14 aprile 1944 – Poggio Mirteto
Sull’eccidio di Monte Tancia, il vescovo di Rieti, mons. Benigno Luciano Migliorini inviò una lettera di sdegno al prefetto Di Marsciano, datata 14 aprile 1944: “Per parte mia, vi pongo tre domande: 1) Perché nelle esecuzioni capitali i condannati non possono avere il Sacerdote cattolico? -2) Perché i bimbi furono uccisi alla stessa stregua delle persone adulte? Che forse la loro innocenza doveva essere punita? -3) Perché le salme di coloro che furono sottoposti alla pena capitale non possono essere sepolte nel Camposanto, secondo il rito cattolico, mentre da tutti i popoli è ammesso che <oltre il rogo non vale l’ira nemica?>Tengo poi sepolta nel cuore, versando tutte le mie lacrime innanzi l’altare di Dio, un’altra cosa che voi ben potete immaginare.” La domenica successiva tutti i parroci della diocesi lessero la lettera del vescovo, durante la messa. Ricordiamo la regola, pronunciata da mons. Migliorini: “Oltre il rogo non vale l’ira nemica” ,per cui ripetiamo che l’operazione Schanze fu macchiata anche dal sacrilegio e dal vilipendio dei cadaveri.