Gli eventi e gli incontri promossi da ANPC per la celebrazione per il 79° anniversario della Liberazione a Roma
L’ANPC sezione di Roma per le celebrazioni del 25 aprile 2024 ha promosso e una serie di incontri e ha partecipato a vari eventi durante tutta la settimana dal 22 al 25 aprile.
I martiri cristiani nei campi di sterminio, 22 aprile 2024 Casa della Cultura e dello Sport “Silvio di Francia” (VII Municipio)
Lunedì 22 aprile presso la Casa della Cultura e dello Sport “Silvio di Francia” – V° Municipio, si è tenuto l’incontro dal titolo “I martiri cristiani nei campi di sterminio”. Dopo i saluti di Mauro Calliste– Presidente Municipio V Roma Capitale e di Maurizio Mattana -Presidente Commissione Cultura Municipio V, è intervenuta Olga Di Cagno- Commissione Cultura Municipio V, che ha introdotto l’incontro, e di seguito l’intervento della Vice Presidente Nazionale Silvia Costa, che ha sottolineato come questo incontro di approfondimento sui martiri cristiani perseguitati dai nazisti si iscriva nell’ampio progetto per far conoscere l’apporto dei cattolici alla Resistenza, progetto che porta alla luce sia l’organizzazione politico-militare sia la vasta, e ancora poco studiata e documentata, resistenza civile e non armata, che fu opposizione etica e supporto fondamentale ai resistenti. Per questo motivo le celebrazioni promosse da ANPC a Roma per il 79° anniversario della Liberazione, hanno come filo conduttore il contributo dei cattolici antifascisti, sia “disarmati” che combattenti, sottolineando anche il grande apporto che religiosi e religiose fornirono alla lotta di liberazione offrendo asilo e protezione ai perseguitati, nascondendo partigiani ed ebrei, favorendo le azioni clandestine, nascondendo armi, documenti, stampa clandestina, e aiutando la popolazione impoverita e sottomessa dalla occupazione nazista.
Sono seguite due interessanti relazioni di Don Domenico Vitulli Parroco San Tommaso d’Aquino e di Monsignor Carmelo Pellegrino, già Promotore della Fede della Congregazione della Causa dei Santi, il quale ha illustrato numerose biografie di cristiani perseguitati dal nazismo, sia cattolici che protestanti, sia religiosi che laici e che testimoniarono con il loro sacrificio la volontà di opporsi alla barbarie in nome della fede e della adesione ai principi di carità cristiana. Questi decisero di seguire la strada della giustizia fino a mettere in gioco la propria vita. Agirono in nome di un Vangelo che continua a essere vissuto anche nelle pieghe più ributtanti della Storia. Sono morti per amore. Per troppo amore.
Festa della Resistenza Roma 2024
Nei due giorni dal 23 al 25 aprile l’ANPC ha partecipato alla Festa della Resistenza, che per il secondo anno consecutivo, realizzata da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura in collaborazione con le associazioni che costituiscono la Casa della Memoria e della Storia di Roma, che quest’anno si è sviluppata nei quartieri Quarticciolo-Quadraro, compresi nel X Municipio, uno dei centri più attivi della Resistenza a Roma, che nel 2004 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Tre giorni di eventi, con circa 80 appuntamenti tra lezioni, incontri, spettacoli, concerti, proiezioni e mostre per ricordare, condividere e promuovere i valori della Resistenza italiana, nei luoghi della città ove i partigiani hanno combattuto ottant’anni fa. Memori del fatto che tra il 1943 e il 1945 migliaia di donne e di uomini hanno lottato a fianco degli Alleati per l’affermazione dei valori di democrazia, libertà e uguaglianza che hanno forgiato la Repubblica e la Costituzione. Quest’anno ha visto la presenza di oltre 16 mila partecipanti, con un incremento di 3 mila presenze rispetto alla prima edizione al quartiere Garbatella nel 2023.
L’ANPC sezione di Roma ha organizzato due incontri per far conoscere l’apporto dei cattolici nella lotta di Liberazione a Roma, Italia e in Europa e per tenere vivi e vitali gli insegnamenti resistenziali, ondamento della nostra Costituzione e della nostra vita democratica. Il primo dedicato al “Contributo dei cattolici nella Resistenza”, anche con particolare riferimento all’apporto dato da figure come Adriano Ossicini e da altri antifascisti e partigiani cristiani a Roma e nel Lazio. Il secondo intitolato a “Le suore e il loro contributo alla Resistenza”, uno dei temi ancora poco conosciuti della lotta di liberazione: religiose che hanno difeso i perseguitati politici e gli ebrei, nascosto partigiani, curato come infermiere i partigiani feriti, aiutato attivamente la Resistenza e soccorso la popolazione stremata dalla guerra.
