27 gennaio – Giorno della Memoria 2025
”Chi per la patria muor vissuto e’ assai” e’ stato cantato ma noi, più sicuri per l’autorevolezza dell’Autore che ce l’ha detto, sappiamo che “non c’è amore più grande che donare la vita per gli amici”. Il martirio è l’atto supremo del dono della vita. Il 27 gennaio, è la data in cui nel 1945 si è aperto il campo di Auschwitz e la legge 20 luglio 2000, n. 211 ha decretato che nella stessa data si celebri il Giorno della Memoria.
La Legge si propone di ricordare “coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Molte di queste persone sono state riconosciute come Giusti tra le Nazioni dal Governo di Israele ed a loro memoria è dedicato un albero nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme, nel quale sono ricordati circa 20.000 Giusti, 300 dei quali sono italiani.Sconcerta che esista una ideologia del negazionismo a fronte di testimonianze storiche accertate e di quelle ancora vive nella carne degli scampati. Liliana Segre porta indelebile sul braccio sinistro i numeri di matricola che sono stati stampigliati all’ingresso del campo di concentramento. Purtroppo altri sopravissuti ci hanno lasciato anche recentemente, come Shlomo Venezia cui, insieme ad altri, sento di esprimere gratitudine per il dono della loro presenza in incontri con studenti e con il fare da guida a molti viaggi di scolaresche in diversi campi dì concentramento, anche grazie alla visione formativa dei dirigenti scolastici che li hanno incoraggiati. C’è anche un’altra ‘ideologia’ da sfatare e cioè che la Shoah sia stato un genocidio come altri. La volontà di distruggere l’intera nazione ebraica significava ben di più dei massacri che al giorno d’oggi siamo costretti a vedere in medio oriente, anch’essi delitti contro l’umanità. E’ doveroso conoscere la storia per attribuire alle diverse fasi in cui si è espressa la crudeltà delle violenze belliche non per classificare gli eventi, ma per ricordarli nelle loro cause e finalità. Ricorderemo a suo tempo l’ orrore delle Foibe e la Liberazione ottenuta col sacrificio della Resistenza. Serve per evitare che non si ricompongano, silenti, le cause che sono state all’origine delle passate tragedie. Il Giorno della Memoria ci ricorda l’esito di un odio razziale che si è concretizzato in leggi e che purtroppo oggi si ripresenta come un cupo incubo non sconfitto, con un accentuarsi inaccettabile dell’antisemitismo. Gli ebrei non sono un Governo. Perciò ci viene chiesta la responsabilità di non tradire le vittime e di continuare a costruire sistemi di confronto pacifico fra i diversi, difendendo il prezioso loro dono, la democrazia. La memoria è un tesoro dell‘anima, un atto di carità e di gratitudine per tutti coloro che ci hanno lasciato una lezione che non possiamo, che non dobbiamo dimenticare.
Mariapia Garavaglia
Presidente Associazione Nazionale Partigiani Cristiani


