Giù le mani da Mattei!
In risposta all’articolo a firma Paolo Mastrolilli di Repubblica del 17 dicembre 2022 dal titolo: “Mattei visto dalla CIA, Era fascista: pagò la DC per fingersi partigiano”, pubblichiamo l’articolo del Prof. Aldo Ferrara. :
“Un cumulo di verbi al condizionale non consente di attribuire veridicità a quanto scritto su Repubblica del 17 dicembre sul Presidente dell’ENI Enrico Mattei, nell’articolo a firma di Paolo Mastrolilli. Si cumulano notizie sulla politica italo-americana degli anni cinquanta, senza avere accertato la veridicità dei documenti CIA. La verità storica dice ben altro:
- Mattei si trovava a Milano durante la prima fase della guerra, alle prese con una minima industria chimica, guidata insieme al fratello. Poverissimi, cercavano di darsi da fare, nel mentre Mattei si era iscritto alla esclusiva Università Cattolica pur non riuscendo a completare gli studi;
- 2. In quell’epoca conosce Giorgio La Pira e gli economisti di matrice cattolica Sergio Paronetto, Ezio Vanoni e Pasquale Saraceno che lo mettono in contatto nel 1943 con i vertici della nascente Democrazia Cristiana; Milano in quegli anni era invasa dal morbo dello spionaggio e controspionaggio, i cattolici, i comunisti e i socialisti erano tutti clandestini e quindi riservatezza e oculatezza nella scelta dei compagni era al massimo livello di sicurezza;
- Giuseppe Spataro, noto esponente cattolico, amico di Monsignor Montini, lo volle alla guida delle Brigate Bianche, poi Verdi dei cattolici in seno al CLN, in seguito alla defezione di un altro dirigente. L’incarico era delicato e riservato specie nella fase successiva all’armistizio di Cassibile e uomini come Spataro. Incomprensibile dove Mattei avrebbe trovato 5 milioni dell’epoca, oggi paragonabili a circa 2.788.535,43 € una cifra impossibile anche da reperire in una Banca disposta a un prestito (la sola Banca attiva in quel periodo era la Comit di Mattioli) né il Governo fascista o quello nazista in quella fase politica avrebbero potuto concedere;
- Mattei nel 1940, epoca dello scoppio della guerra, aveva 34 anni, in epoca cioè di poter essere tra le forze italiane al fronte. Eppure imbracciò le armi solo dopo l’8 settembre 1943 come partigiano. Se fosse stato fascista, avrebbe manifestato prima le sue intenzioni;
- Come nei crimini difficili da scoprire manca il movente: se fosse stato un fascista disposto a pagare quella cifra, che soli il governo di Salò o di Berlino, poteva concedere dati di debiti della Comit di Mattioli, che senso avrebbe avuto dare alla DC, ancora non sicura vincente in senso al CLNAI, quella cifra?
- E se, inoltre, fosse stata una spia al soldo dei fascisti mai avrebbe concesso ai “nemici” una cifra di quella portata. Nell’articolo di repubblica sono state riportate considerazioni di Lester Simpson che risalgono al 1955 e quindi difficili da accreditare senza contraddittorio. Queste considerazioni sono vaghe e generiche, investono la Signora Greta Paulas moglie di Mattei senza prova alcuna. Nel 1955 Mattei con Nasser ebbe un ruolo nella progettazione dei Paesi Non Allineati (Bandong, 1955) e quindi apriva l’Italia verso il multilateralismo. È evidente che la sua politica era in rotta di collisione con gli USA.
- Naturalmente crediamo che i documenti non siano veritieri ma raccomandiamo ai media e ai giornalisti di non pubblicare notizie così infamanti senza aver verificato prima la documentazione che in atto è in possesso degli USA che non erano certo “amici” di Mattei”.
La Presidente Garavaglia dichiara: “Ovviamente c’è la prova storica per cui i partigiani non avrebbero riconosciuto Mattei combattente se non fosse stato con loro e l’indagine di Calia fa capire al contrario che Mattei fu vittima della CIA”.
Siamo arrivati a questo! Se ho capito bene il giornale è la repubblica…Attrezziamoci siamo soltanto all’ inizio.Virginia Tommasone
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