ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

L’ANPC a Firenze

Un pubblico numeroso e partecipe ha seguito e animato, nella giornata di sabato 9 marzo, il convegno proposto dalla Associazione Nazionale Partigiani Cristiani – ANPC, dal titolo “La resistenza settantacinque anni dopo. Tra storia e sfide globali”.

Nel corso della mattinata, nell’auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si sono succedute tre dense relazioni, caratterizzate da una forte sintonia di ispirazione ideale e da una singolare complementarietà rispetto al tema generale del seminario.

Dopo i saluti istituzionali da parte delle autorità locali e la lettura della lettera di patrocinio concessa dalla Camera dei Deputati, Giuseppe Matulli – Presidente dell’ANPC – ha affrontato il tema dei valori espressi dalla Resistenza, dalla lotta di liberazione e dal processo di elaborazione costituzionale, e della necessità di una loro attualizzazione. Al centro dell’analisi, il cambio di paradigma del nuovo secolo, con alcune delle maggiori sfide politiche e sociali proposte e imposte dai processi di globalizzazione.

E’ seguito l’intervento di Alfredo Canavero, docente di storia contemporanea all’Università Statale di Milano e tra i massimi esperti delle vicende del movimento cattolico italiano ed europeo. Lo studioso ha proposto una sintesi della vicenda resistenziale e delle sue principali interpretazioni – mettendone in luce anche i principali snodi problematici –, mettendola in relazione con i processi di costruzione dell’identità e di strutturazione costituzionale dell’Italia repubblicana.

La terza relazione è stata svolta da Ugo de Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha proposto una lettura dell’evoluzione dell’integrazione europea, dal secondo dopoguerra fino alla situazione attuale, e degli evidenti collegamenti tra l’ideale europeista (soprattutto di alcuni padri fondatori dell’unità) e alcuni grandi valori della Resistenza.

Il pomeriggio è stato dedicato al dibattito sui temi affrontati dai tre relatori, al quale hanno partecipato molti dei presenti, rappresentanti di numerose espressioni dell’associazionismo e dell’impegno sociale e politico nazionale.

L’attuale contingenza degli scenari internazionali, che registrano una prepotente avanzata dei populismi e di movimenti di impostazione sovranista e antieuropeista, impone il dovere di una riflessione “nuova”, soprattutto a chi si richiama alle idee, ai valori e ai protagonisti della guerra di liberazione italiana.

L’epoca di profondi cambiamenti che stiamo vivendo e i nuovi criteri interpretativi della realtà imposti da grandi processi di dimensioni planetarie (in primis la globalizzazione e la sua crisi) suggeriscono di elaborare nuovi punti di vista e di proporre nuove modalità per affrontare l’evoluzione della vicenda politica democratica nazionale e internazionale.

Lo stesso impegno civile e morale che mosse i partigiani – uniti nell’ideale di libertà e democrazia, pur tra le varie culture di provenienza – ci impone di affrontare e discutere criticamente le principali derive che emergono oggi, e che giungono a proporre il ritorno ai vecchi nazionalismi che fecero, del secolo scorso, il tempo delle due guerre mondiali.

La riproposizione e l’aggiornamento della prospettiva europea e delle sue idee portanti – in primis democrazia e solidarietà – appaiono oggi la via più realistica e ragionevole per uscire dalle derive populiste e dai pericoli per la pace, e la migliore forma per onorare la generosa e lungimirante lezione storica della Resistenza.

(Hanno pubblicato l’evento anche su: https://agensir.it/quotidiano/2019/3/8/democrazia-anpc-domani-a-firenze-un-convegno-su-la-resistenza-settantacinque-anni-dopo-tra-storia-e-sfide-globali/;  https://www.toscanaoggi.it/Cultura-Societa/Partigiani-cattolici-domani-a-Firenze-convegno-su-La-Resistenza-tra-storia-e-sfide-globali )

IL DIBATTITO

 Giorgio Prinzi, Consigliere Nazionale Anpc: esprime la sua totale approvazione sui contenuti delle relazioni del Convegno. Sottolinea l’importanza e l’attualità etica dei valori che ispirarono la Resistenza. Ricorda che anche se ci furono zone dell’Italia certamente in prima linea e dove gli scontri militari furono più numerosi e sanguinosi, come al centro-nord, anche il sud fu coinvolto ed è importante ricordare il sacrificio di tutti.