Il primo incontro “I cattolici e la Resistenza a Roma” si è tenuto martedì 23 aprile presso alla Casa della Cultura “Silvio Di Francia” – V Municipio.
L’incontro è dedicato alla presenza e il contributo dei cattolici nella Resistenza, anche in riferimento all’importante e fondamentale apporto dato, sia a Roma che in tutta Italia, anche da religiosi e religiose che agirono in supporto ai resistenti antifascisti con l’approvazione e l’assenso delle gerarchie ecclesiastiche. In particolare si ricorda la figura di Adriano Ossicini, partigiano fondatore del Movimento dei Cattolici Comunisti Movimento che fu comandante di formazioni partigiane della Sinistra Cristiana. Per il notevole contributo dato alla guerra di Liberazione è stato decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare. Medico al Fatebenefratelli di Roma, dove si è adoperato per salvare decine di ebrei rifugiatisi nell’ospedale per sfuggire ai rastrellamenti nel Ghetto.
L’incontro è stato preceduto dalla visione di due interviste tratte dal programma RAI Eventi, in onda su Rai tre il 21/11/1996, dal titolo Testimoni della Resistenza e della guerra di liberazione di Luigi Parola e Angelo Sferrazza, occasione per ricordare il compianto collega ed amico Angelo Sferrazza, giornalista e dirigente Rai, vicepresidente dell’ANPC.
Le interviste:
– La prima allo psichiatra e docente universitario Adriano Ossicini, come sopra accennato esponente nella Resistenza del Movimento Cattolico Comunista, che racconta quale è stato il ruolo dei cattolici nella Resistenza italiana, ed evidenzia che la resistenza cattolica fu la seconda forza combattente per azioni a Roma e nel Lazio.
– La seconda a Luigi Paganelli, Comandante Brigata Modena Montagna. Una testimonianza sui partigiani cattolici della Divisione Italia nel modenese, 1.600 partigiani combattenti riconosciuti, di cui l’80 % provenienti dall’Azione Cattolica.
Sono seguiti i seguenti interventi:
L’impegno e la testimonianza dei cattolici comunisti del Prof. Carlo Felice Casula, per dodici anni ha insegnato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari, dove ha insegnato storia contemporanea, storia moderna e storia della pubblica amministrazione e governo locale, dirigendo l’Istituto politico internazionale. Attualmente all’Università Roma Tre è professore emerito di Storia contemporanea storia sociale, storia del lavoro e storia della pace, presiedendo il corso di laurea e dirigendo il Master internazionale in scienze della cultura e della religione. Per più mandati è stato membro del Senato accademico e responsabile della Commissione ricerca d’ateneo. è stato membro dell’Unesco History Project e dell’ILO Century Project. La sua produzione scientifica ha riguardato la storia sociale, politica, culturale e religiosa dell’Ottocento e del Novecento (movimento operaio e sindacale in Italia e Europa, Roma, Sardegna, politica internazionale della Santa Sede, Unesco e Ilo, rapporti storia-cinema), registrata sull’Anagrafe della ricerca di Roma Tre è di oltre 250 monografie e saggi pubblicati con tutte le maggiori case editrici e in riviste prestigiose. Ricordiamo in particolare Cattolici comunisti e sinistra cristiana 1938-1945, e curatore degli scritti politici di Adriano Ossicini.
Il secondo intervento “Ora la risposta è semplice: combattere! ” I cattolici romani e la lotta armata nella Resistenza” del Dott. Andrea Pepe, Assegnista di ricerca presso l’Università Telematica Internazionale UniNettuno, che recentemente ha pubblicato “Sparate ma non odiate- La legittimazione della lotta armata nella Resistenza dei giovani di Azione cattolica”. Collabora con ISACEM. Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo IV. Gli studi di Andrea Pepe sono frutto di una ricerca condotta anche nei fondi archivistici conservati presso l’Isacem, e si pone l’obiettivo di indagare le impostazioni culturali, pedagogiche e catechetiche espresse dal ramo giovanile dell’Azione cattolica italiana verso il tema della liceità della violenza e della lotta armata nei difficili eventi successivi all’8 settembre del 1943 e di delineare il ruolo avuto dall’organizzazione nel supportare, indirizzare e indicare la via ai propri soci militanti. Questo originale sguardo di indagine mira a gettare ulteriore luce sull’apporto dato dalla più grande associazione laicale giovanile presente nel paese in quel periodo al processo che portò i giovani aderenti a definire una specifica coscienza resistenziale anche attraverso un costante richiamo a quanto appreso nei circoli associativi.
