ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Archivi per il mese di “Maggio, 2024”

Anpc Tigullio ricorda il partigiano Severino

Domenica 25 maggio 2024 la Bandiera di Anpc Tigullio era presente alla Commemorazione organizzata dal Comune di Borzonasca nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario dell’uccisione del Partigiano Severino. Raimondo Saverino “Severino” (Licata 22.2.1923 Borzonasca 21.5.1944) primo martire della Divisione Cichero fu barbaramente ucciso per rappresaglia davanti alla Chiesa di Borzonasca. La Commemorazione si è  svolta nel luogo dell’esecuzione e nel cimitero di Borzonasca dove riposano i resti mortali di Severino. Un ringraziamento al Comune di Borzonasca per questa importante iniziativa.

Commemorazione dei primi Caduti della Divisione Val d’Arda

DOMENICA 2 GIUGNO 2024 si terrà su iniziativa di  ANPI sezione Gropparello-Carpaneto in collaborazione con ANPC e ANPI provinciali, la commemorazione dei primi Caduti della Divisione Val d’Arda (4 giugno 1944):
Benvenuto Carini di Bettola
Giuseppe Carini di Bettola
Antonio Rossetti di Gropparello
Eugenio Silva di Morfasso
La cerimonia, aperta a tutti, si svolgerà, come da locandina allegata, secondo il seguente programma:
Ore 10,00 Santa Messa nel Santuario di Santa Franca (Morfasso)
e Orazione Ufficiale 

A seguire Deposizione Corona d’alloro al Cippo di Montelana.

Alla Lumsa il 4 e 5 giugno: Roma, la Santa Sede e l’Italia (1943-1944)

Convegno internazionale per celebrare gli 80 anni della liberazione di Roma

In occasione dell’80° anniversario della liberazione di Roma (4 giugno 1944- 4 giugno 2024), Esercito Italiano, Università LUMSA, Istituto Storico Germanico di Roma, Pontificio Comitato Scienze Storiche organizzano il convegno Un laboratorio politico: Roma, la Santa Sede e l’Italia (1943-1944),in programma il 4 giugno (ore 10.00 – 18.30) e il 5 giugno (ore 9.00 – 18.30) presso l’Aula Giubileo dell’Università LUMSA, in via di Porta Castello 44, a Roma.

Il convegno presenterà gli studi condotti dal gruppo di ricerca “Un laboratorio politico: Roma, la Santa Sede e l’Italia (1943-1944). Vaticano e patrioti nella “Città Aperta durante l’occupazione tedesca”, costituito nel 2021, a seguito dell’apertura dei fondi dell’Archivio Apostolico Vaticano relativi al pontificato di Pio XII, per ricostruire l’ampia articolazione di iniziative e dinamiche che finirono per delineare un cruciale passaggio tra la fine del fascismo e la costruzione della democrazia italiana.

L’incontro scientifico, che si avvale del patrocinio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), è realizzato in collaborazione con:

  • Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (ANPC)
  • Fondazione Bruno Buozzi
  • Istituto Storico Austriaco a Roma (ÖHI Rom)
  • Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia (ISACEM) – Paolo VI
  • Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza
  • Università degli Studi Guglielmo Marconi – Dipartimento di Scienze Giuridiche e Politiche.

I lavori saranno aperti martedì 4 giugno alle ore 10.00 dai saluti istituzionali di Francesco Bonini  rettore dell’Università LUMSA, e di Miguel Gotor, Assessore alla cultura del comune di Roma. Porgeranno inoltre il loro saluto:
 

  • Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento per i Beni e le Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma
  • Padre Marek AndrzeJ Inglot, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche
  • Col. Giuseppe Rauso, Capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano
  • Martin Baumeister, Direttore Istituto Storico Germanico in Roma (DHI Rom)
  • Andreas Gottsman, Direttore Istituto Storico Austriaco a Roma (ÖHI Rom)
  • Paola Carucci, Presidente Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza
  • Giorgio Benvenuto, Presidente Fondazione Bruno Buozzi
  • Maria Pia Garavaglia, Presidente Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.

Seguiranno 3 Keynote speech a cura dei docenti componenti la direzione scientifica del convegno:
 

  • Andrea Ungari (Università Guglielmo Marconi), Il Regno d’Italia dalla caduta di Mussolini alla fine del Governo Badoglio
  • Lutz Klinkhammer (DHI Rom), Dinamiche dell’occupazione tedesca dopo il 25 luglio
  • Andrea Ciampani (Università LUMSA), La Santa Sede per l’Italia resistente nell’occupazione nazifascista di Roma.


Presiede: Roberto Balzani, Museo storico della Liberazione – Roma.

