La musica della speranza alla Casa della Memoria
Il 24 gennaio 2024 presso la casa della Memoria e della Storia in Roma si è svolto con grande partecipazione ed apprezzamento l’evento di apertura della Settimana della Memoria a cura di ANPC e FIAP e promosso da tutte le associazioni della Casa della Memoria. Sono intervenuti: Silvia Costa (vicepresidente nazionale ANPC), Bianca Cimiotta Lami (vicepresidente nazionale FIAP), Daniele Massimo Regard (assessore alla Memoria Comunità Ebraica di Roma), Lorenzo Ottolenghi (vicedirettore Rai Cultura/Rai Scuola), Alessandra Peralta (regista), Pietro De Gennaro (autore).
Pubblichiamo qui l’intervento della nostra Vicepresidente Nazionale, On. Silvia Costa: “Quest’anno ricorrono 79 anni da quel 27 gennaio del 1945, quando l’armata rossa entrò nel campo di Auschwitz, dove morirono quasi un milione e mezzo di persone, in grandissima maggioranza ebrei, sterminati dai nazisti nei campi di concentramento di tutta Europa .Un genocidio che coinvolse sei milioni di ebrei e che è stato non solo un abisso morale ma anche la radice di quel “mai più” che è alla base delle costituzioni democratiche e della stessa nascita della Unione Europea fondare sulla dignità e i diritti inviolabili della persona umana. Ma questa Giornata della Memoria si svolge in uno scenario che ci ha riproposto violenza e orrore con l’aggressione barbara e ingiustificabile del 7 ottobre al popolo di Israele da parte di Hamas, un secondo pogrom dopo 80 anni, in nome della negazione stessa del diritto dello stato di Israele di esistere. Siamo tutti sgomenti di fronte alle atrocità compiute su ostaggi uccisi e torturati, alle donne violentate, e con tanti ancora nelle mani del movimento terroristico. La nostra condanna come Anpc è stata ed è ferma e forte come la nostra solidarietà alla comunità ebraica italiana e romana contro inaccettabili atti di antisemitismo e razzismo che si stanno purtroppo verificando In Italia e in Europa. Ma di fronte a una escalation che vede crescere in Palestina il numero delle vittime civili e vulnerabili, tra cui migliaia di bambini, dobbiamo ricordare, proprio in nome della sofferenza patita da un popolo martire, che il diritto umanitario ci distingue dalla barbarie e chiede di essere rispettato da tutte le parti coinvolte in un conflitto armato. Ci chiede di risparmiare le vite della popolazione civile inerme, i presidi sanitari e i corridoi umanitari e che si ricerchino, con l’aiuto della comunità internazionale, come ha già proposto Israele, l’immediata restituzione degli ostaggi e il cessate il fuoco, ma – ci auguriamo – anche la costruzione di una prospettiva che vada verso la soluzione politica di due popoli e due stati. Per questo come Anpc insieme alla FIAP di Roma, a testimonianza della scelta e del sacrificio contro l’oppressore e per la libertà e la democrazia fatta dai nostri Partigiani – abbiamo scelto di dedicare questa giornata ad una memoria molto speciale che ci restituisse il senso della libertà e della dignità della persona umana, anche in condizioni di privazioni estreme, come unico antidoto alla oppressione e alla violenza. Per questo abbiamo scelto di raccontarvi – attraverso due bellissimi documentari realizzati da rai cultura e rai scuola – una storia struggente e magnifica, quella della musica composta clandestinamente da tanti musicisti internati, in maggioranza ebrei (se ne contano almeno 1600 nei 48 campi) nei campi di concentramento di tutta Europa come atto creativo e insieme di sfida ai carcerieri, come dono agli altri prigionieri e alle generazioni future, come sopravvivenza che andasse oltre la loro morte. Protagonista del primo documentario è il musicista pugliese Antonio Lotoro, che da 30 anni nella sua Barletta ha raccolto migliaia di spartiti, di registrazioni, biografie e realizzato esecuzioni, spesso inedite, di musiche prodotte tra il ‘33 e il ‘53, nei campi di concentramento nazisti e nei gulag staliniani, realizzando un archivio unico al mondo, vero patrimonio dell’umanità, la Cittadella della musica concentrazionaria e una ONLUS, last Musik. Domani a Parigi l’Unesco ospiterà il suo “Concert of light”, in cui anche con il violino ritrovato saranno eseguite composizioni scritte da artisti uccisi nei campi .musicisti tra cui il praghese Gideon Klein, Krieg, Kropinski, primo violino ad AUSCWITZ, PADERESKI, Ullman che compose il capolavoro Kaiser con Atlantis, morto a Birkenau come la musicista FANIA Fenelon, direttrice dell’orchestra femminile. La loro musica era anche una risposta all’uso perverso della musica che facevano nei campi i nazisti, con orchestre di prigionieri che suonavano marce alla partenza per il lavoro e al ritorno degli internati, o per coprire le grida e l’orrore ad Auschwitz dice Lotoro si faceva più musica dove si moriva di più e aggiunge “LA MUSICA HA IDEOLOGICAMENTE DISTRUTTO IL TERZO REICH”. La musica lega questa straordinaria esperienza alla testimonianza della grande scrittrice ebrea Edith Bruk, intervistata nel secondo documentario, che ci racconta le cinque “luci” (ohrot, in ebraico) che l’hanno illuminata nell’abisso di disumanità che ha attraversato nei diversi campi di concentramento dove è stata e che hanno ispirato Lotoro a trovare quelle composte proprio in quei campi e a metterle in scena, l’anno scorso a Barletta. Consentitemi come ANPC e come figlia di un papà che ha nascosto per un anno nella sua casa di Firenze un suo collega ebreo licenziato dall’EIAR e che ha avuto in famiglia atre testimonianze luminose, che tante sono state le luci rappresentate da tanti giusti, cattolici, laici e religiosi, specie suore, anche qui a Roma che hanno nascosto, ospitato e salvato sacrificandosi tante vite e intere famiglie. Solo le suore 4500 ebrei. Eseguire in un teatro una musica salvata dall’oblio è “come averla liberata finalmente dalla prigionia” ha detto ieri il maestro Lotoro, presentando il concerto che oggi farà al Petruzzelli di Bari. E LO PENSIAMO ANCHE NOI. Abbiamo deciso con la Fiap che manderemo una richiesta ufficiale al Ministro della Cultura e al presidente della regione Puglia Emiliano perché la “Cittadella della musica concentrazionaria “voluta e progettata dal Maestro Francesco Lotoro, che ospiterà questo archivio unico al mondo in questo ambito, sia sostenuto e finanziato adeguatamente e perché si faccia un passo ufficiale con l’Unesco – che oggi a Parigi ospita il suo “concert of lights”- per candidarlo a Patrimonio dell’Umanità”.





















