Da Camaldoli 2013: un “PELLEGRINAGGIO COMUNE”
Il 24 Luglio al Convegno “Camaldoli 2013” non dobbiamo fare soltanto una celebrazione/commemorazione del seme gettato a Camaldoli. Dobbiamo confrontare quel coraggio morale e quella maturità culturale con l’attuale situazione italiana e con l’impegno dei cattolici di oggi.
Appare evidente la sproporzionata differenza fra la coscienza della crisi di allora ed il dovere morale di affrontarla, con la preoccupante indecisione del mondo cattolico, nei suoi vari aspetti di fronte alla crisi di oggi.
Il panorama che viene denunciato da tutte le parti è quello di un vuoto esistente al centro della comunità nazionale, per il pratico disimpegno dei cattolici, per la loro incapacità di stare assieme, per la drammaticità della diaspora ed, in definitiva, per la sconcertante labilità del pur ricco lavoro di indagine, di proposta e di elaborazione programmatica.
Potevamo dedicare questo incontro, che non vuole essere una celebrazione, ma un esame di coscienza, al tentativo di unire in qualche modo, con mutua comprensione e liberalità, la maggior parte delle espressioni del mondo cattolico, preoccupato delle sorti dell’Italia. Ma dal fallimento di molti tentativi e dalla difficoltà stessa di incontrarsi in una sede comune abbiamo pensato ad un’altra soluzione.
L’occasione ci è offerta dal percorso di una delle nostre associazioni, la più debole, la più impoverita per ragioni anagrafiche, ma non la meno significativa: l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani. Essa farà, come è suo dovere, il percorso e l’itinerario delle vicende che sono avvenute 70 anni. È un percorso che dura due anni, che va dall’incontro di Camaldoli all’8 settembre, al nascere della Resistenza, al suo organizzarsi, ai sacrifici sostenuti, cercando di rivivere i valori che ispirarono le decine di migliaia combattenti cattolici, ma anche la Resistenza nei campi di concentramento, il sacrificio delle formazioni militari che seguitarono a combattere, la Resistenza civile, in cui grande parte ebbero le donne, le stragi di popolazioni inermi, che tanto pesarono sulla nostra formazione spirituale, ed infine il sacrificio straordinario ed impagabile di 440 sacerdoti, uccisi, non come singoli presenti per caso nelle vicende, ma come rappresentanti e capi della Resistenza civile cristianamente ispirata. I “ribelli per amore”.
Ma non sarà una celebrazione, lo ripeto, sarà un percorso, un itinerario o, se preferite, un pellegrinaggio per riscoprire il dovere politico dei cattolici di oggi. Il messaggio importante di questo nostro incontro è questo: noi proponiamo questo pellegrinaggio a tutte le associazioni cattoliche, nessuna esclusa, (senza nessun desiderio di promuovere, ma con la sola speranza di rivivere insieme questi valori, di fare tutti insieme nelle maniere che studieremo).
Noi ci proponiamo un compito che ci spetta, quello di fare, come abbiamo già annunciato con le Acli, i Gruppi di Lavoro Resistenza e Costituzione per studiare, rivivere ed imbracciare i grandi ideali e trasmetterli ai giovani. Tuttavia sentiamo anche il dovere di chiamare all’appello tutti e soprattutto quelli più forti, più numerosi e più attenti di quanto non siamo noi, a fare insieme, ciascuno a suo modo e nella sua libertà, ma insieme, il pellegrinaggio dell’impegno civile dei cattolici per l’Italia.
Il Presidente ANPC
Giovanni Bianchi