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Archivi per il mese di “luglio, 2024”

Milano ricorda la strage di Cibeno

Pubblichiamo l’articolo, scritto da Roberta Osculati, vice presidente del consiglio comunale di Milano, che  ha organizzato l’evento venerdì 12 luglio 2024 a Palazzo Marino: “Il convegno a Palazzo Marino per diffondere la memoria storica e riaffermare l’impegno di fedeltà ai valori della democrazia contro lo sfregio all’umanità”.

Le parole di Luisa Ghidini Comotti, referente Anpc Città Metropolitana di Milano e membro del Consiglio Nazionale: “È stata una mattinata intensa ed ho portato i saluti della nostra associazione, rimarcando l’apprezzamento per aver organizzato questo evento. Ho sottolineato come  occorre sempre ricordare le stragi e come, anche oggi, dobbiamo continuare ad essere fedeli ai valori democratici e contrastare le ideologie nazifasciste. La Resistenza è ogni giorno, contro i soprusi e contro chi contrasta la libertà”. 

Di seguito l’articolo: “Era la mattina del 12 luglio 1944, quando 67 martiri – 19 dei quali milanesi – vennero prelevati dal Campo di internamento per oppositori politici di Fossoli (provincia di Modena) e trasportati con un camion verso il Poligono di Tiro di Cibeno, dove vennero posti sull’orlo di una fossa comune, fatta scavare il giorno precedente da otto internati ebrei, e freddamente uccisi con un colpo alla nuca. La fossa fu poi coperta con calce e zolle d’erba dagli stessi ebrei che l’avevano scavata e «qualcuno respirava ancora», è stato  scritto. Dopo la cerimonia che si è tenuta il 7 luglio scorso nel luogo del martirio, con la consegna simbolica di 19 pietre di inciampo alla città di Milano, ho organizzato in sala Alessi a Palazzo Marino un convegno commemorativo nel giorno esatto dell’anniversario della strage, per ricordare tutte le vittime, con la partecipazione delle diverse associazioni partigiane e antifasciste e la presentazione della neonata Associazione dei Familiari dei Caduti nell’eccidio del Cibeno, con la sua Presidente Carla Bianchi Iacono, figlia del Caduto Carlo Bianchi.

Tra gli intervenuti, ho invitato:
– il prof. Giovanni Molari, magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, nipote di Rino Molari, una delle vittime del terribile eccidio;
– il prof. Mimmo Franzinelli, studioso del fascismo e dell’Italia repubblicana, socio della Fondazione “Rossi-Salvemini” di Firenze;
– l’avvocato Filippo Biolé, patrocinatore delle cause contro la Germania, pronipote di Bruno De Benedetti, medicointernato della sezione razziale del Campo di Fossoli;
– la prof.ssa Manuela Ghizzoni, Presidente della Fondazione Fossoli, ente memoriale che gestisce il Campo di Fossoli e promuove azioni di valorizzazione della memoria, già parlamentare, ancor prima consigliera comunale a Carpi, assessore alle politiche culturali e al progetto memoria del Comune di Carpi;
– Marco Steiner, CdA Fondazione Fossoli e Vice Presidente ANED Milano.

L’evento è stato arricchito dalla lettura di pagine tratte da autori testimoni diretti dei fatti accaduti, grazie alla partecipazione degli attori: Chiara Cimmino pronipote di Giovanni Barbera e Valerio Vittorio Garaffa, che hanno letto testi tratti da Triangolo rosso di Paolo Liggeri, presente ai saluti dei compagni che sarebbero partiti la mattina del 12 luglio per il Poligono, e da I sopravvissuti di Orazio Barbieri, che contiene pagine del racconto di Mario Fasoli, uno dei due morituri sopravvissuti alla strage. 

È stato anche proiettato il commovente filmato dei funerali solenni celebrati il 24 maggio 1945 nel Duomo di Milano dal cardinal Schuster, prima cerimonia pubblica, dopo la Liberazione, alla presenza delle maggiori autorità dello Stato italiano e delle forze alleate (Combat Film, Istituto Luce).

La Strage di Cibeno è un evento di rilevante importanza storica, simbolo della lotta contro il nazifascismo e della resistenza per una società libera e giusta. Questo convegno, che rientra nel palinsesto di Milano è Memoria, rappresenta un momento di riflessione e commemorazione, volto a mantenere viva la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà. 

