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Don  Eligio, ucciso dai nazisti per proteggere i suoi parrocchiani

Sul Corriere della Sera, edizione fiorentina, c’è un articolo di Francesco Sanfilippo sul martirio di un eroico sacerdote trucidato dai nazisti, che pubblichiamo volentieri, intitolato: “Don  Eligio, ucciso dai tedeschi per proteggere i suoi parrocchiani: a settembre il pellegrinaggio per commemorarlo”.

“Il 5 settembre 1944 fu torturato e poi trucidato dai nazisti. Il ricordo a 80 anni dall’esecuzione con un corteo dalla sua chiesa al luogo dove fu ammazzato.

«Prete baciato crocifisso e poi morto. Pum pum, kaputt!». Tra Sesto Fiorentino e Calenzano tutti sanno come morì don Eligio. Furono proprio i tedeschi a riferirlo ai parrocchiani. Prima di finire il suo calvario sul monte Morello, don Eligio Bortolotti, parroco della chiesa di San Jacopo a Querceto ebbe il tempo e il coraggio di perdonare i suoi assassini. Pochi attimi e la sua vita, cominciata 32 anni prima a Molina in Val di Fiemme, tra le montagne di Trento, finì sotto otto colpi di mitra sparati dai soldati della Wehrmacht in fase di ritiro sulla linea gotica. L’accusa, generica, fu di «attività anti tedesche»: ma don Eligio pagò la colpa di aver aiutato e confortato i suoi parrocchiani durante l’occupazione nazista, di difendere la sua gente davanti ai militari del Reich, lui che conosceva la lingua tedesca dalla nascita; o forse, come si disse subito dopo la sua esecuzione, pagò per un presunto sgarbo a un fascista del luogo. Non ci sono verità ufficiali: ma che quel 5 settembre 1944 fu torturato e poi trucidato dai tedeschi è un fatto certo e documentato. Per commemorare la morte del sacerdote a ottant’anni dalla sua esecuzione, amministratori e abitanti dei comuni di Sesto Fiorentino e Calenzano hanno organizzato, per la mattina del 7 settembre prossimo, un pellegrinaggio da San Jacopo, che fu la chiesa di don Eligio in territorio di Sesto, fino a Baroncoli di Calenzano, dove, sotto le mura di villa Daddi, il prete fu ammazzato. Il corteo si snoderà lungo il sentiero che il Club alpino italiano ha inaugurato l’anno scorso. L’8 settembre vi sarà una messa in San Jacopo mentre alle 21 di lunedì 9, sul sagrato della chiesa di Querceto, la compagnia teatrale «I Sempreverdi», composta da oltre venti attori dilettanti di Sesto e Calenzano, metterà in scena uno spettacolo dedicato al sacerdote assassinato a Baroncoli.

La storia sacerdotale di padre Eligio comincia e finisce nella chiesa di San Jacopo di Querceto. Il giovane prete era al servizio della comunità nella frazione di Sesto Fiorentino già dal 1938. Nell’inferno dell’occupazione tedesca si prodigava assistendo i fedeli del territorio, interveniva mediando tra gli abitanti e gli ufficiali del Terzo Reich cercando di impedire esecuzioni, sentenze sommarie e inutili nefandezze. Un giorno, nei primi di settembre del ’44, i nazisti bussarono al portone della canonica, cercando proprio di lui, che però si trovava nell’abitazione di un parrocchiano, per dare i suoi conforti religiosi. Nonostante fosse poi stato sconsigliato, don Eligio si presentò ugualmente al quartier generale tedesco di villa Zappalà. Qui, a seguito di accuse non chiare fu arrestato, torturato e portato a Baroncoli, località nel comune di Calenzano. Fu trucidato sotto le mura di villa Daddi, dove ebbe il tempo di perdonare i suoi carnefici: furono loro che, giorni dopo, riferirono gli ultimi attimi del sacerdote nato tra i monti trentini. «Abbiamo lavorato per mesi allo spettacolo teatrale che terremo lunedì 9 settembre sul sagrato di San Jacopo – racconta Mario Berti, componente del consiglio pastorale della chiesa di Querceto -. Gli attori, tutti dilettanti e diretti dalla regista Erminia Del Prete, hanno accettato con determinazione il compito di rappresentare la vita e la tragica morte del loro parroco».

Al corteo commemorativo e alla serata teatrale, oltre alle autorità di Sesto Fiorentino e Calenzano, sarà presente anche una delegazione di Molina di Fiemme, comune in provincia di Trento dove padre Eligio visse gran parte della sua vita, prima di essere destinato alla chiesa in provincia di Firenze”.

CORRIERE FIORENTINO DEL 29.08.2024

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