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Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Il 25 aprile a Milano – la cronaca

Autorità, rappresentanze politiche ma soprattutto cittadini comuni, scesi in strada per celebrare il 68esimo anniversario della Liberazione

. E’ partito da Corso Venezia il corteo milanese del 25 aprile e si è diretto verso piazza Duomo: numerosi gonfaloni hanno scandito il passaggio delle delegazioni ufficiali, tra le bandiere dei partiti politici, delle associazioni dei partigiani e dei sindacati. Oltre agli slogan di rito, tanti anche quelli di attualita’, contro la crisi. “Anche lui ha diritto a un futuro”, recita un marsupio con cui un giovane padre ha portato Luca, di 3 mesi, a sfilare per la Liberazione, e dai diritti dei piu’ piccoli a quelli dei disoccupati, esodati, pensionati, tutti “urlati” con cartelli fai da te portati addosso dai partecipanti.

Ad aprire il corteo il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il leader di Sel, Nichi Vendola, quello del Prc Paolo Ferrero e il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà.

La presidente della Camera, Laura Boldrini, si è unita al corteo nella fase conclusiva del suo percorso, in corso Vittorio Emanuele e li’ e’ stata accolta con applausi.

Con essi le rappresentanze d’arma e delle associazioni partigiane, fra cui il Presidente dell’APC Giovanni Bianchi.

Nel suo intervento Bianchi ha sottolineato che la celebrazione del 25 aprile non è una vuota ricorrenza, ma richiama noi tutti alla responsabilità generale di onorare ed applicare quello che è il lascito più maturo della Resistenza, la Costituzione repubblicana, che deve essere assunta non come documento da venerare ma come programma da realizzare.

“C’e’ chi ha detto stamane che questa e’ una festa morta, vengano qui, a Milano, gli scettici.

Questa e’ una festa viva, piu’ viva che mai”. Così la Presidente della Camera, Laura Boldrini, risponde a Beppe Grillo, nel suo intervento dal palco in piazza Duomo a Milano. Boldrini ha continuato: “Mi unisco a chi chiede l’abrogazione completa e definitiva del segreto di Stato per i reati di strage del terrorismo, perche’ in un paese civile verita’ e giustizia non si possono ne’ barattare ne’ calpestare”. Boldrini ha ricordato che “tante stragi non hanno trovato risposta e in troppi casi le istituzioni non hanno saputo dare risposte e certezze su esecutori e mandanti”. Ritenendo tutto questo “un fallimento” la Boldrini ha voluto lanciare un messaggio di trasparenza totale riportando i tanti casi di violenze registratesi negli anni nel nostro paese come segni del fascismo: “anche dopo la resistenza – ha detto – in molti hanno continuato a morire per la nostra liberta’. L’Italia e’ stata ripetutamente colpita dalla violenza politica, dagli attacchi della mafia e dalla barbarie del terrorismo”.

La presidente della Camera dei deputati ha voluto ricordare a Milano e piu’ in generale all’Italia le conquiste del 25 aprile: “Ci siamo certo liberati dal fascismo – ha detto – ma anche dai suoi valori. Valori che vogliono il popolo come una comunita’ chiusa che deve essere purificata, dal conformismo e anche da una concezione del potere basato su un’idea di violenza. Ci siamo liberati dalla celebrazione della divinita’, dal maschilismo e dalla riduzione della donna a madre e sposa”.

Laura Boldrini, ha invitato l’Italia ad aprirsi ai rifugiati in nome degli ideali della lotta partigiana:

nel chiedere l’applauso di piazza Duomo per i tanti ragazzi morti “per quello che hanno fatto”, Boldrini ha raccontato di aver “conosciuto la guerra nei Balcani, in Medio Oriente, in Africa. Ho visto ragazzi imprigionati e torturati che se riescono a salvarsi diventano rifugiati”. “Come Sandro Pertini – ha continuato Boldrini – costretto dal fascismo a riparare in Francia. Questi giovani della primavera araba che hanno sfidato regimi dittatoriali e molti continuano a morire per la liberta’. Anche loro sono combattenti per la liberta’ e molti vivono qui in quella che deve essere anche casa loro se crediamo nei valori della resistenza“.

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