L’intervento conclusivo dal titolo “La Resistenza dei cattolici” è stato tenuto dal Prof. Paolo Trionfini, docente di storia contemporanea presso Università di Parma, autore di numerosi saggi e studi di storia contemporanea sul movimento cattolico in Italia e sull’antifascismo cattolico. Fa parte dell’Comitato scientifico della Fondazione Primo Mazzolari, del Comitato scientifico dell’Edizione Nazionale delle opere di Aldo Moro. È Direttore dell’ISACEM-Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo IV, promotore del progetto “Biografie resistenti”. Questo progetto è un lavoro di ricerca che ha come obiettivo finale la creazione di una banca dati completa con la schedatura dei soci, delle socie e degli assistenti dell’associazione che hanno partecipato attivamente alla guerra di liberazione come combattenti, staffette, cappellani militari o membri dei Comitati di liberazione nazionale locali. Particolare rilevanza le biografie dei partigiani provenienti dall’Azione Cattolica ai quali è stata riconosciuta un’onorificenza (medaglia al valore civile, medaglia al valore militare, titolo di giusto fra le nazioni). Al momento la banca dati contiene principalmente figure decorate con medaglia d’oro al valore civile e militare, ma il progetto prevede l’individuazione e la schedatura di tutti i profili indicati.
L’esperienza dei partigiani provenienti dalle fila della A.C. è esemplare per il contributo dei cattolici alla Resistenza, non quantificabile solo nel novero dei combattenti aderenti a formazioni che si richiamavano alla Democrazia Cristiana, perché resistenti cattolici erano presenti in tutte le altre formazioni, testimoniando un codice di comportamento ed una disciplina interiore derivante dalla loro formazione.
Video dell’incontro:
Il secondo incontro, “Le suore e il loro contributo alla Resistenza” si è svolto il 24 aprile all’Arco di Travertino – Piazza coperta (VII Municipio).
Coordinato dalla Vicepresidente nazionale, Silvia Costa, è stato preceduto dalla visione di due servizi di TG RAI: da Rai News 24, in onda il 24 gennaio 2014, la testimonianza di suor Emerenziana, allora 92 anni, che con le consorelle dell’Istituto di San Giuseppe a via del Casaletto, salvò alcune famiglie ebree nei giorni della razzia del Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943. Nel 1997 il suo nome è stato aggiunto all’elenco dei Giusti tra le Nazioni. Di seguito dal TG R Lazio del 10 settembre 2023, la testimonianza della scrittrice Lia Levi che da bambina si è salvata perché è stata nascosta proprio nel convento di Suore al Casaletto nell’Istituto di San Giuseppe. Segue l’intervista a Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento cultura della Comunità ebraica di Roma, relativa al ritrovamento negli archivi del Pontificio Istituto Biblico di Roma dell’elenco delle 4300 persone, di cui 3.200 con certezza ebrei, che furono ospitate negli istituti religiosi cattolici della città, una documentazione inedita che elenca le persone, in maggioranza ebree, protette dalle persecuzioni nazifasciste della Capitale grazie al rifugio loro offerto presso istituzioni ecclesiali della città.
Per completare le parole di Claudio Procaccia, occorre ricordare che l’elenco delle congregazioni religiose ospitanti (100 congregazioni femminili e 55 maschili), insieme ai rispettivi numeri delle persone da loro ospitate, era già stato pubblicato dallo storico Renzo De Felice nel 1961, tuttavia la documentazione integrale era stata considerata perduta. Gli elenchi ora ritrovati si riferiscono a oltre 4.300 persone, delle quali 3.600 sono identificate per nome. Dal confronto con i documenti conservati nell’archivio della Comunità Ebraica di Roma, circa 3.200 risultano con certezza ebrei.
Il documento è stato presentato durante il workshop “Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma (1943-1944)” che si è tenuto presso il Museo della Shoah di Roma. La documentazione rinvenuta è stata compilata dal gesuita italiano padre Gozzolino Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945, subito dopo la liberazione di Roma. Birolo è stato economo del Pontificio Istituto Biblico dal 1930 fino alla sua morte per cancro nel giugno 1945. Rettore dell’Istituto in questo periodo è stato il gesuita padre Augustin Bea, che fu creato cardinale nel 1959 e divenne noto per il suo impegno per il dialogo ebraico-cattolico, soprattutto per il documento del Vaticano II Nostra Aetate.
Gli storici coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Grazia Loparco della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Paul Oberholzer dell’Università Gregoriana e Iael Nidam-Orvieto, direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di Innsbruck) insieme al rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcik.
Per introdurre gli interventi degli ospiti, si fa riferimento a quanto scritto dal prof. Giorgio Vecchio nella raccolta di saggi da lui curata, “Le suore nella Resistenza”. Scrive Giorgio Vecchio: «Nei libri di storia contemporanea, della Seconda guerra mondiale e della Resistenza le suore non esistono. Occorre recuperare «questa storia di donne religiose». Diversi i motivi della «clamorosa dimenticanza»: la convinzione che la Resistenza fosse solo un fatto militare dimenticando i «buoni samaritani», preti e suore; quella che Vecchio chiama «discriminazione storiografica verso le donne autrici di una scelta incomprensibile come quella religiosa»; la ritrosia delle suore «ammantate di modestia virtuosa».