Il convegno presenterà 24 relazioni tematiche, che saranno tenute da studiosi nazionali – tra questi il prof. Alberto Lo Presti, docente dell’Università LUMSA – ed esteri, suddivise all’interno di tre sezioni:

  1. Roma nella tempesta della seconda guerra mondiale – Presiede Paolo Trionfini, ISACEM – Paolo VI
  2. Governare Roma durante l’occupazione tedesca – Presiede Emilio Tirone, Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito Italiano
  3. Vaticano e Resistenza durante l’occupazione di Roma – Presiede Gianni La Bella, Pontificio Comitato di Scienze Storiche.

Maggiori informazioni sono sul programma.

Maggiori info su: https://lumsa.it/it/newsroom/eventi/un-laboratorio-politico-roma-la-santa-sede-e-litalia-1943-1944

Carlo Bianchi e il giovane Peppino Candiani

Pubblichiamo un articolo di Claudio Consonni intitolato: “Carlo Bianchi e il giovane Peppino Candiani: martiri dell’Organizzazione Soccorsi Cattolici Antifascisti Ricercati”.

Ottanta anni fa in luoghi e circostanze diverse venivano ammazzati dai nazifascisti l’ingegnere padre di famiglia Carlo Bianchi e il giovane sostegno di famiglia Giuseppe Candiani (da non confondere con quello che fu ragazzo delle Cinque Giornate e poi industriale, cui è stata dedicata una via). Milanesi entrambi facevano parte dell’Organizzazione Soccorsi Cattolici Antifascisti Ricercati. Carlo Bianchi nato il 22 marzo 1912, ingegnere, coniugato con Albertina Casiraghi, tre figli in attesa del quarto, antifascista, cattolico. Nel 1939 si licenzia dalla Siemens poiché non vuole prendere la tessera del PNF. Dopo l’8 settembre riallaccia i contatti con gli antifascisti cattolici ed è attivo nella propaganda resistenziale attraverso diversi canali, fra i quali il foglio “Il ribelle”. Il 27 aprile 1944 viene arrestato per delazione in Piazza San Babila insieme al suo ospite clandestino Teresio Olivelli: finisce prima a San Vittore e, poi, il 9 giugno 1944, nel Campo di Fossoli. Riceve la matricola 1551 e viene collocato nella baracca 21 A.

A queste stringate informazioni molto note (www.straginazifasciste.it) abbiamo dovuto inserire le quattro parole in corsivo e aggiungiamo che fu il vero e proprio editore del ‘Ribelle’ grazie all’azienda che aveva col padre. Impegnato nell’Organizzazione Soccorsi Cattolici Antifascisti Ricercati, venne ricordato dal Comandante Don Andrea Ghetti con parole chiare: “La figura più bella degli appartenenti all’OSCAR fu quella di Carlo Bianchi membro del CLN” perché lo conosceva molto bene sia per la FUCI che per l’iniziativa diocesana chiamata “Carità dell’Arcivescovo” iniziata nel 1943 e tuttora esistente grazie all’impegno della figlia Carla. Carlo Bianchi con altri 66 pari a lui intellettuali, militari di carriera e dirigenti della Resistenza fu fucilato al Poligono di Tiro di Cibeno il 12 luglio 1944 in una criminale “rappresaglia”. Riuscì a scampare a quella esecuzione sommaria l’Olivelli, nascondendosi più giorni ma, come è noto, fu poi deportato e ammazzato in campo di concentramento tedesco.

Prima di passare alla seconda persona occorre ricordare che sarebbe pleonastico proporre qui foto e/o bibliografia sul Bianchi considerata l’importanza dell’uomo perché, sicuramente, apparirebbe incompleta.

La vicenda di Peppino, come era comunemente chiamato il giovane di Azione Cattolica del quartiere milanese di Crescenzago Giuseppe Candiani, si svolge tutta nelle azioni dell’OSCAR che riassumiamo partendo dal racconto delle donne della Democrazia Cristiana lombarda. Queste negli anni cinquanta fecero un prezioso lavoro di ricerca e raccolta di informazioni da cui si evince che molte mamme, sorelle e perpetue di sacerdoti ebbero un ruolo di primo piano nella Resistenza. Ecco cosa disse testualmente la madre: “Senti, figliuolo: quando mi sono sposata, mi son presa la mia croce e tuttora me la porto. Tu hai voluto farti prete, porta perciò la tua. Su! Prendi il soprabito e cappello, va’ a Milano parla coi tuoi amici sacerdoti: vedete, combinate, trovate una via di scampo per questa povera gente”. Insomma il devotissimo Don Enrico Bigatti, continuamente ricordato ancora oggi, e non solo in quella parrocchia, apre gli occhi di fronte alla tragica realtà di chi chiedeva aiuto e, a sua volta, va a cercare preti compagni di Seminario che contano, quelli cioè che sono docenti residenti nei grandi Collegi Arcivescovili ed altre Istituzioni residenziali verso il confine Svizzero.

