Dicembre 1944. Dal Diario di Armanino Armando, Partigiano Cristiano Divisione Vecchia 100 Croci e Divisione Val Taro
Dal Diario di Armanino Armando, Partigiano Cristiano Divisione Vecchia 100 Croci e Divisione Val Taro, squadra Sabotatori.
Dicembre 1944
Mentre si avvicinava il Santo Natale, eravamo appostati, in postazioni strategiche, giorno e notte a difesa delle nostre vallate e continuavamo le azioni di sabotaggio ad obiettivi sensibili, per contrastare l’avanzata del nemico. La pioggia, la neve e l’intenso freddo in quelle vallate, era un’altro nemico da fronteggiare, e questo c’era tutti i santi giorni!! Fortunatamente, l’organizzazione degli Alleati era immensa. Radio Londra ci comunicava l’arrivo dei “lanci”. Avevamo la radio in casa e una in località Chiappone, al bivio per la località di Caranza, sulla attuale SS 523, e tutti passavano di qui, tenuta quindi ben nascosta da eventuali controlli di chi aveva invece scelto di aderire alla Repubblica Sociale di Salò, e stare dalla parte del nemico.
Tutto era pianificato!
L’ufficiale di collegamento, il Maggiore inglese Gordon Let, di istanza a Zeri, ci comunicava via radio, con Rice Trasmittente e attraverso staffette, preventivamente le consegne. Non era facile prendere il segnale radio, dipendeva anche molto dalle condizioni del tempo, ma a una certa ora, ci ritrovavamo attorno al tavolo con su la radio, e attendavamo sulle frequenze prestabilite per quella sera, che iniziasse a parlare.
“La Neve Cade Sui Monti”! Ci guardavamo tra di noi in silenzio; la stufa ci teneva compagnia mentre controllavamo sulla cartina la località di lancio del giorno dopo e si ci organizzava e decideva chi dovesse andare a prendere i lanci, quale percorso fare per non destare curiosità tra chi avrebbe potuto fare la spia. Una volta toccato terra, era una gara aprire i bidoni, caricare tutto il materiale sui muli e sulle spalle e fare sperire le tracce, perché l’aereo che passava, lo sentivano tutti nella valle e in particolare modo i tedeschi e i fascisti, cercavano sempre di individuare le zone per catturarci. Il Comando lo spostavano spesso, non era mai nello stesso posto per troppo tempo, perché le spie erano dapertutto e facevano di tutto per entrare nella resistenza per conoscere e comunicare i nostri spostamenti. Scarponi, calze, viveri di conforto, sigarette, coperte, sapone, divise, armi, munizioni e soldi, chiusi dentro a bidoni di metallo, venivano paracadutati dal cielo come fiocchi di neve dai cargo alleati, e non sempre nello stesso luogo, ma non prima che passasse il ricognitore a controllare i luoghi di atterraggio. Era come “la manna dal cielo”, senza questi aiuti, nulla avremmo potuto fare per contrastare l’invasore. I paracaduti erano di seta e chi tra di noi faceva il sarto, “ricordo in particolare mia sorella Palmira e il Partigiano Tiro Nino di Rocca San Giovanni (CH), che con le coperte e i paracaduti, confezionavano nuovi vestiti, prevalentemente giubbotti, cappotti per i Partigiani.
Una mia riflessione: “Pensate solo oggi quando vi portate zone innevate, e camminando nelle neve fresca per solo un paio d’ore, magari alta 50 centimetri con normali indumenti invernali, (i ns Partigiani “carichi, anche con zaino fardellato, mitragliatore, munizioni, muli con casse di esplosivo per le azioni di sabotaggio, mortaio e altro, e stando attenti che ad ogni passo nella neve il nemico poteva essere là sul costello o dietro alla curva ad aspettarti e spararti” ) quanto poco ci vuole a prendere freddo o avere i piedi bagnati e star male il giorno dopo…. E i Partigiani non avevano la macchina a bordo strada con la possibilità di salire e accendere il riscaldamento, e non avevano nemmeno il pensiero “di camminare solo un paio d’ore un po’ nella neve per poi andare magari a cena al ristorante”. Come diceva mio zio Partigiano Armanino Lorenzo, squadra sabotatori, “nessuno può sapere quanto ha sofferto il Partigiano!”
Umberto Armanino
Presidente Associazione Partigiani Cristiani Divisione 100 Croci e Divisione Val Taro
Presidente Associazione Nazionale Partigiani Cristiani Tigullio