Come ha scritto Suor Loparco “Con la fine dell’emergenza si registrarono molti casi di riconoscenza, ma anche indifferenza e rimozione. Il primo riconoscimento ufficiale fu la medaglia al valore civile attribuito subito dopo la guerra a suor Maria Goglia, Compassionista Serva di Maria, probabilmente prima donna italiana a ricevere tale onorificenza. Alcune religiose furono ringraziate ufficialmente dagli ebrei nel decennale della fine della guerra, nel 1955; altre sono state cercate nell’ultimo decennio, in cui si è svegliato l’interesse per i Giusti delle nazioni anche in Italia. Vari ebrei, all’epoca bambini o ragazzi, sono voluti tornare sui luoghi dopo cinquant’anni, ma ovviamente molti non hanno ritrovato le persone conosciute. Alcuni sono riusciti a rintracciare le suore ancora in vita, non potendo dimenticare un’accoglienza senza condizioni, un gesto gratuito e affettuoso, un pezzo di pane nascosto sotto il cuscino, parole di conforto e momenti di pericolo vissuti insieme, con reazioni pronte e coraggiose”.
Come ha scritto Suor Bassani “Con una dedizione e un coraggio che loro ritenevano normali, le suore si misero dalla parte dell’uomo da soccorrere e da curare, senza fare alcuna distinzione, indipendentemente dal suo schieramento militare o politico. Ma se hanno aiutato i tedeschi e i fascisti quando erano ammalati o feriti, perché in essi vedevano «l’uomo da salvare», tuttavia, quando si è trattato di scegliere da che parte stare, di agire direttamente, correndo il rischio della vita, queste suore, sparse in tante parti d’Italia, senza comunicare tra di loro, come guidate da un sesto senso, scelsero di aiutare gli ebrei, i prigionieri, i soldati fuggiaschi, i partigiani. La loro, dunque, fu istintivamente una scelta di libertà”.
Silvia Costa, vicepresidente nazionale dell’ANPC ha introdotto il tema e moderato l’incontro.
Il primo intervento Resistere a porte aperte” è stato di Suor Grazia Loparco, docente ordinaria di Storia della Chiesa, presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Roma, consultore della Congregazione delle cause dei santi, autrice di vari saggi storici tra cui “Gli ebrei e molti altri nascosti negli istituti religiosi a Roma”, il saggio “Gli ebrei negli istituti religiosi a Roma (1943-1944) Dall’arrivo alla partenza “pubblicato su Rivista sulla Storia della Chiesa in Italia, e “Le Suore e la Resistenza a Milano”.
Il secondo intervento “Le suore della libertà” di Suor Albarosa Ines Bassani, dell’Istituto Suore Maestre Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza. Suor Bassani è tra le prime due donne nominate dal Papa come Consultore Storico per le Cause dei Santi; è membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, la più antica Accademia d’Italia, fondata nel 1555. È autrice di numerosi studi di storia contemporanea religiosa, sociale ed economica veneta tra i quali “Le suore della libertà – Tra guerra e Resistenza (1940-1945)”, “L’altra Caporetto. Suore, orfanelle e pazze di Valdobbiadene profughe nei territori occupati (1917-1918)”, “Le Suore Dorotee durante la Seconda Guerra Mondiale”. Il suo intervento è stato dedicato a molte piccole storie di eroismo delle Suore nel Veneto spesso ignorate dalla grande Storia.
Il terzo intervento “La Santa Sede e la Resistenza a Roma” è stato del Prof. Andrea Ciampani, Professore ordinario di Storia contemporanea presso la Libera Università Maria Ss. Assunta –LUMSA, autori di numerosi saggi, monografie, articoli e recensioni sulla rappresentanza del lavoro nell’economia globale, sulla storia del Risorgimento, sulla presenza dei cattolici nell’Italia repubblicana e sui diversi profili della rappresentanza politica e sociale; è membro del comitato scientifico “Archivium Historiae Pontificiae”, di “Ricerche di Storia Politica”; coordina il Gruppo di Ricerca “Un laboratorio politico: Roma, la Santa Sede e l’Italia (1943-1944); è il coordinatore del progetto di studio “La Liberazione di Roma 4 giugno 1944: Chiesa, mondo cattolico, Forze Armate italiane nelle dinamiche della Resistenza.” promosso da A.N.P.C. – Università LUMSA – Roma; in collaborazione con Pontificio Comitato di Scienze Storiche; Ufficio Storico Esercito italiano; Istituto Storico Germanico – Roma; ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico Paolo VI.