Don Bigatti mobilitò giovani dell’oratorio come Peppino Candiani che dopo la Messa e la Comunione all’alba del giorno stesso dell’azione di soccorso dichiarò al Comandante Don Natale Motta: “Stasera in Svizzere o in Paradiso”. L’uccisione di Peppino Candiani nel maggio ‘44 viene chiaramente raccontata dai diari dell’epoca e viene messa a contraltare della vicenda felice del salvataggio del piccolo Balcone quali poli estremi di impegni con esiti che, purtroppo, potevano essere anche tragici. Il suo funerale sempre nel maggio ‘44, come quello di Monsignor Achille Bolis ammazzato in carcere a San Vittore nel febbraio precedente, sono stati momenti importanti per la ribellione di Milano come mi sono permesso di segnalare, denunciando viceversa mitizzazioni recenti, in una lettera aperta diretta anche all’Arcivescovo, pubblicata qui https://anpcnazionale.com/wp-content/uploads/2024/04/lettera-aperta-ai-colleghi-riuniti-a-mil ano-in-formazione-deontologica-1.pdf rimasta ad oggi purtroppo inascoltata.

Nel 1998 Don Luigi Del Torchio pubblicò un libretto intitolato: “Non c’é amore più grande: l’atto eroico di Peppino Candiani nel contesto della lotta di Resistenza nel Varesotto” D.D.T. Varese 1998 che meriterebbe la ristampa perché esaurito in pochi mesi. La foto con la didascalia che pubblichiamo è a p. 96. Tre anni fa ANPC Milano, dedicando un suo opuscolo strettamente biografico dal titolo: “Don Bigatti un prete nella Resistenza”, ha pubblicato tre preziose pagine su Peppino Candiani (36-38 nel cartaceo, 19 e mezza del file pdf) con la foto e la riproduzione della dichiarazione ufficiale sul caduto dell’Organizzazione Soccorsi Cattolici Antifascisti Ricercati. Per chi non avesse il cartaceo, pure esaurito, è possibile scaricare il file qui https://anpcnazionale.com/wp-content/uploads/2021/04/don
-bigattilibretto16.4.21.pdf

Claudio Consonni

Un convegno per ricordare Giuseppe Matulli

L’8 maggio 2024 nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio si è svolto il convegno “Beppe Matulli 1938/2024 Un uomo a cavallo del millennio”, organizzato da Spi Cgil Toscana, il “Gruppo del tè”, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea e la rivista Idee di Governo, in collaborazione con il Comune di Firenze e con il patrocinio della Regione Toscana. Giuseppe Matulli, scomparso lo scorso febbraio all’età di 85 anni, ha ricoperto incarichi istituzionali a livello locale, regionale e nazionale: Sindaco di Marradi, Consigliere regionale, Deputato e Sottosegretario, Vicesindaco di Firenze, Presidente Nazionale dell’Anpc.

Nel corso del convegno, a cui hanno portato i saluti il Presidente della Regione Toscana e l’Amministrazione comunale di Marradi e a cui era presente la famiglia di Matulli, la figura di Giuseppe Matulli è stata ricordata attraverso numerosi contributi e testimonianze, che hanno approfondito a tutto tondo gli aspetti che hanno contraddistinto l’impegno di Matulli: la politica intesa come servizio per il bene comune, a qualsiasi livello, il senso della storia e della memoria collettiva, l’impegno a difesa dei più fragili e l’attenzione al dialogo con le nuove generazioni.

Di seguito la rassegna stampa, dove è intervenuta la nostra Vicepresidente Nazionale Silvia Costa, sia come sua collega in politica che in rappresentanza dell’Anpc. Presente anche Riccardo Saccenti, nostro Consigliere Nazionale.

Gli eventi e gli incontri promossi da ANPC per la celebrazione per il 79° anniversario della Liberazione a Roma

L’ANPC sezione di Roma per le celebrazioni del 25 aprile 2024 ha promosso e una serie di incontri e ha partecipato a vari eventi durante tutta la settimana dal 22 al 25 aprile.

I martiri cristiani nei campi di sterminio, 22 aprile 2024 Casa della Cultura e dello Sport “Silvio di Francia” (VII Municipio)

Lunedì 22 aprile presso la Casa della Cultura e dello Sport “Silvio di Francia” – V° Municipio, si è tenuto l’incontro dal titolo “I martiri cristiani nei campi di sterminio”. Dopo i saluti di Mauro Calliste– Presidente Municipio V Roma Capitale e di Maurizio Mattana -Presidente Commissione Cultura Municipio V, è intervenuta Olga Di Cagno- Commissione Cultura Municipio V, che ha introdotto l’incontro, e di seguito l’intervento della Vice Presidente Nazionale Silvia Costa, che ha sottolineato come questo incontro di approfondimento sui martiri cristiani perseguitati dai nazisti si iscriva nell’ampio progetto per far conoscere l’apporto dei cattolici alla Resistenza, progetto che porta alla luce sia l’organizzazione politico-militare sia la vasta, e ancora poco studiata e documentata, resistenza civile e non armata, che fu opposizione etica e supporto fondamentale ai resistenti. Per questo motivo le celebrazioni promosse da ANPC a Roma per il 79° anniversario della Liberazione, hanno come filo conduttore il contributo dei cattolici antifascisti, sia “disarmati” che combattenti, sottolineando anche il grande apporto che religiosi e religiose fornirono alla lotta di liberazione offrendo asilo e protezione ai perseguitati, nascondendo partigiani ed ebrei, favorendo le azioni clandestine, nascondendo armi, documenti, stampa clandestina, e aiutando la popolazione impoverita e sottomessa dalla occupazione nazista.

