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Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Prima pietra di inciampo a un rom e sinto italiano

Il 18 gennaio 2023 a Trieste, in piazza della Libertà, è stata posta la prima pietra di inciampo a Romano Held, giovane rom e sinto italiano. Un fatto storico grazie alla collaborazione e alleanza tra l’associazionismo dei giovani rom e giovani ebrei. La posa è avvenuta nel luogo dove Romano Held suonava il violino.

Alla posa sono presenti il rabbino di Trieste Alexander Meloni e Gunter Denmig, l’artista inventore delle pietre di inciampo. I protagonisti della giornata sono i parenti e discendenti del giovane Romano Held. Presenti anche le rappresentanze delle giovani comunità rom e sinti ed ebree (UCRI Unione Comunità Romanès in Italia e UGEI Unione Giovani Ebrei d’Italia). Per la Comunità di Sant’Egidio di Milano è presente Stefano Pasta che ha collaborato all’evento. Romano Held nasce a San Pier d’Isonzo (21 gennaio 1927) da Alberto Held, sinto italiano, e Maria Hudorovic, rom istriana. Gli Held sono una famiglia di musicisti che vivono nella zona di Trieste. Dopo l’armistizio, per fuggire ai nazisti, si rifugiano nella zona di Fagagna. Per una delazione Romano Held, all’età di soli 17 anni, viene arrestato il 1° maggio 1944. Come si legge dai documenti raccolti da Luca Bravi, il giovane Romano viene arrestato con l’accusa di essere un “girovago”. Con un convoglio di deportati parte per Dachau il 31 maggio 1944, dove viene registrato con la matricola 69525. Sarà liberato dall’armata americana nell’aprile 1945. Tornato a Trieste Romano riprende l’attività di musicista nelle principali piazze della città, tra cui piazza della Libertà. Anche a causa delle pessime condizioni di salute patite nel lager, muore a Trieste nel 1948, a soli 21 anni.

Pubblichiamo l’intervista di Silvio Mengotto a Stefano Pasta (Comunità di Sant’Egidio di Milano).

Questa ricerca ha permesso di restituire una parte di memoria storica dimenticata. Le giovani generazioni “sentono – dice Stefano Pasta – il riconoscimento del genocidio dei rom e sinti, come un passaggio, un tassello importante di restituzione, di riconoscimento a pieno titolo di una memoria che per molti anni è stata negata”. Durante la Shoah furono più di 500.000 le persone rom uccise nei lager nazisti. La posa della prima pietra di inciampo d’Italia a un rom e sinto, è anche l’esito di un percorso, una collaborazione biennale. “Una alleanza – continua Stefano Pasta – molto bella tra giovani rom e giovani ebrei. Abbiamo voluto fare una scelta condivisa, un lavoro storico di ricostruzione scientifica di Romano Held di cui abbiamo messo la prima pietra di inciampo. Noi pensiamo sia la prima di una serie di altre pietre di inciampo di rom e sinti. Sicuramente la zona Friuli Venezia Giulia ha altre storie che stiamo approfondendo. E’ una alleanza tra le memorie, non una concorrenza delle memorie”

D. Come è nata questa alleanza?  “Da Claudio Spinelli, presidente UCRI e Simone Santoro, presidente UGEI, nasce la richiesta inoltrata all’Università Cattolica, di accompagnare questa ricostruzione storica di Romano Held. In questo senso si è fatto un lavoro storico con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Udine. Abbiamo consultato i documenti che attestano questa storia nata da ricerche iniziate, alcuna anni fa, da Luca Bravi che intervistò alcuni parenti di Romano Held. Con la domanda della pietra di inciampo per Romano Held, in questo ultimo anno si è fatto un affondo storico attraverso la documentazione raccolta ad Udine dove si attesta l’arresto del giovane come “girovago” per un mese nel ’44, la partenza per Dachau e la registrazione del nome negli archivi del lager. Una giovane vita che riesce a sopravvivere al lager, ma poi morì, poco tempo dopo, pensiamo in seguito alle condizioni patite nel campo di Dachau”.

D. Non crede sia un fatto storico importante la presenza della comunità ebraica italiana?  “Importantissima anche per la particolare storia di Trieste tra le città in Italia. Una citta storicamente attraversata da minoranze. Trieste, dopo Milano e Roma, è la terza città per la presenza di comunità ebraica. Il rabbino Alexander Meloni, insieme ad altri consiglieri, hanno proposto la posa della prima pietra di inciampo per un rom e sinto in Italia. Ci ha fatto piacere che nella cerimonia della posa insieme ai parenti di Romano Held, i nipoti del fratello Berto, ci fosse anche Gunter Denimg l’inventore, e artista tedesco, delle pietre di inciampo. Va detto che le pietre di inciampo nascono a Colonia, come idea di ricordo della memoria di inciampo, un non monumento si potrebbe dire. La prima pietra di inciampo per rom e sinti è stata posta a Colonia. In questo senso siamo contenti che anche in Italia, accanto agli ebrei e deportati politici, ci sia la prima pietra di inciampo che ricorda una persona rom e sinti”

D. Per ricordare Romano Held si è voluto suonare il violino proprio nella sua piazza. Un violino per ricordare che i nazisti obbligavano i rom ha suonare durante le macabre esecuzioni o all’arrivo degli ebrei nei carri bestiame ad Auschwitz. Non crede che anche questa memoria deve essere ricordata?  “Credo sia molto significativo il fatto che la pietra di inciampo sia stata posata proprio nel luogo dove Romano Held suonava abitualmente. C’è un doppio significato perché il violino che è stato suonato è proprio quello di Romano Held regalato dalla famiglia ad un “gagio” italiano. Il violino è stato suonato da Gennaro Spinelli, presidente UCRI. Un gesto importante! Questa storia ci ricorda anche l’amicizia tra la famiglia di Romano Held con quella di una famiglia non rom, ma “gagia”. La figlia di Berto, fratello di Romano, ha raccontato che anche a Dachau a Romano Held è stato chiesto di suonare il violino per i nazisti. In quelle circostanze Romano Held recuperava del cibo che divideva, distribuiva, con i suoi compagni di cella. Anche se è una memoria tramandata nella famiglia, aggiunge un particolare sentimento positivo a questo giovane ragazzo”

21 gennaio ’23                                                                Silvio Mengotto

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