Un percorso di lettura attraverso dei nuovi volumi dedicati a Balducci, Mazzolari, Turoldo, Dossetti e Milani
CULTURA – Pace e giustizia, la sfida dei preti di fontiera
In uno scenario in cui «la minaccia di morte» ci sta venendo incontro «come una selva di missili o come catastrofe dell’equilibrio ecologico», la nascita di un nuovo «uomo planetario» è l’unica possibilità per evitare la fine del mondo. La «profezia» di Ernesto Balducci è datata 1985, quando esce L’Uomo planetario, summa del pensiero dello scolopio toscano che ora meritoriamente, dopo 40 anni, l’editore Gabrielli ripubblica (L’uomo planetario. Etica laica e fedi religiose sul crinale apocalittico, a cura di Pietro Domenico Giovannoni, pp. 254, euro 18).
Balducci, e con lui Mazzolari, Turoldo, Dossetti e Milani appartengono a quel gruppo di «preti di frontiera», per anni osteggiati dalle gerarchie ecclesiastiche, che non hanno mai smesso di parlare ai credenti più aperti e ai laici disposti a confrontarsi con chi proviene da un mondo altro e, partendo dal Vangelo, affronta grandi temi come pace e giustizia.
OLTRE AL TESTO DI BALDUCCI, sono diverse le novità editoriali arrivate in libreria. Giorgio Vecchio, docente di Storia contemporanea all’università di Parma, pubblica il primo volume di quella che è la più completa biografia di Mazzolari (Don Primo Mazzolari. Una biografia. 1890-1932, Morcelliana, pp. 276, euro 25).
Lo studio di Vecchio supera le definizioni totalizzanti e contraddittorie che, a seconda dei tempi, sono state affibbiate al parroco di Bozzolo: «obbedientissimo», «ribelle», «tradizionalista», «innovatore». E delinea un profilo a 360 gradi di Mazzolari. «Sembra esserci sempre qualcosa di troppo in tutte queste definizioni – scrive l’autore – che finiscono per pietrificare una vita (che pure fu ricca di contraddizioni, come tutte le vite degli esseri umani), inchiodandola a una sola nota, positiva o negativa che sia».
SEMPRE DI MAZZOLARI, Edb pubblica La Resistenza dei cristiani (ancora a cura di Vecchio, pp. 124, euro 15) e recupera alcuni testi rari e preziosi sul carcere, tema centrale nell’azione pastorale del prete cremonese, richiuso per brevi periodi nelle galere fasciste (Oltre le sbarre, il fratello. Il carcere e la giustizia, a cura di Bruno Bignami e Umberto Zanaboni, pp. 136, euro 14). «Noi gente benpensante e ben vestita facciamo presto a trovare naturale che chi ha sbagliato paghi, quando al mattino, tra due sorsi di caffè, leggiamo sbadatamente la cronaca giudiziaria», scrive Mazzolari, con una prosa da cui emerge il volto dell’essere umano, del «fratello», sfigurato dalla gabbia del detenuto.
David Maria Turoldo. Vita di un poeta ribelle (Ts edizioni, pp. 368, euro 29) è il titolo del libro di Mario Lancisi, giornalista e scrittore che ha attraversato le vicende del cattolicesimo fiorentino conciliare e postconciliare. Non è una biografia «scientifica» (per questa c’è Mariangela Maraviglia, David Maria Turoldo. La vita, la testimonianza 1916-1992, Morcelliana) ma la storia di Turoldo e dei «folli di Dio» – a cui Lancisi anni fa dedicò un altro volume – che «incendiarono la Chiesa dell’onnipotenza di papa Pacelli e la società italiana del dopoguerra».
C’è un anno chiave, il 1954 (quando Turoldo fu esiliato a Firenze e Milani a Barbiana, mentre Montini, futuro Paolo VI, veniva allontanato dalla Segreteria di Stato vaticana e trasferito a Milano), e un blocco, quello del «partito romano», che sognava un cattolicesimo conservatore e un’alleanza tra Dc e destra fascista. Attorno a questo nodo si dipana la storia di Turoldo, attraverso i punti nodali della sua vita: la Resistenza, il Concilio, l’obiezione di coscienza alle armi e alla guerra, la poesia.
È UNA BIOGRAFIA POLITICA di Giuseppe Dossetti quella di Rocco Gumina, che analizza la fase dell’impegno di Dossetti nella Resistenza, alla Costituente e nella Dc – dove era il leader della sinistra sociale – nel 1958 abbandonata per la vita monastica.