Sono seguite due interessanti relazioni di Don Domenico Vitulli Parroco San Tommaso d’Aquino e di Monsignor Carmelo Pellegrino, già Promotore della Fede della Congregazione della Causa dei Santi, il quale ha illustrato numerose biografie di cristiani perseguitati dal nazismo, sia cattolici che protestanti, sia religiosi che laici e che testimoniarono con il loro sacrificio la volontà di opporsi alla barbarie in nome della fede e della adesione ai principi di carità cristiana. Questi decisero di seguire la strada della giustizia fino a mettere in gioco la propria vita. Agirono in nome di un Vangelo che continua a essere vissuto anche nelle pieghe più ributtanti della Storia. Sono morti per amore. Per troppo amore.

Festa della Resistenza Roma 2024

Nei due giorni dal 23 al 25 aprile l’ANPC ha partecipato alla Festa della Resistenza, che per il secondo anno consecutivo, realizzata da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura in collaborazione con le associazioni che costituiscono la Casa della Memoria e della Storia di Roma, che quest’anno si è sviluppata nei quartieri Quarticciolo-Quadraro, compresi nel X Municipio, uno dei centri più attivi della Resistenza a Roma, che nel 2004 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile.

Tre giorni di eventi, con circa 80 appuntamenti tra lezioni, incontri, spettacoli, concerti, proiezioni e mostre per ricordare, condividere e promuovere i valori della Resistenza italiana, nei luoghi della città ove i partigiani hanno combattuto ottant’anni fa. Memori del fatto che tra il 1943 e il 1945 migliaia di donne e di uomini hanno lottato a fianco degli Alleati per l’affermazione dei valori di democrazia, libertà e uguaglianza che hanno forgiato la Repubblica e la Costituzione. Quest’anno ha visto la presenza di oltre 16 mila partecipanti, con un incremento di 3 mila presenze rispetto alla prima edizione al quartiere Garbatella nel 2023.

L’ANPC sezione di Roma ha organizzato due incontri per far conoscere l’apporto dei cattolici nella lotta di Liberazione a Roma, Italia e in Europa e per tenere vivi e vitali gli insegnamenti resistenziali, ondamento della nostra Costituzione e della nostra vita democratica. Il primo dedicato al “Contributo dei cattolici nella Resistenza”, anche con particolare riferimento all’apporto dato da figure come Adriano Ossicini e da altri antifascisti e partigiani cristiani a Roma e nel Lazio. Il secondo intitolato a “Le suore e il loro contributo alla Resistenza”, uno dei temi ancora poco conosciuti della lotta di liberazione: religiose che hanno difeso i perseguitati politici e gli ebrei, nascosto partigiani, curato come infermiere i partigiani feriti, aiutato attivamente la Resistenza e soccorso la popolazione stremata dalla guerra.

Il primo incontro “I cattolici e la Resistenza a Roma” si è tenuto martedì 23 aprile presso alla Casa della Cultura “Silvio Di Francia” – V Municipio.

L’incontro è dedicato alla presenza e il contributo dei cattolici nella Resistenza, anche in riferimento all’importante e fondamentale apporto dato, sia a Roma che in tutta Italia, anche da religiosi e religiose che agirono in supporto ai resistenti antifascisti con l’approvazione e l’assenso delle gerarchie ecclesiastiche. In particolare si ricorda la figura di Adriano Ossicini, partigiano fondatore del Movimento dei Cattolici Comunisti Movimento che fu comandante di formazioni partigiane della Sinistra Cristiana. Per il notevole contributo dato alla guerra di Liberazione è stato decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare. Medico al Fatebenefratelli di Roma, dove si è adoperato per salvare decine di ebrei rifugiatisi nell’ospedale per sfuggire ai rastrellamenti nel Ghetto.

L’incontro è stato preceduto dalla visione di due interviste tratte dal   programma RAI Eventi, in onda su Rai tre il 21/11/1996, dal titolo Testimoni della Resistenza e della guerra di liberazione di Luigi Parola e Angelo Sferrazza, occasione per ricordare il compianto collega ed amico Angelo Sferrazza, giornalista e dirigente Rai, vicepresidente dell’ANPC. 

