Il Papa riparte da Abramo
La visita di Papa Francesco in Iraq ha oggettivamente un rilievo storico, oltrechè religioso. Una visita già programmata da Giovanni Paolo II, un altro Papa dotato di grande intelligenza storica, ma non realizzata a causa della situazione militare di allora e dei “cattivi consigli” di qualche cardinale o qualche curiale dotati di supposto “realismo”.
Trent’anni dopo Francesco ci prova. Sfida molti rischi di cui è consapevole, ma ritiene non rinviabile un segno di solidarietà concreta con chi quei rischi affronta ogni giorno.
Don Giuseppe Dossetti proprio nei giorni della prima guerra del Golfo lanció un appello, un monito, una previsione che poi si riveló profezia, alla Chiesa, all’occidente, al mondo intero: guardate che con questo conflitto si innescherà un processo che porterà alla scomparsa dei cristiani dalle terre in cui il cristianesimo è nato. Così purtroppo è avvenuto.
E, aggiungeva: guardate che i popoli islamici hanno la memoria lunga e, poiché pensano che questa è la prima di una serie di guerre dell’Occidente contro di loro, prima o poi – non so come e non so quando – ci sarà la loro risposta (l’attentato alle torri gemelle avverrà dieci anni dopo). E, poiché ancora, ai loro occhi c’è coincidenza tra Occidente e chiesa cattolica, a pagarne il prezzo maggiore saranno proprio i cattolici e i cristiani in genere che saranno costretti ad andarsene. Papa Giovanni Paolo II (a quei tempi ebbi modo di parlare con il Patriarca dei caldei e con il ministro degli Esteri Tarek Aziz che me lo dissero) condivideva questa analisi.
Papa Francesco, dunque, con questo viaggio cercherà pure di ripristinare la verità di una Chiesa che non si identifica con nessuna potenza ma solo ed esclusivamente con il suo Fondatore, Gesù Cristo, e con il lungo percorso di fede che parte proprio da Abramo, da Ur dei caldei.
Per costruire una prospettiva di pace occorre allora disarmare le città e disarmare la coscienza e le menti degli uomini e delle donne liberandole dall’odio e dal pregiudizio. E occorre la pazienza e la fede di una ripartenza.
In questo senso il viaggio di Francesco ha un grande valore storico.
Pierluigi Castagnetti
Ottimo, come al solito Pierluigi Castagnetti ci spiega, con la sua consueta chiarezza, le motivazioni più profonde del viaggio di papa Francesco in Iraq.
Grazie per l’illuminante lezione.
Mario Spezia
ANPC Piacenza