8 dicembre 2024: commemorazione degli 80 anni dall’eccidio del passo dei Guselli
La delegazione ANPC Piacenza non ha voluto mancare alla commemorazione degli 80 anni dall’eccidio del passo dei Guselli nell’appennino piacentino, nonostante la copiosa nevicata.
Furono più di quaranta i partigiani che persero la vita a seguito dell’eccidio del passo dei Guselli. Il tragico episodio si consumò in quel terribile inverno di 80 anni fa, il 4 dicembre del 1944, quando, nell’appennino piacentino, sullo spartiacque tra la Val Nure e Val d’Arda si fronteggiarono i combattenti della Resistenza e i militari nazifascisti.
A ricordo del tragico evento, a cura del Comune di Morfasso, di ANPI e ANPC Piacenza e del Museo della Resistenza, domenica 8 dicembre 2024 si doveva tenere la commemorazione in contemporanea con l’inaugurazione della targa a memoria di don Giuseppe Borea, sacerdote della vicina frazione di Obolo che, incurante degli ordini tedeschi, si recò a benedire le salme dei partigiani caduti.

La manifestazione è stata poi annullata in previsione dell’abbondante nevicata nella giornata di domenica 8 dicembre, ma una delegazione piacentina dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani non ha voluto rinunciare alla commemorazione di quegli eventi lontani, recandosi ai piedi del sacrario dove è stata collocata una targa in memoria di Don Giuseppe Borea, sacerdote originario del paese poco lontano di Obolo, anche lui ucciso dai nazisti e per il quale ANPC ha presentato al Vescovo di Piacenza la richiesta di avvio del processo diocesano di canonizzazione.
Presenti alla cerimonia, come ricordato dall’articolo sul sito on line Piacenza sera: https://www.piacenzasera.it/2024/12/la-neve-non-ferma-la-commemorazione-a-80-anni-dalleccidio-dei-partigiani-ai-guselli/570812/?share_from=whatsapp, Mario Spezia, presidente dei Partigiani Cristiani di Piacenza, e, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Piacenza, il consigliere e socio ANPC, Salvatore Scafuto: “Ricordare questi eventi non è solo un atto di pietà verso le vittime, ma anche un impegno a mantenere vivi i valori per cui hanno dato la vita: la giustizia, la democrazia e la dignità umana”. Nella delegazione era presente anche il nipote di Don Borea e vice presidente ANPC Piacenza. “Ogni commemorazione non dovrebbe limitarsi a un ricordo statico, – è stato ricordato – ma trasformarsi in un’occasione per rinnovare il nostro impegno civile. In un’epoca in cui i conflitti ideologici e le minacce alla democrazia si ripresentano, la memoria storica assume un ruolo ancora più cruciale. Le vite spezzate ai Guselli ci invitano a non dare mai per scontata la libertà conquistata e a custodirla come un bene prezioso”. Presenti all’occasione, incuranti della copiosa nevicata che ha investito, proprio come 80 anni fa, il luogo della cerimonia posto a 1000 metri di altitudine, anche i soci ANPC: Enzo Caprioli, Giuseppe Ardizzi e Mario Agnelli oltre ad alcuni abitanti della frazione.

L’ECCIDIO DEL 4 DICEMBRE ’44 – E’ uno degli eventi più tragici e luttuosi che hanno interessato la Resistenza nella Val d’Arda è certamente l’eccidio al Passo dei Guselli, e fu consumato delle truppe tedesche e dei militi della Guardia Nazionale Repubblicana che in quell’inizio di inverno erano impegnate nel rastrellamento dei combattenti ribelli. I fatti hanno inizio nella mattinata del 4 dicembre 1944, quando la località dei Guselli di Morfasso venne raggiunta da una colonna di soldati nazisti, in particolare appartenenti alla divisione Turkestan (chiamati “i Mongoli”) mista a esponenti repubblichini, che si dispersero nel nucleo abitato alla ricerca di cibo. Verso le 9,30 una colonna partigiana che giungeva nella medesima località proveniente da Morfasso, comprendente una motocicletta, un’ambulanza e un automezzo Fiat 666 venne sorpresa dal fuoco delle mitragliatrici tedesche e in seguito fu impegnato nel combattimento a fuoco che ne seguì. Dei circa sessanta partigiani presenti sui vari veicoli venticinque vengono uccisi nei combattimenti sul posto e dieci vengono fatti prigionieri: di questi ultimi due verranno rilasciati il giorno successivo, uno riuscirà a fare ritorno da un campo di prigionia in Germania, dove invece morirono gli altri sette catturati. Considerando anche i morti dei combattimenti dei giorni successivi, il bilancio totale è di quarantaquattro partigiani uccisi.
Mario Spezia
presidente provinciale Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Piacenza

