ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Beppe Matulli ci ha lasciati

Una dolorosissima notizia per tutti noi: morto a 85 anni Giuseppe Matulli, che è stato il nostro grandissimo indimenticabile Presidente.  Oggi siamo muti per il dolore e ci associamo ai Suoi Cari, ma fra poco troveremo il modo di ricordarlo doverosamente.

Ex vicesindaco di Firenze e prima vice e poi sindaco a Marradi (Firenze). Laureato in Economia e commercio all’Università di Firenze e ricercatore universitario in statistica, fu prima vice sindaco a Marradi, suo luogo natale, dal 1964 al 1970. Poi venne eletto nelle file della Democrazia Cristiana in Consiglio regionale della Toscana, dove fece tre legislature: la prima dal ’70 al ’75 e le successive dal ’79 all’87, quando venne eletto alla Camera dei deputati, diventando nel 1992 sottosegretario al ministero della Pubblica istruzione nei governi Amato e Ciampi. Successivamente fu sindaco di Marradi dal 1995 al 2002 e successivamente vicesindaco di Firenze dal 2002 al 2009, per poi diventare assessore a Scandicci (Firenze).

La Sua vita di impegni tutti dediti alla comunità e la Presidenza di ANPC ha coronato i Suoi valori democratici valorizzando le testimonianze dei Partigiani  Cristiani. È il Suo lasciato cui certamente corrisponderemo con gratitudine.

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Un pensiero su “Beppe Matulli ci ha lasciati

