L’attualità di un articolo di De Gasperi su “il Popolo” di FRANCESCO S. AMOROSO
Il quotidiano Il Popolo,fondato nel 1923,fu organo del Partito popolare italiano. Soppresso dal fascismo nel 1925,riapparve poi nel 1943-44 con alcuni numeri clandestini.
Nel terzo numero del 28 novembre 1943 viene pubblicato un saggio a firma Demofilo(pseudonimo di Alcide De Gasperi) intitolato “La nostra Democrazia Cristiana e le sue tradizioni” che è il primo scritto ideologico della DC.
Questo numero si compone di un solo foglio ed è un numero storico.
Lo pseudonimo usato dallo statista di Pieve Tesino ha derivazione greca e significa “amico del popolo”.
L’ideatore di questo pseudonimo fu Guido Gonella,direttore del Popolo dal 1944 al 1946 e questo saggio è il primo documento di elaborazione storico ideologica che la DC diffuse sul suo giornale.
Va evidenziato come la DC sia stata al suo sorgere il risultato di un incontro di generazioni(giovani e anziani di cui parla De Gasperi sul Popolo)che darà luogo a quella unità politica dei cattolici nel partito dello scudocrociato,condizione fondamentale per lasciare un segno nella storia italiana.
In questo suo primo saggio Demofilo si ricollega ai precedenti storici del partito ed ai padri fondatori dello stesso,tra cui Giuseppe Toniolo,evidenziando il valore della libertà personale,la funzione svolta dalle classi rappresentative degli interessi professionali,il valore dell’unità morale della nazione e la capacità della DC di aprirsi alle nuove esigenze.
Una parte rilevante dello scritto riguarda il nome da assegnare al nascente partito della Democrazia Cristiana.
Anche oggi il tema dell’unità politica dei cattolici,dopo la scomparsa della DC e la conseguente diaspora dei cristiani nelle varie forze politiche esistenti,si pone al centro dell’agenda politica.
Vi è per questo motivo la necessità di costruire un nuovo soggetto politico unitario che funga da nuovo contenitore per affrontare temi forse messi in disparte in questo periodo di crisi economica. In particolare i temi etici,ma anche quelli del lavoro,del rilancio dell’economia,della tutela delle fasce più deboli della popolazione,delle nuove povertà.
È necessaria una nuova alleanza fra generazioni per risollevare il Paese dalla grave recessione che lo attanaglia,alleanza che unisca l’esperienza e la competenza acquisita dagli anziani e l’entusiasmo e la determinazione dei giovani per sfruttare al meglio il nostro patrimonio artistico e culturale,le nostre bellezze naturali,la nostra tradizione enogastronomica,l’eccellenza acquisita nella moda,fattori che possono certamente costituire un volano per la nostra economia.
Solo così potremo uscire dal tunnel e vedere una luce di ripresa che ci riconsegni il ruolo che il nostro Paese merita sulla scena internazionale.
Un messaggio quello degasperiano quanto mai attuale e moderno che andrebbe rivitalizzato dalla nostra classe dirigente.