Aladino Lombardi, Consigliere Nazionale Anpc e Segretario Generale Anfim: si presenta e racconta la sua storia di figlio di partigiano invalido di guerra, fratello di una delle vittime del bombardamento di San Lorenzo, lui stesso porta il nome di una delle vittime delle Fosse Ardeatine. Dopo un doveroso ricordo del Presidente Giovanni Bianchi, che sempre ci mancherà e resterà nei nostri cuori, ribadisce l’importanza di far conoscere la storia in particolar modo ai giovani e di far conoscere l’esistenza dei Partigiani Cristiani, le loro vicende e testimonianze. “La Costituzione non ci è stata regalata, ma è stata pagata col sangue, anche di tante donne”.

Claudio Martini, giornalista di Prato. Denuncia un fatto gravissimo che rende ancora più urgente il far sentire la nostra voce. Il 23 Marzo Forza Nuova sta organizzando una manifestazione a Prato, una manifestazione fascista. Incredibile dopo gli orrori che la storia ci ha fatto conoscere assistere a fenomeni del genere. Per questo ha molto apprezzato l’iniziativa dell’Anpc di questo convegno ed il taglio delle relazioni che hanno cercato di attualizzare valori passati trasferendoli nel presente e proiettandoli nell’immediato futuro. Molto commosso dal video di Don Giovanni Barbareschi proiettato all’inizio. Conclude: “Essere oggi ribelli per amore, riscoprire la bellezza della ribellione e farla scoprire ai giovani”.

 Conticelli Giulio, storico del diritto e membro dell’Istituto storico della Resistenza Toscana e dell’età contemporanea. Annuncia a tutti l’elezione di Giuseppe Matulli alla Presidenza dell’Istituto storico della Resistenza a Firenze. Il passaggio della memoria ha dietro un lavoro di raccolta di documenti, di ricerca, di testimonianze (il loro impegno negli ultimi tre anni è stato quello di raccogliere le testimonianze degli ultimi sopravvissuti). Annuncia la necessità di digitalizzare gli archivi e di rendere disponibile a tutti soprattutto alle nuove generazioni il materiale raccolto e catalogato.

Antonio Rossello, Presidente Centro XXV Aprile Savona. Si compiace dell’iniziativa, del valore dei contenuti e dello spessore delle personalità che hanno così brillantemente esposto l’attualità dei valori della Resistenza. Vorrebbe collaborare per la diffusione nella sua zona dei valori dell’Associazione.

Gaetano Mercuri, Presidente FUCI di Firenze. Ricorda moltissimi partigiani cristiani e cita il Beato Olivelli che scrisse la famosa preghiera del ribelle; San Paolo VI, Papa Montini, ricordando come senza di lui la Resistenza non avrebbe avuto appoggi importanti (questo pensando a La Pira che fu da lui nascosto e protetto). La Resistenza non fu fatta solo con le armi, non solo da combattenti, ma da tutti coloro che hanno prestato soccorso a chi aveva bisogno di essere sfamato o nascosto, è stata fatta da chiunque abbia salvato anche solo una vita rischiando la propria. Penso non vada dimenticato il sacrificio di tanti sacerdoti, di suore e religiosi. Racconta del nonno: lui essendo della Calabria ha comunque partecipato alla Resistenza partendo, combattendo fuori dal suo territorio e poi ha dovuto affrontare mille peripezie per tornare a casa. Quindi anche il sud ha contribuito al sacrificio di sangue assieme a tutta l’Italia.