  1. Avatar di Leonardo BIANCHILeonardo BIANCHI in ha detto:

    Ha lasciato ieri notte questo mondo Giuseppe MATULLI, Presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, con una lunga carriera politica alle spalle cui approdò presto dall’Università.
    Ho conosciuto personalmente Beppe oltre 30 anni fa ai tempi del Centro Toscano di Documentazione politica, da lui presieduto e diretto da Lapo PISTELLI, che editava una Raccolta di Schede – piccole pubblicazioni monografiche di natura scientifica e carattere divulgativo -, una delle quali, dedicata a “I mass media e la legge Mammì” curai io stesso. Quel Centro si proponeva come una fucìna foriera di promesse (non sempre mantenute) di formazione di una nuova classe dirigente, una sorta di piccolo, ma qualificato vivaio.
    Si leggeva in questo lo sguardo lungo e l’atteggiamento aperto di un politico già affermato, e con qualche posizione di potere, che non solo capiva, ma testimoniava l’esigenza di iniziare anche nella vita pubblica processi innovativi che non recidessero le radici, ma ne fossero alimentati.
    Beppe nutriva un atteggiamento di profonda apertura ed interesse reale verso l’interlocutore. Dopo averlo ritrovato nella sua veste istituzionale di Sindaco di Marradi nel periodo in cui svolgevo consulenza presso il Difensore Civico Regionale, ho avuto modo di frequentarlo a più riprese in Città, in corrispondenza anche del suo impegno di studioso di storia politica. Ricordo, in particolare, un bel dibattito a Sant’Angelo a Legnaia, ai tempi del Referendum costituzionale sulla Riforma Renzi – Boschi del 2016, in cui moderavo un ping pong tra il Prof. Paolo CARETTI, caro Maestro, e l’on. Pierluigi CASTAGNETTI, amico e collega storico di Beppe, che partecipò ed intervenne.
    Il rapporto con Beppe ha avuto modo di consolidarsi negli ultimi anni, quando alcuni di noi, per primo io, nel 2017 gli chiedemmo di rendersi disponibile per candidarsi al Consiglio Direttivo – dove già sedevo dal 2013 – dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, di cui Beppe divenne subito Vicepresidente, e che, poi nel marzo 2019, eleggemmo Presidente, carica cui lo rieleggemmo nel 2021.
    Sempre nel marzo 2019, appena eletto Presidente nazionale dell’ANPC – Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, organizzò un bel Convegno a Firenze, adoperandosi da allora in avanti sempre più per la valorizzazione del protagonismo di questa esperienza resistenziale – di cui mi onoro di essere socio -, anche dopo la sua nomina a Presidente Onorario ed il passaggio della Presidenza effettiva a Mariapia Garavaglia, con cui abbiamo parlato anche di Beppe in un recente convegno veneziano il 18 gennaio scorso.
    Beppe è stato uno studioso di prim’ordine, anche se non era uno storico – molto bello il suo libro su De Gasperi del 2018 -, ma soprattutto è stato un Presidente dell’ISRT autorevole e lungimirante, per la capacità di valorizzare le molteplici e plurali risorse dell’Istituto a tutti i livelli, ma ancor più per la capacità di catalizzare l’impegno del Consiglio Direttivo in direzione di una missione, culturale ed istituzionale al contempo, capace di rispondere alle sfide dell’oggi e del domani, come è sempre più emerso nel corso dell’ultimo mandato.
    Così ha affermato in uno dei suoi ultimi scritti, ribadendo una linea già enunciata e condivisa in una sorta di passaggio del testimone: “Profondamente ancorato alla storia della resistenza, oggi l’Istituto proietta dunque la sua azione su una prospettiva ampia. Nella crisi attuale il suo ruolo è quello di qualificarsi come centro culturale che nella storia della resistenza ha un punto di riferimento ma che in essa non esaurisce il suo interesse, perché la cultura odierna e le sue prospettive richiedono di guardare oltre”.
    Con lui, dopo il bel Convegno su “La costruzione della democrazia: Nicola Pistelli (1929 – 1964)” del 7 ottobre 2016 (i cui atti sono stati poi pubblicati), abbiamo poi proposto e realizzato un Ciclo di incontri su “Pandemìe: una prospettiva storica”, tra cui uno su “Costituzione e pandemìa: per un itinerario nel diritto dell’emergenza” (Conversazione a due voci con il Presidente Emerito della Corte costituzionale, Prof. Ugo DE SIERVO, caro Maestro anch’egli, ed il sottoscritto) il 17 marzo 2021 (https://www.youtube.com/watch?v=yj6c5_dh3T0), e l’anno scorso il Convegno su Giancarlo Zoli il 14 marzo (https://www.youtube.com/watch?v=p6jyl69J9Kk&t=19s) e quello su “Dal Codice alla Carta: i cattolici italiani tra Resistenza, realtà internazionale e impegno costituente (1943-1948)” il 24 agosto (https://www.radioradicale.it/eventi/8917…).
    Importanza Beppe attribuiva assai giustamente anche agli impegni di memoria, in occasione sia delle Feste della Liberazione, dove siamo stati sempre attivamente coinvolti, come dei Raduni di Monte Giovi.
    Mi piace qui ricordare la partecipazione, con lui concordata, il 28 ottobre 2022, nel Centenario della Marcia su Roma, all’omaggio, nel Cimitero della Misericordia di Pistoia, alla tomba di Paolo TADDEI, Ministro dell’Interno del II Governo FACTA, autore dello schema di Decreto sullo stato d’assedio che, il 28 ottobre 1922, avrebbe dovuto essere emanato dal Re. Nel precipitare degli eventi, TADDEI nel Consiglio dei ministri convocato d’urgenza alle 6 del mattino del 28 ottobre, dopo la marcia su Roma, sostenne la proclamazione dello stato d’assedio e provvide a stilare il documento da sottoporre alla firma del Re, con cui risultava ufficiosamente concordata la decisione. Con la determinazione ed il pragmatismo del caso, per garantire l’immediata effettività di tale decreto, contemporaneamente inviò a tutti i Prefetti una circolare in cui preannunciava l’imminente firma del documento. In accordo poi con il ministro delle Poste dispose l’introduzione della censura telefonica e telegrafica, ordinò di tagliare i binari per interrompere le comunicazioni con Roma, dette precise disposizioni perché il decreto di proclamazione dello stato d’assedio (inviato a tutti i Prefetti e pubblicato sui quotidiani) venisse affisso sui muri della capitale, deserta e presidiata dalle mitragliatrici. Un suo ordine scritto, firmato anche da Facta, incaricava il generale Pugliese di provvedere alla difesa di Roma con tutti i mezzi disponibili, impedendo a ogni costo l’ingresso delle squadre fasciste nella città.
    Ma qualche ora dopo apprese da FACTA che il Re aveva rifiutato di firmare il decreto di proclamazione dello stato di assedio, per cui, profondamente disorientato, TADDEI dovette suo malgrado revocare gli ordini impartiti, con le conseguenze che sappiamo.
    Un Uomo, dunque, Beppe Matulli, animato da solido impegno pubblico di pensiero, memoria ed azione cristianamente ispirati, del cui dono ringraziamo il Signore, ma anche con un significativo tratto umano non comune; ricordo benissimo la vicinanza tutt’altro che formale, di vera amicizia, che seppe esprimermi in occasione della morte del mio babbo due anni e mezzo fa.
    La salma di Beppe è esposta nella cappella interna della Pieve di San Martino a Sesto Fiorentino domani, lunedì, dalle ore 07:00 alle ore 19:00.
    Le esequie si terranno martedì alle ore 11:30 a Firenze presso la basilica abbaziale di San Miniato al Monte.

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