17 gennaio 2025: 80° anniversario della morte di Teresio Olivelli
Bellagio, Como, 7 gennaio 1916 – Hersbruck, Germania, 17 gennaio 1945.
Teresio Olivelli, nato a Bellagio in provincia di Como, si trasferì a dieci anni a Mortara e proseguì gli studi a Vigevano e nell’università di Pavia. Nel 1941 si arruolò tra gli Alpini e prese parte alla campagna di Russia, dedicandosi eroicamente all’assistenza spirituale ai moribondi. Tornato in Italia, prese definitivamente le distanze dal regime fascista, che aveva vanamente cercato di riformare dall’interno. Tra prigionie, fughe ed evasioni, cercò di avviare un progetto di ricostruzione del Paese dopo la guerra, come testimonia la nascita del giornale «Il Ribelle» nel 1944. Fu definitivamente imprigionato e inviato a Gries, poi a Flossenburg in Baviera e infine a Hersbruck dove assistette, tra gli altri, Odoardo Focherini (Beato dal 2013). Ormai consumato dagli stenti, morì il 17 gennaio 1945, in seguito alle percosse ricevute al posto di un giovane prigioniero ucraino, che aveva riparato col suo corpo. La sua causa di beatificazione si è svolta nella fase diocesana presso la Curia vescovile di Vigevano su un duplice binario, ovvero sia per l’indagine sulle virtù eroiche, sia per quella sul martirio. Inizialmente, il 14 dicembre 2015, è stato autorizzato il decreto con cui veniva dichiarato Venerabile. A seguito della presentazione di ulteriori prove per accertare la sua morte in odio alla fede, il 16 giugno 2017 papa Francesco ha dato il proprio assenso alla promulgazione del decreto con cui Teresio Olivelli poteva essere dichiarato martire. La beatificazione è stata celebrata il 3 febbraio 2018, presso il Palasport di Vigevano.
Preghiamo il Beato Teresio Olivelli, recitando la preghiera da lui scritta, affinche’ interceda con il Signore nostro Gesù Cristo per aiutare noi e le nostre famiglie a camminare sempre nella giusta direzione.
*Signore facci liberi* (Preghiera del ribelle)
SIGNORE che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dei dominanti, la sordità inerte della massa, a noi oppressi da un giogo oneroso e crudele che in noi e prima di noi, ha calpestato Te fonte di libere vite, dà la forza della ribellione.
DIO, che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi: alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura. Noi Ti preghiamo Signore. TU che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell’indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell’amarezza. Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti.
NELLA tortura serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare.
SE cadremo fa che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.
TU che dicesti: “Io sono la risurrezione e la vita” rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa. Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie.
SUI monti ventosi e nelle catacombe delle città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare. DIO della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore. Amen


Questa mattina il Comune di Pavia lo ha commemorato con la deposizione di una corona di alloro alla lapide in sua memoria nel centro città: Subito dopo, la cattedrale di Pavia ha ospitato la messa celebrata dal parroco don Gian Pietro Maggi, che in apertura ha letto il messaggio del vescovo Corrado Sanguineti che descrive Olivelli come un uomo dalla “vita breve e intensa, segnata da un ardente amore a Cristo e agli uomini”, capace di testimoniare “con il sacrificio estremo la sua fede e il suo impegno per il prossimo, fino a donare la vita per salvare un compagno di prigionia”. Il Vescovo Sanguineti, nel suo messaggio, ha anche espresso l’auspicio che la sua figura sia sempre più conosciuta, soprattutto tra le giovani generazioni, come esempio della “bellezza di una vita spesa per alti ideali” e della forza dell’umanità illuminata dalla fede.
Anpc Parma era presente oggi alla cerimonia a Pavia.