Le interviste:

– La prima allo psichiatra e docente universitario Adriano Ossicini, come sopra accennato esponente nella Resistenza del Movimento Cattolico Comunista, che racconta quale è stato il ruolo dei cattolici nella Resistenza italiana, ed evidenzia che la resistenza cattolica fu la seconda forza combattente per azioni a Roma e nel Lazio.
– La seconda a Luigi Paganelli, Comandante Brigata Modena Montagna. Una testimonianza sui partigiani cattolici della Divisione Italia nel modenese, 1.600 partigiani combattenti riconosciuti, di cui l’80 % provenienti dall’Azione Cattolica.

Sono seguiti i seguenti interventi:
L’impegno e la testimonianza dei cattolici comunisti del Prof. Carlo Felice Casula, per dodici anni ha insegnato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari, dove ha insegnato storia contemporanea, storia moderna e storia della pubblica amministrazione e governo locale, dirigendo l’Istituto politico internazionale. Attualmente all’Università Roma Tre è professore emerito di Storia contemporanea storia sociale, storia del lavoro e storia della pace, presiedendo il corso di laurea e dirigendo il Master internazionale in scienze della cultura e della religione. Per più mandati è stato membro del Senato accademico e responsabile della Commissione ricerca d’ateneo. è stato membro dell’Unesco History Project e dell’ILO Century Project. La sua produzione scientifica ha riguardato la storia sociale, politica, culturale e religiosa dell’Ottocento e del Novecento (movimento operaio e sindacale in Italia e Europa, Roma, Sardegna, politica internazionale della Santa Sede, Unesco e Ilo, rapporti storia-cinema), registrata sull’Anagrafe della ricerca di Roma Tre è di oltre 250 monografie e saggi pubblicati con tutte le maggiori case editrici e in riviste prestigiose. Ricordiamo in particolare Cattolici comunisti e sinistra cristiana 1938-1945, e curatore degli scritti politici di Adriano Ossicini.
Il secondo intervento “Ora la risposta è semplice: combattere! ” I cattolici romani e la lotta armata nella Resistenza” del Dott. Andrea Pepe, Assegnista di ricerca presso l’Università Telematica Internazionale UniNettuno, che recentemente ha pubblicato “Sparate ma non odiate- La legittimazione della lotta armata nella Resistenza dei giovani di Azione cattolica”. Collabora con ISACEM. Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo IV. Gli studi di Andrea Pepe sono frutto di una ricerca condotta anche nei fondi archivistici conservati presso l’Isacem, e si pone l’obiettivo di indagare le impostazioni culturali, pedagogiche e catechetiche espresse dal ramo giovanile dell’Azione cattolica italiana verso il tema della liceità della violenza e della lotta armata nei difficili eventi successivi all’8 settembre del 1943 e di delineare il ruolo avuto dall’organizzazione nel supportare, indirizzare e indicare la via ai propri soci militanti. Questo originale sguardo di indagine mira a gettare ulteriore luce sull’apporto dato dalla più grande associazione laicale giovanile presente nel paese in quel periodo al processo che portò i giovani aderenti a definire una specifica coscienza resistenziale anche attraverso un costante richiamo a quanto appreso nei circoli associativi.
L’intervento conclusivo dal titolo “La Resistenza dei cattolici” è stato tenuto dal Prof. Paolo Trionfini, docente di storia contemporanea presso Università di Parma, autore di numerosi saggi e studi di storia contemporanea sul movimento cattolico in Italia e sull’antifascismo cattolico. Fa parte dell’Comitato scientifico della Fondazione Primo Mazzolari, del Comitato scientifico dell’Edizione Nazionale delle opere di Aldo Moro. È Direttore dell’ISACEM-Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo IV, promotore del progetto “Biografie resistenti”. Questo progetto è un lavoro di ricerca che ha come obiettivo finale la creazione di una banca dati completa con la schedatura dei soci, delle socie e degli assistenti dell’associazione che hanno partecipato attivamente alla guerra di liberazione come combattenti, staffette, cappellani militari o membri dei Comitati di liberazione nazionale locali. Particolare rilevanza le biografie dei partigiani provenienti dall’Azione Cattolica ai quali è stata riconosciuta un’onorificenza (medaglia al valore civile, medaglia al valore militare, titolo di giusto fra le nazioni). Al momento la banca dati contiene principalmente figure decorate con medaglia d’oro al valore civile e militare, ma il progetto prevede l’individuazione e la schedatura di tutti i profili indicati.
L’esperienza dei partigiani provenienti dalle fila della A.C. è esemplare per il contributo dei cattolici alla Resistenza, non quantificabile solo nel novero dei combattenti aderenti a formazioni che si richiamavano alla Democrazia Cristiana, perché resistenti cattolici erano presenti in tutte le altre formazioni, testimoniando un codice di comportamento ed una disciplina interiore derivante dalla loro formazione.

Video dell’incontro:

Il secondo incontro, “Le suore e il loro contributo alla Resistenza” si è svolto il  24 aprile all’Arco di Travertino – Piazza coperta (VII Municipio).

