ANPC Nazionale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani

Archivi per il mese di “settembre, 2023”

22 ottobre 2023: cerimonia in ricordo dell’eccidio di Bosco Corniglio

A Bosco di Corniglio si svolgerà la cerimonia di commemorazione del 79° anniversario dell’eccidio nazifascista di Bosco Corniglio in cui venne sterminato il Comando Unico Operativo della Resistenza del Parmense. 

Presentazione del libro “La brigata Fiori Selvatici”

Il 30 settembre 2023 a Brescia, alle ore 18:00, la Libreria Paoline, con la collaborazione di Casa della Memoria e di altri Enti ed Associazioni presenta il romanzo “La brigata Fiori Selvatici” Storie di donne protagoniste della Resistenza, di Laura Cappellazzo.

Interverrà la nostra Presidente Nazionale Mariapia Garavaglia.

Proclamazione beatificazione don Giuseppe Beotti

Sabato 30 settembre alle ore 15.30 nella Cattedrale di Piacenza è in programma la beatificazione di don Giuseppe Beotti, sacerdote piacentino ucciso dai nazisti il 20 luglio 1944 a Sidolo nel Comune di Bardi nella montagna parmense appartenente alla Diocesi di Piacenza. La messa sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero vaticano delle cause dei Santi.
Nel maggio scorso papa Francesco ha riconosciuto il martirio di don Beotti che pochi giorni prima di morire aveva offerto la vita per la sua gente di Sidolo durante il grande rastrellamento da parte delle truppe tedesche.

Il giorno successivo, Domenica 1° ottobre sempre alle 15.30 avrà luogo a Gragnano, paese natale del sacerdote, la messa di ringraziamento presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto con l’accoglienza delle reliquie del nuovo beato.

Alle cerimonie saranno presenti  le delegazioni ANPC di Piacenza e di Parma, guidate dai presidenti: Mario Spezia e Ferdinando Sandroni.

Il settimanale diocesano Il Nuovo Giornale ha pubblicato, per l’occasione, un inserto in cui compare l’intervista alla presidente nazionale ANPC on. MariaPia Garavaglia, che alleghiamo unitamente al libretto che traccia la vita del sacerdote

Preghiera per don Giuseppe Beotti
O Padre Misericordioso
Ti ringraziamo di aver donato alla Tua Chiesa
il beato Giuseppe Beotti
sacerdote e martire
povero tra i poveri
pastore secondo il Tuo cuore.
A immagine del Tuo Figlio Gesù
testimoniò che non c’è un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici.
Come pane spezzato si offrì
perché finisse la guerra, gli odi cessassero,
i perseguitati trovassero rifugio e conforto.
Con la forza del Tuo Santo Spirito
rendici operatori di Pace.
Per Sua intercessione,
suscita sacerdoti fedeli, famiglie generose,
giovani disponibili a dare la vita per Te
e concedici la grazia …
che con fiducia affidiamo al Tuo cuore di Padre. Amen.

Le 4 giornate di Napoli

Al Vomero, il quartiere collinare di Napoli, il 28 settembre del 1943 iniziò uno dei primi episodi di rivolta e di insurrezione popolare contro l’occupazione tedesca della città. Napoli era una città stremata e distrutta dai bombardamenti delle forze alleate e dalle prepotenze dell’esercito tedesco ma trovò la forza di insorgere contro l’occupazione germanica.

Quattro giorni di lotta contro i tedeschi fecero di Napoli la prima, tra le grandi città europee, che prese le armi contro l’occupazione tedesca. Dopo appena quattro giornate di lotta e di guerriglia ricche di episodi di puro eroismo la città fu liberata dai suoi stessi abitanti e i tedeschi si ritirarono verso Nord e si attestarono a Cassino.

Gianfranco Noferi

Ci ha lasciati il Presidente Napolitano: il cordoglio dell’Anpc

Condividiamo il cordoglio generale e profondo per la scomparsa di Giorgio Napolitano.

