7-8 Aprile 1944 – Monte Tancia
Il monte Tancia si trova nella porzione settentrionale dei Monti Sabini e lì erano stanziati i partigiani della formazione D’Ercole-Stalin, che agivano nella zona di poggio Mirteto, Poggio Catino, Monte Aspra (oggi Casperia) e Famignano. La brigata risultava dalla fusione di soldati e ufficiali dell’esercito regio comandati dal maggior D’Ercole e dai garibaldini di Poggio Mirteto, guidati da Redento Masci. Con loro, sul Tancia, era aggregata una parte dell’8° zona garibaldina di Roma con alla testa Nino Franchilucci e Luigi Forcella. L’intero contingente variava , a seconda delle circostanze, dai 200 ai 300 combattenti. Era la più grossa brigata a nord di Roma, dopo la Gramsci. Nella notte del 6 aprile, Di Marsciano si spostò sui monti sabini e con i militi della legione 116 e con le SS occupò le mulattiere e i sentieri del massiccio , circondando Capannone del Tancia, Rocco Piano, Crocette, Casale Ferri e Cerreta, dove dormivano i partigiani. Iniziò all’alba una battaglia che durò tutto il giorno. I partigiani tentarono,verso sera, di sfondare l’accerchiamento: una squadra, dalla cima del Monte Arcucciola , con una mitragliatrice consentì la fuga a molti altri. L’estremo blocco era composto di otto ragazzi (il più giovane, Giordano Sangallo, aveva 16 anni) che vennero sopraffati e uccisi. Riuscì a fuggire solo Libero Aspromonti. I nazifascisti trovarono altri partigiani dispersi e li imprigionarono, quelli feriti vennero finiti sul posto. Massacrarono anche i civili che vivevano nei casali di montagna: 7 bambini, 8 donne, 4 vecchi. Il giorno dopo, irruppero a Poggio Mirteto, imprigionarono il podestà repubblichino Giuseppe De Vito, perché non aveva ostacolato l’andirivieni dei ribelli. Lui e 29 concittadini furono portati a Rieti per essere avviati ai campi di concentramento.