Coordinato dalla Vicepresidente nazionale, Silvia Costa, è stato preceduto dalla visione di due servizi di TG RAI: da Rai News 24, in onda il 24 gennaio 2014, la testimonianza di suor Emerenziana, allora 92 anni, che con le consorelle dell’Istituto di San Giuseppe a via del Casaletto, salvò alcune famiglie ebree nei giorni della razzia del Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943. Nel 1997 il suo nome è stato aggiunto all’elenco dei Giusti tra le Nazioni. Di seguito dal TG R Lazio del 10 settembre 2023, la testimonianza della scrittrice Lia Levi che da bambina si è salvata perché è stata nascosta proprio nel convento di Suore al Casaletto nell’Istituto di San Giuseppe. Segue l’intervista a Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento cultura della Comunità ebraica di Roma, relativa al ritrovamento negli archivi del Pontificio Istituto Biblico di Roma dell’elenco delle 4300 persone, di cui 3.200 con certezza ebrei, che furono ospitate negli istituti religiosi cattolici della città, una documentazione inedita che elenca le persone, in maggioranza ebree, protette dalle persecuzioni nazifasciste della Capitale grazie al rifugio loro offerto presso istituzioni ecclesiali della città.

Per completare le parole di Claudio Procaccia, occorre ricordare che l’elenco delle congregazioni religiose ospitanti (100 congregazioni femminili e 55 maschili), insieme ai rispettivi numeri delle persone da loro ospitate, era già stato pubblicato dallo storico Renzo De Felice nel 1961, tuttavia la documentazione integrale era stata considerata perduta. Gli elenchi ora ritrovati si riferiscono a oltre 4.300 persone, delle quali 3.600 sono identificate per nome. Dal confronto con i documenti conservati nell’archivio della Comunità Ebraica di Roma, circa 3.200 risultano con certezza ebrei. 

Il documento è stato presentato durante il workshop “Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma (1943-1944)” che si è tenuto presso il Museo della Shoah di Roma. La documentazione rinvenuta è stata compilata dal gesuita italiano padre Gozzolino Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945, subito dopo la liberazione di Roma. Birolo è stato economo del Pontificio Istituto Biblico dal 1930 fino alla sua morte per cancro nel giugno 1945. Rettore dell’Istituto in questo periodo è stato il gesuita padre Augustin Bea, che fu creato cardinale nel 1959 e divenne noto per il suo impegno per il dialogo ebraico-cattolico, soprattutto per il documento del Vaticano II Nostra Aetate.

Gli storici coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Grazia Loparco della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Paul Oberholzer dell’Università Gregoriana e Iael Nidam-Orvieto, direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di Innsbruck) insieme al rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcik.

Per introdurre gli interventi degli ospiti, si fa riferimento a quanto scritto dal prof. Giorgio Vecchio nella raccolta di saggi da lui curata, “Le suore nella Resistenza”. Scrive Giorgio Vecchio: «Nei libri di storia contemporanea, della Seconda guerra mondiale e della Resistenza le suore non esistono. Occorre recuperare «questa storia di donne religiose». Diversi i motivi della «clamorosa dimenticanza»: la convinzione che la Resistenza fosse solo un fatto militare dimenticando i «buoni samaritani», preti e suore; quella che Vecchio chiama «discriminazione storiografica verso le donne autrici di una scelta incomprensibile come quella religiosa»; la ritrosia delle suore «ammantate di modestia virtuosa».

Come ha scritto Suor LoparcoCon la fine dell’emergenza si registrarono molti casi di riconoscenza, ma anche indifferenza e rimozione. Il primo riconoscimento ufficiale fu la medaglia al valore civile attribuito subito dopo la guerra a suor Maria Goglia, Compassionista Serva di Maria, probabilmente prima donna italiana a ricevere tale onorificenza. Alcune religiose furono ringraziate ufficialmente dagli ebrei nel decennale della fine della guerra, nel 1955; altre sono state cercate nell’ultimo decennio, in cui si è svegliato l’interesse per i Giusti delle nazioni anche in Italia. Vari ebrei, all’epoca bambini o ragazzi, sono voluti tornare sui luoghi dopo cinquant’anni, ma ovviamente molti non hanno ritrovato le persone conosciute. Alcuni sono riusciti a rintracciare le suore ancora in vita, non potendo dimenticare un’accoglienza senza condizioni, un gesto gratuito e affettuoso, un pezzo di pane nascosto sotto il cuscino, parole di conforto e momenti di pericolo vissuti insieme, con reazioni pronte e coraggiose”.