ANPC richiama l’esempio che ci ha lasciato di come servire la comunità in politica e nelle più alte cariche. Ci ha ammonito: “La critica della politica e dei partiti è degenerata in antipolitica, cioè una patologia eversiva“. È un lascito che ereditiamo per continuare a diffondere i valori irrinunciabili della democrazia . Ad Deum Presidente e grazie.

Comunicato

“L’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani ha apprezzato l’apertura del ministro Valditara in merito alla valorizzazione di tutte le Associazioni che custodiscono la memoria dei valori della Resistenza e ne promuovono una conoscenza approfondita e plurale. In tal senso abbiamo inviato al Ministro una nostra formale richiesta  per  essere coinvolti in un programma di partenariato con l’istituzione scolastica nell’ambito della fondamentale conoscenza della recente storia patria che è a fondamento della nostra democrazia”.

21 SETTEMBRE 2023 – Giornata mondiale dell’Alzheimer

Oggi è la giornata mondiale dell’Alzheimer. Ricordiamo con riconoscenza i concittadini che hanno perso la memoria,  noi che vorremmo la memoria non venisse mai meno come debito di riconoscenza al passato. Un ricordo per familiari e operatori che si dedicano alla complessa assistenza alle persone malate di Alzheimer; “ la demenza non cancella la vita” (M.T.)

8 settembre 1943-2023: 80 anni dall’armistizio

DOPO 80 ANNI RESTA LA FORZA DELLA SCELTA

8 settembre 1943, a 80 anni dall’armistizio che impose agli italiani da che parte stare: generazioni a confronto.

Il titolo della serata è stato scelto perché a 80 anni dall’armistizio ci si interroga sui motivi che spinsero i giovani del ’43 a fare una scelta di vita che, per quanti sono sopravvissuti agli orrori di quegli anni, hanno continuato a seguire. Una scelta che ha determinato le radici della nostra storia repubblicana, una scelta che ancora oggi si riflette nel nostro mondo. Consapevoli che la loro eredità deve trovare casa nel cuore delle generazioni che sono il nostro Paese di oggi e del futuro che da loro oggi nasce.

Ecco il motivo per cui sono stati coinvolti i Giovani delle Acli, che si sono resi promotori delle riflessioni e delle domande rivolte agli ospiti: Mariapia Garavaglia (Presidente Nazionale ANPC) e a Emiliano Manfredonia (Presidente Nazionale ACLI) – Daniele Garbelli in rappresentanza della Gioventù delle Acli – Il moderatore della serata Paolo Petracca (Presidente IREF – ACLI Nazionale) che ha fatto da ponte tra le generazioni.

In una sala gremita di cittadini provenienti anche dalla provincia di Milano, abbiamo dato inizio alla serata, dopo i saluti di rito, presentando il docufilm “Teresio Olivelli – Il difensore dei deboli” (a cura ANPC Nazionale) e a seguire il filmato sul maestro partigiano locale Cesare Bettini (a cura ANPC Cassano d’Adda).

La figura del partigiano Cesare Bettini è stato proposto lo scorso anno scolastico alle scuole secondarie cassanesi (le terze medie hanno aderito al progetto) per portare ai ragazzi la figura del maestro Bettini, delle sue scelte, della sua determinazione nell’aderire alla lotta partigiana, impegnando fino in fondo la sua vita per uno scopo che riteneva sostanziale. Abbiamo voluto proporre il suo esempio ai ragazzi ritenendo fondamentali i valori che l’hanno guidato e successivamente ipotizzato di renderlo disponibile alla cittadinanza.

Il progetto ACLI nazionale “Generi e Generazioni” ci ha trovato subito in sintonia, anche per la condivisione di valori comuni e ancor più avendo scelto la figura del martire beato Teresio Olivelli, il cui ricordo portiamo avanti negli anni. E non dimentichiamo che fin dal 2012 è stato sancito un accordo tra ACLI e ANPC per un lavoro comune nella trasmissione dei valori che ci uniscono e che intendiamo tramandare alle nuove generazioni.