Il 1944 fu l’anno delle stragi nazi-fasciste più efferate compiute in Italia. Dopo l’Armistizio del settembre del 1943 si susseguirono rastrellamenti e rappresaglie da sud a nord compiute nelle città ma soprattutto in piccoli paesi, località rurali e nascoste tra i monti dove furono barbaramente uccisi civili, prigionieri, ebrei, partigiani e partigiane. Piazzale Loreto a Milano, le Fosse Ardeatine a Roma ma poi Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Padule di Fucecchio, Gaggio Montano, Bassano del Grappa e tante altre. Tra queste anche Carpi – Fossoli, un luogo noto perché sede del campo di sterminio di transito verso i lager in Germania e Polonia. Lì, il 12 luglio del 1944, nel Poligono di Tiro di Cibeno, vicino a Fossoli, furono uccisi 67 deportati, la maggior parte di origine milanese. 

Affinché questo convegno non sia volto solo al passato, ma getti le basi per un concreto impegno a diffondere tra la cittadinanza la memoria storica e la consapevolezza di continuare ad essere fedeli ai valori della democrazia contro lo sfregio all’umanità, diffuso da ideologie nazifasciste, ho annunciato due impegni che voglio portare avanti all’interno del Comune di Milano:
– promuovere azioni di impulso e di coordinamento con le Università presenti sul territorio della città di Milano per la diffusione e l’implementazione di azioni dirette – quali attività di ricerca e l’emissione di borse di studio – indirizzate a recuperare la memoria perduta e approfondire la ricerca della strage del Cibeno, al fine di far emergere quella verità storica taciuta per tanti anni, anche avvalendosi della partecipazione a bandi europei, quali il programma CERV che sostiene progetti volti a commemorare eventi fondamentali della storia europea moderna;
– intitolare alla memoria dei 67 Caduti nella strage del Cibeno uno spazio pubblico nella città di Milano, quale luogo concreto dove fare memoria di questo triste passaggio di storia.

(Pubblicato su: https://robertaosculati.it/2024/07/12/milano-ricorda-la-strage-di-cibeno/)

13 luglio 1944-2024 a Borgo Val di Taro

Anniversario martirio Beato don Giuseppe Beotti

A distanza di 80 anni dal giorno cui don Giuseppe Beotti  fu trucidato unitamente a don Francesco Delnevo, parroco di Porcigatone (Pr), e del giovane chierico Italo Subacchi di Bardi, la Diocesi Piacenza -Bobbio, a cui appartiene la parrocchia di Sidolo in Comune di Bardi, provincia di Parma, lo ricorda con  una celebrazione eucaristica, per la prima volta da quando è stato proclamato Beato nella sua chiesa di Sidolo,  presieduta dal Vescovo mons. Adriano Cevolotto che si terrà, come da locandina, SABATO 20 LUGLIO 2024 ALLE ORE 10.30. Al termine ci si recherà al luogo della fucilazione, un cippo eretto a ricordo nelle vicinanze della chiesa, in cui con una preghiera verranno ricordati sia i sacerdoti che i civili: Benci Bruno, Bozzia Francesco, Brugnoli Giovanni, Brugnoli Girolamo, Ruggeri Giuseppe (di Borgotaro) anch’essi vittime della furia nazista lo stesso giorno.

Milano è Memoria. La città ricorda i martiri della Strage di Cibeno

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione Familiari dei Caduti dell’eccidio del Cibeno, ANED, ANPI, ANPC, FIVL, FIAP e ANPPIA.

Milano, 6 luglio 2024 – Il 1944 fu l’anno delle stragi nazi-fasciste più efferate compiute in Italia. Dopo l’Armistizio del settembre del 1943 si susseguirono rastrellamenti e rappresaglie da sud a nord compiute nelle città ma soprattutto in piccoli paesi, località rurali e nascoste tra i monti dove furono barbaramente uccisi civili, prigionieri, ebrei, partigiani e partigiane. Piazzale Loreto a Milano, le Fosse Ardeatine a Roma ma poi Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Padule di Fucecchio, Gaggio Montano, Bassano del Grappa e tante altre. Tra queste anche Carpi – Fossoli, un luogo noto perché sede del campo di sterminio di transito verso i lager in Germania e Polonia. Lì, il 12 luglio del 1944, nel Poligono di Tiro di Cibeno, vicino a Fossoli, furono uccisi 67 deportati, la maggior parte di origine milanese. 

Questa domenica, una cerimonia proprio nel luogo del martirio ricorderà tutte le vittime con la consegna simbolica di 67 pietre di inciampo. Alla commemorazione parteciperà anche la Città di Milano con il suo Gonfalone accompagnato dalla consigliera comunale Diana De Marchi, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale.
 