Come ha scritto Suor BassaniCon una dedizione e un coraggio che loro ritenevano normali, le suore si misero dalla parte dell’uomo da soccorrere e da curare, senza fare alcuna distinzione, indipendentemente dal suo schieramento militare o politico. Ma se hanno aiutato i tedeschi e i fascisti quando erano ammalati o feriti, perché in essi vedevano «l’uomo da salvare», tuttavia, quando si è trattato di scegliere da che parte stare, di agire direttamente, correndo il rischio della vita, queste suore, sparse in tante parti d’Italia, senza comunicare tra di loro, come guidate da un sesto senso, scelsero di aiutare gli ebrei, i prigionieri, i soldati fuggiaschi, i partigiani. La loro, dunque, fu istintivamente una scelta di libertà”.

Silvia Costa, vicepresidente nazionale dell’ANPC ha introdotto il tema e moderato l’incontro.

Il primo intervento Resistere a porte aperte” è stato di Suor Grazia Loparco, docente ordinaria di Storia della Chiesa, presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Roma, consultore della Congregazione delle cause dei santi, autrice  di vari saggi storici tra cui “Gli ebrei e molti altri nascosti negli istituti religiosi a Roma”, il saggio “Gli ebrei negli istituti religiosi a Roma (1943-1944) Dall’arrivo alla partenza “pubblicato su Rivista sulla Storia della Chiesa in Italia, e “Le Suore e la Resistenza a Milano”.  

Il secondo intervento “Le suore della libertà di Suor Albarosa Ines Bassani, dell’Istituto Suore Maestre Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza. Suor Bassani è tra le prime due donne nominate dal Papa come Consultore Storico per le Cause dei Santi; è membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, la più antica Accademia d’Italia, fondata nel 1555.  È autrice di numerosi studi di storia contemporanea religiosa, sociale ed economica veneta tra i quali “Le suore della libertà – Tra guerra e Resistenza (1940-1945)”,L’altra Caporetto. Suore, orfanelle e pazze di Valdobbiadene profughe nei territori occupati (1917-1918)”, “Le Suore Dorotee durante la Seconda Guerra Mondiale”. Il suo intervento è stato   dedicato a molte piccole storie di eroismo delle Suore nel Veneto spesso ignorate dalla grande Storia.

Il terzo intervento “La Santa Sede e la Resistenza  a Roma” è stato del Prof. Andrea Ciampani, Professore ordinario di Storia contemporanea presso la Libera Università Maria Ss. Assunta –LUMSA, autori di numerosi saggi, monografie, articoli e recensioni sulla rappresentanza del lavoro nell’economia globale, sulla storia del Risorgimento, sulla presenza dei cattolici nell’Italia repubblicana e sui diversi profili della rappresentanza politica e sociale; è membro del comitato scientifico “Archivium Historiae Pontificiae”, di “Ricerche di Storia Politica”; coordina il Gruppo di Ricerca “Un laboratorio politico: Roma, la Santa Sede e l’Italia (1943-1944); è il coordinatore del progetto di studio “La Liberazione di Roma 4 giugno 1944: Chiesa, mondo cattolico, Forze Armate italiane nelle dinamiche della Resistenza.” promosso da A.N.P.C. – Università LUMSA – Roma; in collaborazione con Pontificio Comitato di Scienze Storiche; Ufficio Storico Esercito italiano; Istituto Storico Germanico – Roma; ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico Paolo VI.

Lettera solidarietà alla Ministra Roccella

L’Anpc si dissocia fermamente da chi agli Stati generali della natalità, promosso per il quarto anno, dal Forum della  Famiglia,  ha impedito che prendesse la parola la Ministra Roccella facendo prevalere un approccio ideologico sul confronto che deve essere  pacato e propositivo, anche nel dissenso. 

Esprimiamo quindi solidarietà alla Ministra e ci auguriamo che il tema della promozione della natalità, favorendo condizioni effettive e sostegni efficaci alla maternità, che nella nostra Costituzione è un valore sociale e la paternità sia un terreno comune di proposte nell’interesse delle giovani famiglie e coppie. Come è successo nella precedente legislatura con l’assegno unico ai  genitori voluto fortemente dal PD con i parlamentari Graziano  Delrio e Stefano Lepri in collaborazione con la allora Ministra Bonetti.

Ma intervenire ulteriormente e’ necessario anche di fronte alla rinuncia alla maternità di tante donne per ragioni economiche, di conciliazione con il lavoro o per l’insufficienza dei salari e redditi da lavoro o la rigidità della organizzazione del lavoro e dei servizi per l’infanzia.

Ci auguriamo che questa preoccupazione e questo impegno siano comuni e trasversali senza forzature ma nell’interesse generale anche della sostenibilità del sistema di welfare e per una società che sia innovativa e guardi con fiducia alle nuove generazioni e al futuro. 

9 maggio 2024. Giornata dell’Europa e delle vittime del terrorismo

Giornata dell’ Europa e delle vittime del terrorismo: con il ricordo imperituro e grato allo statista martire Aldo Moro riconfermiamo l’impegno a promuovere i valori fondanti della democrazia e dello sviluppo solidale e di cooperazione fra i popoli a presidio della pace. L’ANPC unisce nel ricordo e nell’impegno le date significative della nostra identità.