La serata è stata allietata dalla presenza della figlia del partigiano Cesare Bettini, che è venuta appositamente da Firenze dove risiede e che i cassanesi hanno rivisto con piacere; ha apprezzato il lavoro svolto nel mantenere sempre viva la figura del papà ed ha spronato i giovani a studiare la storia.

I ragazzi hanno chiesto cosa aveva spinto i giovani del ’43 a scegliere di non aderire alla RSI e la nostra Presidente ha sottolineato come certe scelte sono state determinate sia dal contesto familiare e civile, ma soprattutto dal senso di libertà, di giustizia e di amore verso il prossimo, che erano insiti nel loro modo di vivere. La scelta che fecero (basta ricordare i 600.000 militari che si rifiutarono di aderire alla RSI e furono deportati) era di contrasto all’oppressione che fino a quel momento avevano dovuto subire e di liberare l’Italia dal nazifascismo.

Anche il presidente delle Acli, in sintonia con Mariapia Garavaglia, ha sottolineato come anche il volontariato è una scelta che quotidianamente siamo chiamati a fare per il bene di tutti: basta vedere le varie associazioni sociali (come ad esempio le ACLI), sportive, culturali, che sono sul territorio per trovare tanti cittadini che impegnano gratuitamente il loro tempo per tutta la popolazione. Questo è un aspetto che collega i partigiani con i giovani che oggi scelgono di fare volontariato perché anche loro scelsero per il bene di tutti.

Ad una domanda di “paura della politica” rivolta da una giovane aclista, Mariapia Garavaglia ha risposto che è un’affermazione che fa pensare perché vuol dire che la Politica è mal vista soprattutto dai giovani, ed allora ha evidenziato come ogni scelta che viene fatta per tutti è importante e la politica serve proprio a questo. A far sì che le scelte che vengono fatte siano rivolte verso il bene di tutti e non verso il proprio tornaconto. Ha portato il suo esempio di impegno in Politica e come abbia cercato (e in tanti casi è riuscita) di fare leggi che aiutassero la vita dei cittadini.

Un ponte tra le scelte che hanno fatto i giovani di quel tempo e quelle che devono fare oggi i nostri giovani può avvenire solo con il confronto aperto, sincero e costruttivo tra generazioni, come quello che abbiamo fatto durante la serata.

Mariapia Garavaglia in finale ha sottolineato come anche in questo periodo occorre fare Resistenza ora e sempre e questo racchiude tutta la difficoltà di questi tempi difficili che stiamo vivendo.

Luisa Ghidini Comotti

Cassano d’Adda (MI), 14 settembre 2023

L’anniversario della nascita di Aldo Gastaldi 17 settembre

Il 17 settembre 1921 nasceva Aldo Gastaldi, il primo partigiano d’Italia

articolo di Laura Allori

“Oggi ricorre l’anniversario della nascita del partigiano Bisagno, una delle figure più significative della Resistenza, esempio di vita e devozione alla libertà.

Aldo Gastaldi nacque a Genova il 17 settembre 1921, dopo l’8 settembre del 1943 andò in montagna e da lì iniziò la lotta partigiana presso Cichero, sopra Chiavari nell’entroterra ligure di levante. Da pochi compagni di viaggio, in alcuni mesi, quello che ormai era conosciuto come comandante “Bisagno” seppe creare una lotta partigiana strutturata e basata su principi di rispetto e fratellanza. Un amore per il prossimo che lo ha reso famoso ai suoi contemporanei tanto da risultare esemplare e carismatico.