Venerdì 12 luglio, alle ore 10, in sala Alessi a Palazzo Marino sarà invece la volta del ricordo di Milano con un convegno commemorativo a cui parteciperanno i rappresentanti delle istituzioni cittadine e delle associazioni partigiane e antifasciste. Con loro interverrà il magnifico rettore dell’Alma Mater Studiorum di Bologna Giovanni Molari, familiare di una delle vittime del terribile eccidio.
L’ingresso al convengo è libero e aperto alla cittadinanza. 

La Strage di Cibeno è un evento di rilevante importanza storica, simbolo della lotta contro il nazifascismo e della resistenza per una società libera e giusta. Questo convegno, che rientra nel palinsesto di Milano è Memoria, rappresenta un momento di riflessione e commemorazione, volto a mantenere viva la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà.

Programma del Convegno:

        •       Saluti Istituzionali del Comune di Milano
        •       Presentazione dell’Associazione dei Familiari
Interventi:

        •       Giovanni Molari – Magnifico rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e familiare di un caduto
        •       Mimmo Franzinelli – Storico (in collegamento video)
        •       Filippo Biolé – Avvocato patrocinatore delle cause contro la Germania e pronipote di un internato
        •       Manuela Ghizzoni – Presidente della Fondazione Fossoli
        •       Marco Steiner – Membro del CDA della Fondazione Fossoli e Vicepresidente ANED Milano.

Moderazione:

        •       Roberta Osculati – Vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano

Durante l’incontro, gli attori Chiara Cimmino, pronipote di Giovanni Barbera, e Valerio Vittorio Garaffa rappresenteranno lettere e testimonianze dei fatti del Cibeno, mentre sullo schermo scorreranno le immagini dei 67 caduti. Inoltre, verrà proiettato un filmato dei funerali solenni celebrati il 24 maggio 1945 nel Duomo di Milano, la prima cerimonia pubblica, dopo la Liberazione, alla presenza delle maggiori autorità dello Stato italiano e delle forze alleate (Combat Film – Istituto Luce).

(pubblicato su: https://www.comune.milano.it/-/milano-e-memoria.-la-citta-ricorda-i-martiri-della-strage-di-cibeno?redirect=%2Fufficio-stampa%2Fnews%2Fdettaglio-news&_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_yKW6v7A46Hl3_viewSingleAsset=true)

Anpc Senigallia: congratulazioni al nuovo referente Carlo Tortarolo

A Senigallia sabato 29 giugno è avvenuto il passaggio di consegne tra Franco Porcelli e Carlo Tortarolo che si è avvicendato alla guida della ANPC locale. Dopo il saluto del sindaco Massimo Olivetti e del Presidente del Consiglio comunale Massimo Bello che ha ricordato la figura di La Pira sono seguiti alcuni interventi, dalla relazione iniziale di Franco Porcelli al ricordo di Mattei di Eraldo Raffaelli.

Si riporta il testo dell’intervento di Carlo Tortarolo, nuovo referente ANPC: “La nostra storia ci invita ad essere vigili contro ogni rischio che vada a intaccare la democrazia e le istituzioni democratiche. La nostra democrazia ha tanti difetti ma è ancora la forma di governo in cui la libertà si riesce a esprimere meglio. Per questo, un buon partigiano deve rendersi disponibile a lottare nei confronti di ogni fascismo, assolutismo o totalitarismo che dovesse presentarsi nel futuro.

Ma abbiamo dei doveri anche nei confronti del presente. C’è un tipo di fascismo più sottile, più pericoloso di quello storico che si muove di nascosto tra un diritto e l’altro creando confusione, disagio e smarrimento nella società. È un nuovo tipo di fascismo che non ha ideologia, non ha neppure come fine teorico quello di elevare l’uomo ma quello di sottometterlo e renderlo sempre più disumano. E il fascismo dell’algoritmo che per profitto abbiamo accolto e che ci vede come strumenti di produzione. E non come esseri umani venuti nel mondo per vivere un’esperienza e per seguire un percorso in cui, a fianco della verità, ogni giorno troviamo anche il dubbio. Per età anagrafica possiamo ringraziare di essere stati educati in una civiltà cristiana, anche se purtroppo questa civiltà cristiana non esiste più e se esiste non ha più la forza oppure il coraggio di farsi sentire. Per i cristiani lo smarrimento oggi è una parola molto attuale.

