Il 13 ottobre 2021: Giornata antifascista a Sant’Anna di Stazzema
Intervento Vicepresidente Anna Maria Cristina Olini a Sant’Anna di Stazzema il 13 Ottobre 2021
Buongiorno, sono Cristina Olini Vicepresidente Nazionale ANPC, permettetemi di portare a tutti il saluto della nostra Presidente Mariapia Garavaglia assente per impegni improrogabili.
Un saluto particolare a Maurizio Verona e Valentina Cuppi, sindaci di due paesi che troppo hanno conosciuto la crudeltà nazifascista e che da allora tutti gli amministratori hanno sempre tramandato la memoria di quei giorni. Un grazie all’ANPI nazionale e provinciale, all’Aned, alla CIGL e a quanti hanno lavorato per questa Giornata e a tutti i presenti.
Ci troviamo a dover parlare di fascismo qui dove il 12 agosto 1944 la popolazione fu praticamente sterminata dai nazisti e dai fascisti. 550 vittime, di cui 130 bambini, la loro colpa: aver dato rifugio ad alcuni partigiani.
È passato quasi un secolo dalla presa ufficiale del potere da parte del fascismo ma certe manifestazioni e altri sintomi ci dicono che la destra estrema e l’ideologia fascista non sono una partita chiusa.
Il movimento si sente più forte che mai. Saluti romani, slogan, striscioni, inni e tutto il corollario che accompagna la nostalgia per il regime fascista e il suo dittatore. Da ultimo a Roma l’assalto alla CIGL e al pronto soccorso del Policlinico Umberto I da parte dei no Green Pass ma con a capo i maggiori esponenti di Forza Nuova. Un attacco premeditato, un attacco grave alla nostra costituzione, alle istituzioni rappresentative degli elementi più fondamentali della nostra vita. Il lavoro e la salute.
Impossibile restare indifferenti a questi fatti come ai numerosissimi messaggi di incitamento all’odio razziale inviati giornalmente a Liliana Segre. La senatrice Segre, è sopravvissuta ad Auschwitz, è stata testimone dell’Olocausto, rappresenta la memoria storica delle persecuzioni razziali del periodo fascista. E proprio lei ha richiamato l’attenzione non solo sulla necessità di trovare adeguate sanzioni contro l’odio che circola nella rete e sui social, ma anche sugli ormai innumerevoli rigurgiti fascisti.
Tali messaggi istigatori fanno breccia soprattutto tra quelle generazioni per le quali la trasmissione della memoria storica è giunta in maniera molto debole o affievolita. Questo sostrato ideologico alimenta o conferisce una qualche pseudo-legittimità a comportamenti imperniati sull’odio e sull’intolleranza. Per tutte queste ragioni, assieme a una forte battaglia di carattere culturale dobbiamo vigilare e chiedere alle istituzioni di usare tutti i mezzi previsti per far rispettare la democrazia. È un vento fascista che riattraversa l’Italia con sempre maggiore forza e violenza nelle espressioni e nelle azioni ed è incredibile come ciò venga sottovalutato nonostante la ricostituzione del partito fascista sia espressamente vietata e la legge vigente consenta di sciogliere le associazioni che si rifanno a quella ideologia.
Il commento immediato della nostra Presidente Mariapia Garavaglia dopo i gravi episodi di Roma è stato “Tutte le forze politiche che siedono nel parlamento repubblicano e democratico devono condannare ogni attività di squadristi e sostenere le iniziative che garantiscono il democratico confronto. Solidarietà alle forze dell’ordine e alla CGIL.”
Il silenzio su questa realtà vorrebbe dire mancare a noi stessi; vorrebbe dire abdicare alle responsabilità che ci coinvolgono tutti come cittadini e come gruppi politici, sociali, culturali e sindacali organizzati. Guai a noi se dovesse venire disperso quel prezioso patrimonio di idee, di culture e di scelte politiche, conquistato con enormi sacrifici nella lotta di liberazione dal fascismo Ci troviamo di fronte a rigurgiti di odio razziale di uomini che rinnegano il rispetto verso gli altri uomini di qualsiasi razza, colore di pelle, credo
religioso. Permettetemi di ampliare il tema di questa giornata non soffermandomi solo sull’antifascismo ma condannando tutte le forme di totalitarismo da qualunque parte vengano, in qualunque luogo, in seno agli estremismi della politica, alle istituzioni, in famiglia, nelle scuole. Parliamo di attentati, di stragi, di femminicidi, di bullismo, di pedofilia, di stupri, tutte forme di tirannia, di dispotismo, di autoritarismo, sia materiali che psicologiche.