Maurizio Gentilini, Segretario Nazionale Anpc. “Stiamo vivendo il cambiamento di un’epoca” e cita “Cambio di paradigma” di Mauro Magatti. Risponde alla necessità di riunire le fonti e digitalizzarle mettendo a disposizione il lavoro iniziato nel 75° anniversario della Resistenza sulla piattaforma digitale da noi creata www.resistenzaedemocrazia.it . Invita tutti a visitare il sito e a contribuire al suo arricchimento. Il linguaggio dei giovani sta cambiando ed è necessario per arrivare a loro adeguare le modalità di comunicazione.

Enzo Cacioli, Sindaco di Castelfranco Piandiscò (AR). Fa una riflessione sui metodi: oggi tutto è basato sulla velocità: velocità delle scelte, velocità della comunicazione, mentre i padri costituenti poggiavano tutto sulle realtà associative di base, dove militavano persone unite dalla condivisione di ideali comuni. Si rischia di avere delle involuzioni forti se non si crede nelle istituzioni. Ma bisogna ripartire dall’associazionismo.

Andrea Rossi, Presidente Sezione Anpc di Ferrara. Pone all’attenzione la necessità di fare autocritica e trovare anche la forza nel dialogo, persino con le parti opposte alle nostre, per cercare più che di combattere e di disinnescare certe possibili derive. Trovare anche nel dialogo con le controparti un qualcosa che possa porre le basi per costruire in nome del bene comune. In fondo alla Costituzione contribuirono tutte persone con idee politiche lontane, ma unite dallo stesso scopo comune di un bene superiore di giustizia, solidarietà e pace. Non è tempo di innalzare muri e distruggere tutto, ma di un confronto che possa fare arrivare a dei punti di incontro sui quali poter costruire.

Antonio Cipolloni, Presidente Onorario Anpc Rieti. Vede i giorni d’oggi nella loro drammaticità e quindi ancora più importante diventa il nostro messaggio. All’inizio anche lui, come molti cattolici, non parlavano della guerra, non portavano la loro testimonianza, perché pensavano semplicemente di aver fatto il loro dovere. Invece oggi il suo impegno forte è nella pubblicazione dei libri che raccontano la sua testimonianza e le storie della guerra soprattutto nel suo territorio di Rieti che conta più di 3000 morti. Orgoglioso di andare a parlare ai giovani nelle scuole, invita tutti noi a portare ai giovani la nostra testimonianza ed i nostri valori.

Ferdinando Sandroni, Vicepresidente Nazionale Anpc e Presidente Sezione Parma. Ribadisce l’importanza della collaborazione fra tutte le Associazioni. Racconta l’esperienza e l’impegno di Parma, città medaglia d’oro al valor militare, dove c’è una grande partecipazione di tante e tante persone alle commemorazioni. Hanno realizzato un importante collana di dvd con testimonianze di partigiani sopravvissuti.

Luigi Andreini, Accoglienza migranti. C’è un risveglio nella base: nella chiesa valdese, nella Caritas, nella Comunità di Sant’Egidio, nelle Ong, ecc… Tutte le realtà associative dovrebbero essere più connesse fra loro, essere unite. Crede che i “nuovi partigiani” possano essere anche i nuovi volontari al servizio dei più deboli. Bisogna unire le forze come al tempo della Resistenza.

