CONFIGNI 10 MARZO 2019 – RICORDO DI PIETRO LUCIANI di Antonio Cipolloni
Una giornata dedicata a Pietro Luciani da parte del Comune di Configni, della Associazione Pro Loco locale ha visto la partecipazione di moltissimi cittadini, del figlio di Puetro Luciani e dei nipotini, tornati per la circostanza in paese. Al mattino è stata raggiunta in montagna la Grotta dove Pietro Partigiano Cristiano dimorò con la sua Banda per lunghi mesi durante l’occupazione tedesca. Oltre al Sindaco Angelici, al Presidente della Pro Loco hanno presenziato alla commemorazione nella sala Consiliare esponenti Nazionali e provinciali della Associazione Partigiani Cristiani con il Medagliere della sezione portato dal segretario Battisti ed il saluto del Segretario dell’ANFIM-(Fosse Ardeatine) Aladino Lombardi. Il ricordo di Pietro Luciani è stato affidato ad Antonio Cipolloni, che fu amico personale di Luciani avendo insieme appartenuto sin dall’inizio, dopo il conflitto, alla creazione della Sezione provinciale dell’ANPC ed insieme militarono, per lunghi anni, nella DC provinciale. Questo il discorso a ricordo dell’amico Pietro Luciani di Antonio Cipolloni:
In questa piacevole circostanza, ringrazio per aver invitato la mia modesta persona, al ricordo di un fraterno carissimo amico, Pietro Luciani, nella giornata a Lui dedicata dal Comune di Configni, del quale fu sindaco per molti anni, dopo aver lottato per il raggiungimento della democrazia e Libertà.
Pietro fu tra i fondatori, insieme a molti di noi, della Sezione Provinciale dei Partigiani Cristiani. Ed è per questo che ho il piacere di portare, in apertura del mio breve intervento, al Sindaco, alla famiglia Luciani ed ai cittadini di Configni, il “Saluto affidatomi ieri a Firenze, nel Convegno promosso dalla Nostra Associazione, del Presidente On. Giuseppe Matulli.
A ricordo del caro amico Pietro Luciani, con il quale ebbi l’onore di condividere gli anni migliori della mia giovinezza, da quelli della Lotta Partigiana a quelli della esperienza politica ed amministrativa, nei quali portammo tutta la nostra passione, in forme e modi diversi (come diversa era la nostra età), ma con identico spirito di abnegazione, onestà, solidarietà e giustizia sociale; valori che scaturivano dalla nostra fede cristiana ai quali fummo “testardamente” aggrappati nel porgere il nostro servizio, che erano frutto di rispettive esperienze non ultima quelle del periodo tremendo della Lotta di Liberazione.
Valori che Pietro seppe portare con coerenza, testimoniandoli, tra l’altro, nel “memoriale” lasciato al figlio e nipotini, dove riporta la Sue “Esperienze dalla caduta del fascismo nella liberazione; del quale volle donarmi copia quando ero impegnato alla raccolta di documenti e testimonianze per la redazione del mio Volume “La Guerra in Sabina” incontrandolo più volte in quel di Terni dove si era da tempo stabilito.
Un lavoro che, anche visibilmente, porta, oltre al contenuto del capitolo dedicato alla Lott partigiana nel territorio di Configni, nel quale è riportata larga parte del memoriale di Pietro, e della sua testimonianza preziosa, anche una documentazione eloquente da Lui fornitami dalla quale il mio “grafico” ha voluto trarre, trovandolo interessante per la composizione della Copertina Cartonata del lavoro dove appare la foto della motocarrozzetta nel cui sidecar è il fratello di Pietro, Alpino.
Non mancano, nelle “memorie” lasciate alla famiglia da Pietro, citazioni di persone interessanti che furono a lui vicine in quelle giornate di costante pericolo, ed in un momento delicato dellaa sua giovinezza e delle scelte da fare rispetto alla parte cui stare.
A partire dal Parroco di Configni Don Gino Cotini, sempre presente quando necessitava placare le ire dei tedeschi; Padre Placido Santucci, che fu sottoposto a molti interrogatori da parte dei nazisti per conoscere le identità di quanti bussavano al suo Convento, che fu dato anche parzialmente alle fiamme; il tenente Elio Cotini che affidava a Pietro il compito di collegamento con comandanti di altri gruppi patriottici; l professoressa Giuliana Palieri, le cui lezioni di politica determinarono la scelte da fare da parte di Pietro; il dottor Filippo Palieri, suo marito, Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, per il senso del dovere inteso come volontà di operare in favore di quanti avessero avuto bisogno di protezione, che riuscì ad evitare a molti giovani della provincia di Rieti la deportazione in campi di lavoro in Germania. Scoperto dai nazisti fu arrestato e deportato nel lager di Wietzendorf, dove morì di stenti e torture.
“Un fulgido esempio di straordinarie virtù civiche e generoso altruismo, spinti fino all’estremo sacrificio il 13 aprile del 1945…”: Così recita la motivazione della medaglia d’oro al merito civile concessa dal Presidente della Repubblica il 10 marzo del 2004. Onorificenza consegnata ai figli del Commissario Palieri a Rieti, e concessa dopo una Istruttoria documentale e testimoniale, laddove Pietro Luciani ed altri furono chiamati a raccontare le loro esperienze legate al Commissario Palieri.
Va citato che la famiglia Palieri, nel periodo della occupazione tedesca era sfollata qui a Configni in casa Luciani. La scelta di questo derivò dal fatto che il papà del Commissario dottor Antonio, fu titolare della condotta medica di Configni.
Pietro alla saldissima fede cristiana, unì i consigli della professoressa Agnesi e quelli del Commissario Palieri, per fare le sue scelte di Libertà e Democrazia.