La Vicepresidente Nazionale, On. Silvia Costa, con il Consigliere Nazionale Aladino Lombardi e l’associazione “II Popolari” stamattina hanno portato un omaggio floreale a Via Caetani.

Anniversario uccisione Aldo Moro 9 maggio1978

Il prossimo 9 maggio saranno passati 46 anni dal ritrovamento nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, del cadavere dell’on. Aldo Moro, barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse; a commemorazione del Suo martirio inoltriamo, con preghiera di pubblicazione il nostro ricordo, accompagnato dall’invito a prendere parte alla celebrazione della una Santa Messa a suffragio che per lui e per gli uomini della scorta barbaramente trucidati: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi,
don Franco Capelli  celebrerà Giovedi 9 maggio pv alle ore 18.00 presso la chiesa di San Corrado Confalonieri in Piacenza – via Lanza, 58/B.

Qui il Comunicato:

46 anni fa, il 9 maggio 1978, veniva ritrovato a Roma, in via Caetani dopo 55 giorni di prigionia, il cadavere dell’on. Aldo Moro trucidato dalle Brigate Rosse; in suo onore e memoria con la Legge 4 maggio 2007, nr. 56 il Parlamento ha dedicato il giorno 9 maggio, quale “Giorno della Memoria” delle vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice. La giornata è stata istituita per ricordare e tributare il riconoscimento del Paese alle vittime nonché il sostegno morale e la vicinanza umana alle loro famiglie. Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978) è stato un politico, accademico e giurista italiano, due volte Presidente del Consiglio dei ministri, Segretario politico e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana. Cattolico fervente, nel 1935 entrò a far parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale. Nel luglio 1939 venne scelto, su consiglio di Giovanni Battista Montini, di cui, proprio in quegli anni, divenne amico, come presidente nazionale dell’Associazione. Mantenne l’incarico sino al 1942, quando fu chiamato alle armi, prima come ufficiale di fanteria, poi come commissario nell’aeronautica. Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel 1943 a Bari, con alcuni amici, il periodico La Rassegna che uscì fino al 1945. Nel luglio dello stesso anno prese parte ai lavori che portarono alla redazione del Codice di Camaldoli. Ricordare Aldo Moro significa ricordare il più grande statista, alla pari con Alcide De Gasperi, del nostro Paese: tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne prima segretario (1959) e poi presidente (1976) e fu più volte ministro; cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri.

Ricordare Aldo Moro vuole anche essere l’occasione per riproporre la considerazione dei valori che hanno determinato le scelte di un uomo politico al quale la fedeltà alla propria ispirazione cristiana ha chiesto il sacrificio della vita. La dimensione dell’uomo la si può cogliere dalle parole che ha utilizzato nel 1944, quando in occasione della fine della guerra, gran parte degli italiani guardava con preoccupazione al domani e si domandava cosa occorreva fare per affrontare il futuro, diceva Aldo Moro: “E adesso? Da dove ripartire? Ora dobbiamo percorrere una lunga e difficile strada: dobbiamo, appunto, ricostruire. Cominciamo da qui. Rimettiamoci tutti a fare, con semplicità, il nostro dovere. Chi ha da studiare, studi. Chi ha da insegnare, insegni. Chi ha da lavorare, lavori. Chi ha da fare della politica attiva, la faccia, con la stessa semplicità di cuore con la quale si fa ogni lavoro quotidiano. Madri e padri attendano ad educare i loro figlioli. E nessuno pretenda di fare più o meglio di questo. Perché questo è veramente amare la Patria e l’umanità”. Sono parole che anche oggi ci servono per guardare al nostro futuro con la certezza che tutto dipende da noi, da ognuno di noi, dal senso di responsabilità e l’impegno che sapremo mettere in campo.

A ricordo del martirio dell’on. Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, barbaramente trucidati: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, Giovedì 9 maggio pv alle ore 18.00 presso la chiesa di San Corrado Confalonieri in Piacenza – via Lanza, 58/B don Franco Capelli celebrerà una Santa Messa a suffragio.

8 maggio 2024. Giornata Mondiale della Croce Rossa Italiana e Mezzaluna Rossa

Oggi giornata mondiale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Alla radice del Diritto Internazionale Umanitario, ovunque per chiunque. Purtroppo nelle recenti guerre non viene più rispettato il simbolo per eccellenza della protezione dei vulnerabili: bambini, vecchi, malati  e non belligeranti . Ogni anno decine di delegati perdono la vita nella assistenza dei più vulnerabili. Con un pensiero di gratitudine un grandissimo augurio per la missione della più grande organizzazione di volontariato, che semini esempi di dono, di solidarietà e sviluppo umano. Ci ricorda che “Ognuno è responsabile di tutto dinanzi a ciascuno“. Mariapia Garavaglia

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