Bernard Dika, Alfiere della Repubblica Italiana a soli 20 anni. Pone subito il confronto fra chi sentendo la parola “Resistenza” si schiera dalla parte di coloro che dicono: “Ancora la Resistenza, è una cosa superata” e chi invece pensa e crede che senza memoria non c’è futuro. La cosa preoccupante è il rischio di distruggere il presente. L’indifferenza è un qualcosa che veramente può portare a non affrontare problemi che sembrano lontani proprio nelle nostre case e nelle nostre vite. Porta l’esempio della Strage di San’Anna di Stazzema, un paesino sperduto che all’epoca non aveva nemmeno una strada per raggiungerla. Raccontano alcuni dei pochi superstiti di quando sentirono l’annuncio alla radio della Germania che aveva invaso la Polonia. Dicono questi testimoni: “Ci dispiaceva per queste persone, ma pensavamo alla guerra come una cosa tanto lontana da noi”. Quella guerra che sembrava tanto lontana arrivò proprio da loro. Questo avviene anche oggi, perché quando noi non ci occupiamo di qualsiasi ingiustizia che avviene nel mondo quella stessa ingiustizia arriverà nelle nostre case. E quindi non dobbiamo occuparci di memoria solo per onorare le vite sacrificate, ma per poter contare ancora oggi su diritti e libertà che vengono nel presente minacciati. Calamandrei paragonò la libertà all’aria: quando noi abbiamo sete beviamo, quando abbiamo fame mangiamo ma come per l’aria della libertà si comincia a capirne l’importanza vitale solo quando comincia a mancare. La nostra generazione di giovani per fortuna non ha mai provato quel senso di asfissia dato dalla mancanza di libertà che hanno invece provato i nostri nonni. Dobbiamo vivere il concetto di libertà e di diritto come un oggetto di conquista quotidiano. Altrimenti chissà tra qualche anno qualche politico potrebbe dire pochissimi italiani vanno a votare: “Che senso ha allora il suffragio universale? Togliamolo!”. Forse lì poi ci accorgeremmo di quanto è importante andare ad esprimersi. Questo è solo un piccolo esempio. Dobbiamo interrogarci sul perché le giovani generazioni non sanno nemmeno cosa sia il 25 aprile o il 2 giugno o cosa sia la Resistenza. Invece di dare colpe proviamo a riflettere su cosa concretamente possiamo fare. Io personalmente ho studiato la stessa storia che hanno studiato i miei genitori. A scuola non abbiamo fatto in tempo a studiare bene la seconda guerra mondiale né tantomeno quello che è successo dopo. Facciamo una proposta seria affinchè venga inserito nel programma lo studio della storia del Novecento, perlomeno fino alla caduta del muro di Berlino. Come può un giovane oggi se non di buona volontà e che quindi si vada ad informare da solo essere un buon cittadino? Quindi cosa significa Resistenza oggi? Significa lottare ancora per quei diritti che sono stati conquistati a caro prezzo ma che qualcuno può ancora toglierci.

 Luisa Ghidini, Delegata Femminile Nazionale. Parla dell’importanza dell’operare per risvegliare la coscienza dei cittadini. In Lombardia dove è Presidente della Sezione Anpc di Cassano D’Adda assieme ad altre Associazioni quali: A.C.L.I., A.N.E.D., A.N.P.I. Lombardia, A.N.P.P.I.A., A.R.C.I. Lombardia, C.G.I.L. Lombardia, C.I.S.L. Lombardia, F.I.A.P., F.I.V.L., LIBERA Lombardia, M.F.E., U.I.L. Lombardia, si sono ritrovate per dare vita alla costituzione di un coordinamento, denominato “rete lombarda per un’Europa unita, inclusiva, democratica e sociale contro la deriva razzista, xenofoba e sovranista”.

 Pierluigi Castagnetti, deputato. “Dobbiamo custodire la memoria come un dovere, ma anche come una straordinaria opportunità per leggere la storia dei giorni d’oggi. Ricorda l’importanza di chi fece la resistenza senza fucile come Giuseppe Dossetti. I cattolici avevano una idea concreta di democrazia e sapevano quello che volevano. Risvegliare la consapevolezza oggi nei cattolici.

Conclusioni Presidente Giuseppe Matulli. Il Presidente conclude soddisfatto del dibattito e dichiarando la consapevolezza che è più facile celebrare il passato che costruire il futuro, ma che il rischio e i pericoli del presente ci chiamano tutti a collaborare fortemente e con un impegno quotidiano e compatto affinchè possiamo costruire un presente ed un futuro migliori.

Durante i dibattiti il TG3R Toscana alle ore 19:30 del giorno stesso ha mandato in onda un servizio sul Convegno e l’intervista fatta al Presidente Matulli.

 

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