Vogliamo parlare della tormentata Afghanistan, tornata indietro di 100 anni? Confidiamo nel G20 straordinario. L’art. 3 dei principi fondamentali della nostra costituzione richiama alla pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Guardiamoci intorno, dove sembra prevalere un clima di continua conflittualità, non è fuori luogo affermare che c’è bisogno di un risveglio delle coscienze, del recupero di una comprensione generale, del rispetto delle opinioni altrui, del dialogo costruttivo per il bene comune, di una memoria condivisa per costruire, giorno per giorno, l’edificio della libertà e della giustizia sociale. Impegno quindi di tutti, nessuno escluso, ad operare all’insegna della solidarietà tra i popoli ed al reciproco rispetto.
E quale possibilità ha il cittadino per dare voce alla sua sete di giustizia sociale?
Il voto. Votare è un diritto del cittadino ma anche un dovere. Astenersi da questo impegno, significherebbe offendere il passato e compromettere il futuro. Non si può certo negare la preoccupante crisi economica e il persistente clima di violenza che attraversa il nostro Paese, ma resteremmo alla superficie dei fenomeni se non riconoscessimo che, a monte, vi è una crisi di credibilità nelle istituzioni e nei valori sui quali si fonda uno stato moderno e democratico. Al giorno d’oggi l’Italia è percorsa dalla bufera dell’antipolitica. Non è una bufera sorta per caso e senza colpe. Ma non dell’antipolitica c’è bisogno, non nella fuga dalle responsabilità c’è la soluzione, non nell’astensionismo c’è il rifugio. C’è invece bisogno di decisioni, di rinnovamento con responsabilità di partecipazione e di sforzo collettivo con fiducia. Lo scontento popolare si rifugia in strati sempre più profondi e lontani dal gioco legittimante della politica democratico-rappresentativa.
A distanza di tanti anni la costituzione ha retto alla prova della storia ed è stata una grande forza per il paese. È una costituzione vitale perché vivo e vitale è il suo impianto di fondo, frutto di uno sforzo comune per trovare valori e regole che potessero essere condivise da tutti, malgrado le grandi differenze che pure separavano le varie anime della Costituente (quella cristiana, quella socialista, quella comunista e quella liberale) frutto di una convergenza di pensiero e di equilibrio, vi era in tutti la volontà di raggiungere l’accordo e l’unità. Come furono uniti i resistenti nella lotta al nazifascismo. Dalla resistenza è nata la costituzione e la resistenza vive nella Costituzione. Una Costituzione che va difesa e sostenuta. Ecco, quindi, il dovere della memoria. Dobbiamo continuare a sensibilizzare i giovani su queste problematiche, insistere perché nelle scuole si faccia più informazione. I nostri figli e nipoti, le generazioni future devono possedere gli anticorpi morali e valoriali per vigilare ed impedire scempi della dignità e della vita umana.
Affidiamo a loro la difesa delle istituzioni democratiche, la pratica della solidarietà che ci ha sempre contraddistinto, ma anche la salvaguardia di tre punti cardine consacrati nella costituzione. L’unità d’Italia, il Tricolore e la pace. Lo studio della nostra costituzione merita di essere approfondito perché tutti possano trarne stimolo per contribuire allo sviluppo della coscienza civica e democratica dei cittadini. È importante inserire nello studio di educazione civica anche la storia della resistenza in tutta la sua integrità.
Se si vuol far regnare la pace in un paese, in un continente, non c‘è che una strada ed è quella di praticare la giustizia verso tutti, a cominciare dai più deboli, senza esclusione di razza, di religione, di nazionalità. Solo così l’uomo può vivere una vita pienamente umana quale premessa ad una comunità libera e al ricrearsi di una solidarietà economica e morale basata sulla pace e sulla prosperità. Finché saremo in assenza di una giustizia sociale internazionale, ci troveremo sempre sotto la minaccia della guerra e del sorgere di dittature.
Le associazioni firmatarie della carta dei valori e degli intenti, del Forum delle associazioni Antifasciste e della resistenza, pur seguendo strade diverse, convergono e proseguono l’impegno per gli ideali di libertà, democrazia, sicurezza, pace, stato di diritto, dignità umana e solidarietà. Questi sono i valori di riferimento costante per tutti e che furono il fine primo della lotta partigiana che, va ricordato, venne combattuta con le armi, per opporsi all’oppressore ma anche operando prestando assistenza a tutti coloro che si opponevano al nazifascismo.
OK perfetto. Grazie a Cristina.👏👏🌹🌹