Oggi la liturgia ci ricorda l’importanza del perdono, e l’impegno di Bisagno durante la guerra civile è stato improntato dal perdono. Nella sua lotta che aborriva la morte e la tortura, il codice Cichero, che rispettava le persone e metteva la gerarchia in discussione proprio nel concetto degli “ultimi saranno i primi”, Aldo Gastaldi ha espresso nella sua breve vita tutte le beatitudini evangeliche del capitolo cinque del vangelo di San Matteo. Incarnava, pur imbracciando un fucile, tutti gli ideali di “Beatitudini” evangeliche, era un angelo col fucile, come l’arcangelo Michele in armatura. Aldo Gastaldi, nome di battaglia Bisagno, era un povero in spirito, nonostante fosse al comando, mangiava per ultimo, dormiva meno degli altri, non si sentiva superiore. E questo gli ha fatto possedere il cosiddetto Regno dei Cieli, ovvero, lo ha reso santo. Era sicuramente un afflitto, come poteva non esserlo vista la guerra, quella guerra e le sue nefandezze? Ma è stato consolato, si è consolato con la sua opera partigiana amando i suoi compagni, guidandoli come un padre anche quando erano più vecchi di lui o suoi coetanei. Era un mite perché, nonostante tutto, non sparava per uccidere. “Anche i tedeschi hanno una mamma che li aspetta a casa”, diceva, appunto. Aldo era contrario ai totalitarismi. Contro il paganesimo del totalitarismo (Elena Bono). E Gastaldi ha ereditato la terra liberando l’Italia dal totalitarismo e dalla guerra. Inutile dire che fosse affamato e assetato di giustizia, per questo è diventato Bisagno. E come partigiano è stato saziato con la liberazione.

Aldo Gastaldi era senza dubbio un misericordioso, per lo stesso motivo di cui sopra, non uccideva, e non solo, il codice di Cichero, stilato da lui e i suoi compagni, era l’esempio di carità cristiana e anche laica di una struttura che non si è lasciata corrompere dalle armi, sedurre dal fucile. Fu grazie a quel codice, fatto di regole semplici, che riflettevano una declinazione della guerra che raramente si può apprezzare esplorando la storia del genere umano, che molti lo seguirono e lo imitarono.

Poi era un puro di cuore, non solo per la sua rinomata castità, ma perché amava la bellezza del creato – lo scrisse nelle sue lettere – trovava, vedeva, Dio nell’alba e nel tramonto, oppure in un cielo stellato.

Senza dubbio, la beatitudine che più si addice a Bisagno è quella degli operatori di pace, ça va sans dire. E decisamente, Aldo Gastaldi era un servo di Dio. Infine, l’ultima beatitudine, Bisagno fu perseguitato a causa della giustizia, perché cercava di evitare che la politica entrasse troppo presto nelle teste dei suoi partigiani, prima bisognava liberare l’Italia, poi pensare al futuro e ai partiti; diceva: “Continuerò a gridare ogni volta si vogliano fare ingiustizie, griderò contro chiunque, anche se il mio grido dovesse causarmi disgrazie o altro.”

Sono certa che a lui fosse ben chiaro dove fosse il Regno dei Cieli anche in terra.

Buon compleanno, Bisagno”.

Laura Allori

Addio al partigiano Sandokan

E’ venuto a mancare oggi il piacentino Giuseppe Filippa, ex partigiano noto con il nome di Sandokan. Aveva 95 anni.
Tra i suoi ricordi del periodo resistenziale  l’incontro con don Giusepppe Borea, il prete di Obolo fucilato dai nazifascisti nel 1945.
L’incontro con don Borea è sempre vissuto nella mente e nel cuore di Filippa. “Ho avuto la sensazione di incontrare un santo”, così lo ricordava.
“Io e un compagno partigiano – sono le parole di Filippa – dovevamo ritirare alcuni rifornimenti presso la parrocchia di Obolo. Era sera tardi, ci venne incontro questo giovane prete dall’aspetto minuto, estremamente cordiale e premuroso. Chiamò un uomo per aiutarci a caricare i materiali e poi ci fece entrare in canonica e ci diede da mangiare; ci intrattenemmo a lungo e lui ci raccontò cosa accadeva nella vallata. Prima di congedarsi mi accarezzò con infinita tenerezza e mi disse: «Sei così giovane… ti dò la mia benedizione. Non lo dimenticherò mai, in quell’istante sentii dentro di me una sorprendente sensazione di pace. L’incontro con quel giovane prete di montagna ha lasciato un segno indelebile, ha liberato in me un coraggio e una volontà di vivere che nemmeno io conoscevo. Sono certissimo che la sua benedizione mi abbia aiutato a sopravvivere alla guerra, e ad affrontare tutta la vita a venire”.

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