Ricordare Moro è un dovere
Quarantun anni fa in Via Caetani, come si è sempre scritto nelle cronache, vicino a Piazza del Gesù e Botteghe Oscure, fu fatto ritrovare dalle BR il corpo dell’On. Aldo Moro, dopo 45 giorni di prigionia. Un tempo lungo su cui si sono fatte indagini parlamentari, processi, scritto libri. Il 16 marzo del ’78 è uno spartiacque della storia democratica dell’Italia. Cosa rimane di quei giorni oggi? Si corre un rischio affermarlo, ma non rimane niente. Eppure è una lezione per l’attualità. Per ricordare il giorno della sua morte abbiamo scelto una fotografia diversa da quella che è l’iconografia da sempre: foto di Moro con lo sguardo velato di malinconia, la Renault rossa, le stelle brigatiste. Abbiamo scelto un Moro sorridente, che legge il giornale su una panchina, con lo sfondo del mare. Una foto di solitudine, ma con un Moro sorridente, con lo sguardo fisso avanti. Il rischio che si corre nel ricordare le date è quello della musealizzazione degli eventi, delle persone, stanche liturgie. Ricordare il sacrificio di Moro è riprendere il suo pensiero, le sue intuizioni. In un momento come l’attuale, dove tutto sembra frantumarsi in una dilagante incapacità di pensare, programmare, agire. Non solo in Italia, ma ovunque. Dalla panchina Moro sembra ammonirci e chiederci se il suo scarificio non sia stato invano.
Mi piace questa foto. Grazie e buona serata. LuisaInviato da smartphone Samsung Galaxy.