiutato di collaborare con i tedeschi, era stato deportato. Un elogio alla gente comune che decise di fare un piccolo passo per cambiare le cose.
La dedica di Giuntella ai destini solitari contro la fortissima Germania:
“Agli uomini che in un destino tragico come quello del nazismo trovano uno squarcio di luce. La storia delle mosche bianche. La storia delle rose bianche.”
Maria Longobardi