In questi ultimi quarant’anni tutti condividiamo la responsabilità di non aver saputo a sufficienza preservare e testimoniare la nostra democrazia e la nostra fede. Ci siamo fatti travolgere da un mondo che aveva priorità diverse dallo sviluppo e dalla crescita spirituale dell’uomo. Abbiamo smesso di vivere e siamo stati travolti da una società sempre più interessata al profitto e alla distrazione dell’uomo attraverso meccanismi che nulla hanno a che fare con lo sviluppo di una civiltà in senso positivo.

In questa sala ci sono professionisti, penso ad esempio agli avvocati che da quando hanno iniziato ad esercitare la professione hanno visto cambiare il codice di procedura civile per 7 o 8 volte in nemmeno una quindicina di anni. Con buona pace per il principio del tempus regit actum. In tutte le professioni: le innovazioni, i corsi di formazione improbabili; le liberalizzazioni selvagge hanno reso la vita impossibile a quelli che un tempo esercitavano un’attività liberale e che avevano anche del tempo per pensare, essere critici attenti ed attivi e poter offrire il proprio contributo alla crescita della società. Questo succede quando non si vuole il dissenso e quindi si tengono impegnate le migliori forze del paese al punto che non riesco ad alzare lo sguardo dalle punte dei piedi e quindi non riescano più a guardare l’orizzonte.

Che è l’unico modo per far sì che una civiltà possa crescere e prosperare. Oggi la crescita della società non è una priorità. Ci troviamo in una società sempre più distaccata, sempre più distante, sempre più disumana. Il nostro credere nei diritti umani si risolve semplicemente in un’abitudine per quanto riguarda sempre più esegui territori occidentali. Ma non c’è più stata una spinta morale ideologica per estendere veramente i diritti umani a tutti gli Stati del mondo. Ci si è limitati a scrivere un po’ di carta che è rimasta spesso lettera morta. Ci siamo limitati ad accogliere povera gente di tutto il mondo se non si trovava in queste condizioni di libertà che abbiamo noi.

E questo è un bene ma non lo è l’aumento delle differenze, le difficoltà di integrazione e la profonda crisi economica alla quale siamo abituati che è diventata qualcosa di strutturale di stabile come accade per quelle cose che vengono da qualcuno reputate necessarie. Tutte queste cose, questo volere a tutti i costi garantire tutto a tutti, senza discriminare e quindi capire, ci ha fatto perdere le priorità. Ad esempio, un settore tra i più colpiti è quello della sanità dove la difficoltà di abortire provoca più indignazione dell’impossibilità di un malato di tumore di poter fare una tac con il servizio pubblico in tempo utile per curarsi. Persi nei nostri lavori alienanti siamo arrivati al punto in cui non ci rendiamo più conto da dove veniamo. Siamo cresciuti in una società cristiana ci siamo distratti un attimo e questa società è cambiata terribilmente in peggio.

Essere partigiani cristiani oggi ci obbliga a combattere una nuova battaglia che non è più la battaglia di resistenza contro il fascismo. E la battaglia di resistenza contro il nulla è una lotta spirituale in cui la prima cosa che dobbiamo fare è preservare i valori che ci hanno trasmesso i nostri genitori e che noi dobbiamo trasmettere a nostra volta ai nostri figli e alle generazioni che oggi si avvicinano alla politica e alla vita sociale del paese.

È una lotta spirituale per resistere alla tentazione di dissolversi. Una lotta contro una società non condivisibile, che cataloga le persone dividendole calcando sulle differenze. Le campagne di odio e teorie della sessualità che servono ad impedire che si formi una coscienza e una coesione sociale e che fanno diventare persino il genere sessuale un oggetto di consumo. Tutti contro tutti. E sopra di noi miliardari o trilionari con fantasie socialiste che hanno soprattutto a cuore il benessere degli algoritmi. Noi non siamo questo. Il nostro essere cristiani deve spingerci ad essere di nuovo il sale della terra e nel farlo ricordiamoci che Gesù Cristo è venuto per tutti ma non per tutto. Ci sono cose che è meglio non farle e ci sono cose che non possono essere tollerate. Sforziamoci di trovare le cose che uniscono e testimoniamo il nostro essere cristiani con un impegno attivo nella società e nella politica che porti a riflettere e che ispiri il cambiamento di cui la nostra società ha bisogno per essere più giusta, più umana e più cristiana.

Essere partigiani cristiani deve essere anche questo. Grazie”.

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